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PER LA SERIE, LA PRESCRIZIONE A ME, LE INTERCETTAZIONI A TE - BASTA CON GLI SCONTRI COL PD, BONAFEDE CEDE ALLLA REAL POLITIK: IN ARRIVO LA 'LEGGE ORLANDO', GIÀ BLOCCATA DAL M5S PER DUE VOLTE, CHE IMPEDIRA' LA PUBBLICAZIONE INTEGRALE DELLE TELEFONATE REGISTRATE – MA C’E’ UNA SUPER GRANA SULLA SELEZIONE DELLE INTERCETTAZIONI IRRILEVANTI
Liana Milella per la Repubblica
Sulle intercettazioni - la legge Orlando - un fatto è certo.Entrerà in vigore il primo gennaio. Anche lei, come quella sulla prescrizione. Della serie, una a me e una a te. Al Guardasigilli grillino Bonafede la sua legge sulla prescrizione. All' ex Guardasigilli Orlando la sua sulle intercettazioni.
La spiegazione politica è semplice: dopo la battaglia sulla prescrizione Bonafede non ne può reggere un' altra contro il Pd per rinviare le "nuove" intercettazioni, già bloccate da lui per due volte. Più d' uno gli ha sentito dire: «Sulle intercettazioni non m' impicco». Ma da qui al 31 dicembre il tempo è poco, e il problema è come far entrare in vigore la legge. Che, ricordiamolo, impedirà la pubblicazione integrale delle telefonate registrate. Fatto di civiltà, dicono i garantisti; colpo alla trasparenza dell' informazione, dicono i giornalisti, o almeno una parte di essi.
giuseppe conte alfonso bonafede 1
Ma tant' è. Il problema ora è capire "come" entrerà in vigore la legge. Se tutta intera o per pezzi. Di sicuro servono, nell' ordine, una norma transitoria che stabilisca come applicarla subito ai processi e alle intercettazioni in corso (sollecitata mercoledì dai maggiori procuratori italiani in un incontro con Bonafede); servono poi delle modifiche, una soprattutto assai rilevante. Come farlo? Bonafede ha proposto al Pd due strade: un decreto legge ad hoc, ma è da vedere se ne ricorre "necessità e urgenza"; o un comma ad hoc nel decreto Milleproroghe (ma c' è già chi storce il naso per la consistenza forte della modifica).
giuseppe conte alfonso bonafede
Quindi un primo fatto politico è chiaro: non assisteremo a un nuovo scontro M5S e Pd sulle intercettazioni, dopo quello cruento, e ancora non chiuso, sulla prescrizione. Ma non sarà facile giungere a una quadra. Anche perché né Bonafede, né Orlando vogliono scontrarsi con le toghe. Le quali, come hanno spiegato a Bonafede i maggiori procuratori (Greco di Milano, Melillo di Napoli, l' aggiunto di Roma Prestipino, Creazzo di Firenze, Lo Voi di Palermo), hanno una preoccupazione su tutte, evitare che le intercettazioni già in corso finiscano ghigliottinate dal nuova legge, per cui fino al 31 dicembre seguono le vecchie regole e dal primo gennaio 2020 le nuove.
Per questo servirebbe il decreto (o il Milleproroghe) in cui scrivere che la legge vale per quelle future.
Facile a dirsi, meno a farsi, perché una legge sostanziale come questa si applica tutta e subito. Ma c' è un' altra super grana, sulla selezione delle intercettazioni irrilevanti. Che finiranno tombate, senza nomi ma solo con un numero, nell' armadio riservato. Secondo la legge è la polizia giudiziaria che ascolta, sul momento, a fare la selezione. Il pm è fuori. Ma i procuratori, nella lettera che stanno scrivendo a Bonafede, chiedono che sia lui, il pm, il vero regista. La soluzione? La polizia prepara un brogliaccio sintetico per il pm sulle intercettazioni irrilevanti, poi lui fa la scelta definitiva. Il brogliaccio però finisce nell' archivio riservato, e le difese non potranno vederlo. Dettaglio che certo non piacerà alle battagliere Camere penali presiedute dall' avvocato Caiazza.
Senza contare che si dovrà valutare, se è vero che l' obiettivo è accelerare i tempi della giustizia, quanto la legge sulle intercettazioni, con tanto di udienza filtro con gli avvocati per selezionarle e le inevitabili contestazioni su quelle escluse perché irrilevanti, e incluse perché rilevanti, gioverà davvero ad accelerare i processi.
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