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DOVE ARRIVERA’ LO SCONTRO TRA TRUMP E I GIUDICI? - TRA ACCUSE, INTIMIDAZIONI E OSTACOLI, SONO L’UNICO POTERE CHE CONTRASTA L’EGO-DELIRIO DEL PRESIDENTE – E’ UNA PARTITA GIOCATA SU TRE FRONTI: 1) IL DISPREZZO PER I TRIBUNALI DI TRUMP, CONVINTO DI DISPORRE DI UN POTERE ASSOLUTO 2) IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA AFFIDATO ALLA SUA COCCA PAM BONDI E A DUE VICE, EX AVVOCATI DEL TYCOON 3) IL GRAN NUMERO DI INTERVENTI PUNITIVI SPESSO ILLEGALI, MAGARI DECISI SAPENDO CHE VERRANNO IMPUGNATI MA PORTATI COMUNQUE AVANTI O PERCHÉ I GIUDICI SPESSO NON RIESCONO A DARE EFFICACIA AI PROVVEDIMENTI (COME PER LO STOP ALLA DEPORTAZIONE DI IMMIGRATI CHE ARRIVA QUANDO I CLANDESTINI ERANO GIÀ STATI TRASFERITI IN SALVADOR) O PER INTIMIDIRE…
Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
DONALD TRUMP AL TRIBUNALE DI NEW YORK
Dalle deportazioni di immigrati clandestini in Salvador, considerate illegali, ai licenziamenti di massa di dipendenti pubblici, fino alla mutilazione di Harvard (dovrebbe perdere i suoi 6.800 studenti stranieri e non potrebbe iscriverne altri) sospesa da un giudice di Boston, sono ormai centinaia i casi nei quali la magistratura Usa cerca di bloccare atti del governo Trump che violano le leggi o la Costituzione.
Con il Congresso a guida repubblicana che non argina l’espansione senza limiti delle aree di intervento della Casa Bianca e le tendenze autoritarie del presidente, molti sperano che a frenare i suoi eccessi siano i guardrail della magistratura.
Speranze fondate? Alcuni interventi dei giudici hanno avuto una certa efficacia, ma si tratta di misure sospensive che toccano un numero limitato di casi a fronte di una valanga di azioni decise dal presidente con l’evidente intento di saturare la capacità di reazione del potere giudiziario e della stampa. Sul fronte giudiziario i pericoli per la tenuta della democrazia vengono da almeno tre fronti.
IL DISPREZZO PER LE CORTI
Il primo e più grave è il non riconoscimento del ruolo della magistratura e le riserve di Trump sui limiti imposti dalla Costituzione e dalla rule of law , lo stato di diritto, a poteri presidenziali che lui considera pressoché assoluti: appena eletto disse che il popolo gli aveva dato l’investitura per fare tutto quello che aveva annunciato in campagna elettorale.
donald trump in tribunale a new york
Sembrava una battuta […] Ma è proprio ciò che sta facendo. Quando gli è stato chiesto se non si senta vincolato a rispettare la Costituzione, ha risposto di non saperlo. Stessa risposta evasiva sul diritto di tutti al «giusto processo»: potersi difendere se messi sotto accusa. […]
LA MINISTRA FEDELISSIMA
Secondo fronte: la «militarizzazione» del ministero della Giustizia, dicastero che ha sempre goduto di ampi margini di autonomia dalla Casa Bianca. Trump aveva accusato Biden di averlo usato come arma contro di lui, ma, a ben vedere, il leader democratico aveva scelto come ministro un giurista stimato dai conservatori, Merrick Garland, che ha avviato indagini anche sul presidente che l’ha nominato.
Ora, invece, Trump ha scelto una ministra (Pam Bondi) e due viceministri che sono tutti suoi fedelissimi, e anche suoi ex avvocati. Il presidente ha poi fatto cacciare i procuratori che in ogni parte d’America hanno partecipato alle indagini su di lui e sui 1.200 protagonisti dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, tutti (compresi i responsabili di violenze) tornati in libertà e assolti da ogni accusa grazie al perdono presidenziale concesso da Trump appena entrato alla Casa Bianca.
LA VALANGA
Terzo fronte: il gran numero di interventi punitivi spesso illegali, magari decisi sapendo che verranno impugnati: portati comunque avanti perché i giudici, costretti a inseguire, spesso non riescono a dare efficacia ai provvedimenti (come per lo stop alla deportazione di immigrati che arriva quando i clandestini sono stati già aviotrasportati, nottetempo, in Salvador) o perché l’obiettivo è quello di spaventare, intimidire già con l’annuncio di una misura choc.
L’elenco è sterminato: si va dalla punizione degli studi legali che hanno difeso esponenti democratici o la stampa all’incarcerazione della giudice Hannah Dugan, accusata di aver ostacolato l’arresto di un clandestino (accusa infondata per i giuristi, non ci sarà condanna, ma il messaggio mandato alla magistratura è molto forte). Passando per la scorta tolta anche a membri del governo Trump 1 minacciati da terroristi per il loro impegno contro la jihad islamica, rei di aver poi criticato il leader.
Che ora ha ordinato indagini (non si sa per quali ipotesi di reato) anche contro Kris Krebs e Miles Taylor, due funzionari del suo primo governo che hanno preso le distanze da lui.
DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A NEW YORK - 2
Il caso più recente è proprio quello di Harvard, sanzionata per presunto antisemitismo, in realtà con l’intento di colpire (e intimidire) un mondo accademico considerato prevalentemente progressista. […]
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