UN BOTTA E VIA, UN CORNO - LA DONNA CHE HA SCOPACCHIATO COL GOVERNATORE CHIODI, NELLA FAMOSA STANZA 114, NON È STATA UNA DAMA PASSEGGERA: HA GESTITO PER DUE ANNI I FONDI DEL TERREMOTO

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Giuseppe Caporale per "la Repubblica"

"La debolezza" del governatore dell'Abruzzo Gianni Chiodi, la donna che ha trascorso con lui una notte nella stanza 114 dell'hotel del Sole al Pantheon di Roma, ha gestito, per due anni, i fondi del terremoto.

Un milione e mezzo di euro. E li ha amministrati senza che avesse alcun titolo per farlo. Quella notte a spese delle Regione, scivolata dentro un verbale dei carabinieri nell'inchiesta "Rimborsopoli", non era dunque «una cosa finita lì», come lo stesso presidente della Regione aveva dichiarato al Corriere.

«È stato l'errore di una sera. Lei non mi ha mai chiesto niente, mai un aiuto, una protezione...» aveva tenuto a precisare Chiodi alcuni giorni fa. Invece, il governatore ha affidato a Letizia Marinelli, la sua ospite di quella notte, i fondi post sisma. In
ballo ci sono i soldi che sarebbero dovuti andare alla ricostruzione di un centro anti-violenza all'Aquila. Ma la consigliera, secondo le norme previste dalla legge, dovrebbe occuparsi esclusivamente delle discriminazioni nel mondo del lavoro.

Tra l'altro la Marinelli quei soldi non è mai riuscita a spenderli, creando in questi due anni non poco imbarazzo in tutta la filiera istituzionale che si occupa della gestione del post-terremoto. E alla fine, dopo che Chiodi ha lasciato l'incarico da commissario al terremoto, il Governo Letta è stato costretto a riprenderseli quei fondi. E ora attraverso un emendamento verranno riaffidati alla Provincia dell'Aquila.

L'incarico per gestire i fondi del sisma la Marinelli lo ha ottenuto con un decreto firmato da Chiodi in qualità di commissario del terremoto e datato 14 agosto 2012, oltre un anno dopo "l'errore" al Pantheon (avvenuto il 15 marzo del 2011) ed è legata ad una ordinanza della presidenza del consiglio dei ministri (datata 9 novembre del 2011) voluta sempre dal governatore che indicava la "consigliera di parità" "soggetto attuatore" della ricostruzione del centro anti-violenza.

Ma anche il suo primo incarico da "consigliera" si porta dietro non poche polemiche. La designazione ottenuta dal ministero del Lavoro ha seguito una indicazione della giunta regionale. E la giunta Chiodi ha proposto (nel maggio del 2011) il nome della Marinelli. La scelta ha scatenato la reazioni delle altre partecipanti che hanno accusato la donna di non avere tutte le carte in regola. La documentazione su questa sua prima nomina
è stata acquisita da carabinieri.

«Non capisco quale sia il problema, l'adulterio non è un reato» ha dichiarato la Marinelli. La donna non è indagata, ma i magistrati della Procura di Pescara (Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli) che hanno avviato l'inchiesta sulle missioni a cinque stelle della giunta regionale abruzzese, vogliono verificare la documentazione prima dell'interrogatorio del governatore previsto per martedì.

«Presenteremo un esposto su tutta la vicenda» assicura Simona Giannangeli, avvocatessa del centro anti-violenza dell'Aquila. «La gestione di questi fondi è stata scandalosa. Il nostro obiettivo era quello di far nascere una Casa delle Donne»

 

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