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ORA FACCIAMO SUL SIERO – DRAGHI CONTINUA A PRESSARE GLI STATI UNITI PER INCRINARE LA LINEA DELL’AMERICA FIRST SUI VACCINI: L’ITALIA PUNTA A OTTENERE DIECI MILIONI DI DOSI IN PIÙ PER SALVARE LA CAMPAGNA DI IMMUNIZZAZIONE (NE PARLERÀ ANCHE DI MAIO CON BLINKEN A WASHINGTON) - INTANTO LA GERMANIA VUOLE ACCELERARE SU SPUTNIK, ALLA FACCIA DEL COORDINAMENTO EUROPEO – GIORGETTI: “È IN CORSO UNA GUERRA GEOPOLITICA, SI GIOCA IL CONCETTO DI SOVRANITÀ”

 

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

giancarlo giorgetti

Dopo Draghi anche Giorgetti si mette a chiamare le cose «per quello che sono», sostenendo che sui vaccini si sta combattendo «una guerra geopolitica» su cui «si gioca il concetto di sovranità». Che fosse questa la situazione era evidente, ma non era finora accaduto che un ministro la rappresentasse nella sua crudezza. Così il capo della delegazione leghista al governo dice pubblicamente quel che fonti dell’intelligence descrivono come «la guerra degli approvvigionamenti» per le dosi di siero, che sta mettendo a dura prova la solidità delle istituzioni comunitarie ela solidarietà tra i Paesi dell’Unione, esposti alla carestia di fiale vaccinali.

joe biden e il vaccino contro il coronavirus 1

 

La partita con gli Stati Uniti

L’impressione è che le parole pronunciate nelle settimane scorse dal premier — «o ci sarà un coordinamento europeo o faremo da soli» — anticipassero quanto stava per avvenire. Perché i contatti con i Ceo delle Big Pharma e soprattutto con i vertici dell’Amministrazione americana sono stati una strada perseguita non solo da palazzo Chigi ma anche da altre cancellerie del Vecchio Continente.

 

IL SEGRETATIO DI STATO USA blinken E LUIGI DI MAIO

Ed è difficile scalfire il muro di no delle case farmaceutiche se prima non muta la linea decisa dalla Casa Bianca. Eppure Draghi non smette di insistere al punto che — come ha confidato a un ministro — a furia di chiamare oltre oceano gli pare di essersi trasformato in uno stalker.

 

mario draghi saluta biden consiglio europeo

Che i tentativi non siano finiti, lo fa capire un autorevole rappresentante dell’esecutivo quando spiega che «ci si muove nel contesto europeo e con percorsi diretti». Che starebbero impegnando anche la struttura commissariale, con colloqui in conference call già programmati.

 

giancarlo giorgetti bruno le maire

L’Italia — secondo fonti qualificate — mira ad ottenere nelle prossime due settimane dieci milioni di dosi aggiuntive rispetto al budget, in modo da salvaguardare gli obiettivi della campagna vaccinale. Sul versante politico, la pressione per raggiungere il risultato è uno dei messaggi affidati al ministro degli Esteri Di Maio in missione a Washington. D’altronde, spiegano le fonti, «Roma ha sempre guardato ad Occidente. E continuerà a farlo, mentre altri cominciano a guardare anche ad Est».

 

Le altre strade

merkel e putin a mosca 3

È ufficiale l’interessamento della Germania per il vaccino russo Sputnik, specie dopo l’annuncio che il siero cinese si è rivelato poco efficace nel contrasto al virus. Sono tutti i segni inequivocabili della «guerra geopolitica» in atto, e «siccome gli Stati Uniti sono arrivati per primi ai vaccini — come dice Giorgetti — i russi hanno avviato un’operazione mediatica per mettere in imbarazzo».

ROBERTO SPERANZA A CHE TEMPO CHE FA

 

Proprio la febbrile ricerca di soluzioni alternative da parte dei Paesi Ue testimonia «il fallimento della politica europea, che ora arranca e cerca di recuperare. Ma — aggiunge il ministro per lo Sviluppo Economico — siamo in ritardo di un mese».

ANTONIO TAJANI

 

Il nodo dei contratti

Certo, i motivi delle difficoltà nella gestione della pandemia in ambito comunitario sono molteplici e non possono essere scaricati interamente sulle istituzioni Ue. E ha ragione il titolare della Salute Speranza quando rammenta che «l’Europa paga soprattutto la mancanza di una produzione propria» di siero, e quando sottolinea che «è stata giusta la scelta di comprare insieme i vaccini per evitare il tutti contro tutti».

 

MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA

Ma non c’è dubbio che «la Commissione ha sbagliato i contratti di acquisto», come rileva l’ex presidente dell’Europarlamento Tajani: «Bisognava far valere il peso politico dell’Unione e invece non ci sono state sufficienti garanzie». Che poi è la denuncia fatta da Draghi sulla «leggerezza» degli accordi stipulati con le Big Pharma: «La prossima volta i contratti andranno scritti meglio».

 

Il problema è come gestire questa fase e ottenere i dieci milioni di dosi aggiuntive. La decisione del governo di puntare sulla vaccinazione delle persone più anziane è un modo per tamponare la falla e tentare al contempo di far ripartire il Paese, perché — spiegano — «magari potranno esserci maggiori contagi, ma a fronte di un abbattimento della pressione nelle terapie intensive e dell’indice di mortalità».