DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"
Grandi movimenti sotto il marchio M5s, un magma incandescente che in pochi giorni ha cambiato volto e si appresta a cambiarlo ancora. La componente militante delle origini è fuori, volontariamente come Alessandro Di Battista, o espulsa come una truppa di parlamentari pronti a formare il gruppo «L'alternativa c'è» e a fare concorrenza ai loro vecchi sodali. Ma dopo il terremoto della fiducia, ci sono le scosse di assestamento che porteranno a una nuova governance. Con in testa Giuseppe Conte.
Alessandro Di Battista non risulta più tra gli iscritti di Rousseau. Per qualcuno si sarebbe solo messo in «profilo silenzioso», ma lui conferma di essere fuori: «Mi sono disiscritto. Do un in bocca al lupo ai miei ex compagni, ma il governo Draghi, la sua composizione e il modo in cui è maturato, con una congiura verso Conte, mi impongono questa scelta. Il governo Draghi è antitetico alle mie idee».
L' esodo è quasi biblico, ma i naufraghi non solidarizzano tutti tra di loro. Alvise Maniero spiega: «Abbiamo i numeri per fare un gruppo». Al Senato si stenta, anche se ci sarebbe la disponibilità di Italia dei valori a prestare il simbolo.
Nicola Morra e Barbara Lezzi non ci stanno: hanno fatto ricorso e sono pronti alle carte bollate. Altri preparano una class action. Ci sarà materia per gli avvocati nei prossimi mesi. Una dei probiviri, Barbara Andreola, non ha firmato le espulsioni: «Rischio l'illegittimità». Altri ricorsi potrebbero esserci anche sul futuro organo collegiale. Sul blog è arrivata la specifica che chi è sotto indagine dei probiviri non si potrà candidare. Allusione neanche troppo velata a due che sarebbero entrati volentieri, Dino Giarrusso e Paola Taverna.
Per frenare la disintegrazione, Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede provano la carta Conte. Tutti gli chiedono di entrare. Lui nicchia: chi glielo fa fare di entrare in un Movimento allo sbando? Entra, gli dicono altri, perché altrimenti sparisci in fretta. Sì, ma in che ruolo? Si starebbe pensando a una modifica dello Statuto per accoglierlo come presidente, incarico non previsto per ora. Oppure come primus inter pares dell'organo collegiale. Anche in questo caso servirebbe una modifica, perché ora è previsto a rotazione. E chi potrebbe entrare?
luigi di maio alfonso bonafede
La composizione potrebbe comprendere due esponenti del governo, due del Parlamento (anche europeo) e uno degli enti locali. I nomi che si fanno sono Alfonso Bonafede, Danilo Toninelli, Virginia Raggi e Fabio Massimo Castaldo. E Di Maio? Resterà fuori, dicono in tanti. Dalla gestione Crimi ha capito che si comanda anche da fuori.
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