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"IO SONO EUROPEISTA, MAI STATO CON I RUSSI" – IL TRUMPIANO GIUSEPPE CONTE INDOSSA L'ENNESIMA MASCHERA E NEGA DI TIFARE PER DONALD, NONOSTANTE LE SUE DICHIARAZIONI (“L’UE È DISORIENTATA, LASCIAMO CHE SIA LUI A CONDURRE I NEGOZIATI”): “IL MIO ERA UN GRIDO DI DOLORE, ANCHE IO HO UNA VOCAZIONE EUROPEISTA” – LE DICHIARAZIONI IN SINCRONO CON IL SUO EX ALLEATO SALVINI: I DUE SULLA POLITICA ESTERA HANNO LA STESSA LINEA TRUMPUTINIANA, SIN DAI TEMPI DEL GOVERNO GIALLOVERDE…
CONTE CORREGGE IL TIRO: “IO SONO EUROPEISTA, MAI STATO CON I RUSSI”
Estratto dell’articolo di Francesco Bei per www.repubblica.it
Sull’Ucraina «sono stato attaccato, ma il mio non era affatto un proclama di giubilo per dire “quanto è bravo Trump, affidiamoci a lui”». Era un grido di dolore e costernazione perché solo gli americani, e non gli europei, stanno portando avanti il negoziato».
Il giorno dopo aver provocato una mezza crisi politica nel centrosinistra, con la sua uscita apparentemente trumpiana sulla trattativa di pace, Giuseppe Conte sente il bisogno di spiegarsi, di precisare.
Per farlo sceglie una platea particolare, il direttivo della fondazione Ugo La Malfa, un cenacolo carico di storia, di manifesti del partito d’azione, di libri e antiche caricature anticlericali alle pareti. Ma soprattutto un uditorio profondamente europeista.
VLADIMIR PUTIN E GIUSEPPE CONTE
[…] Conte non ci gira intorno e inizia con una battuta e una speranza: «A una politica estera unitaria nel centrosinistra ci dobbiamo ancora arrivare. Speriamo che, quando toccherà a noi governare, il negoziato di pace in Ucraina abbia avuto successo e così tutto sarà più semplice».
Nell’attesa, ci tiene però ad articolare meglio il suo pensiero, rispondendo alle domande di tanti altri che lo incalzano sul punto. «Anche io ho una vocazione europeista. E non sto dicendo di lasciare che Trump detti le sue condizioni, perché è evidente che il presidente americano sta facendo solo i suoi interessi.
Il problema invece è quello che non stiamo facendo noi e sta andando esattamente come con i dazi: fossi stato io al governo mi sarei battuto per minacciare contro-dazi, invece l’Europa si è accovacciata. Quando Trump ha detto che gli europei gli baciavano il deretano, ognuno — a partire dalla presidente del Consiglio — ha pensato solo a trattare per sé».
Con la Russia gli errori sono stati molteplici. «Ma quello più grande è stato chiudere la porta alla diplomazia. È mancata una prospettiva politica che non fosse quella del conflitto armato contro una potenza nucleare. Quante volte Meloni ha detto che scommetteva sulla sconfitta di Putin? No, è il momento di un compromesso dignitoso, con concessioni reciproche».
Quanto all’accusa di essere filo-putiniano, l’ex presidente del Consiglio risponde tirando in ballo Matteo Salvini: «A differenza di altri, il M5S non ha mai avuto rapporti con Russia Unita». […]
NO ALLE ARMI E ALL’EUROPA LA NOSTALGIA GIALLOVERDE DELLA COPPIA CONTE-SALVINI
Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per il “Corriere della Sera”
Chi lo ha detto, lui o l’altro? «Sull’Ucraina l’Europa ha fallito: ora tratti solo Trump».
E quest’altra, di dichiarazione, addosso a chi va cucita dei due? «Invece di spendere soldi nel riarmo meglio investire sulla sanità». E il «giammai» sul Mes e le stoccate quotidiane ai cattivoni di Bruxelles (Ursula von der Leyen in testa)? E poi certo dove li mettiamo Putin, che ha fatto anche cose buone, e i dubbi pelosi sugli aiuti a Zelensky per via di certi masnadieri che lo accompagnano?
Il giochino potrebbe continuare, sempre con la stessa risposta […]: sono parole identiche e interscambiabili di Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Gli eterni rieccoli. M5s-Lega, stoviglie gialloverdi color nostalgia.
[…] Con una certa periodicità — che diventa tic e cliché — capita che i due, già premier e vice del «governo del cambiamento» (dal 2018 al frontale dell’estate 2019 via Papeete) si incontrino sulla stessa sponda. […]
Lega e M5s: i ricordi si rincorrono, le affinità tornano a galla. Ma è solo la strategia dei secondi che cercano spazio o c’è anche dell’altro, magari di più profondo? Tiberio Brunetti, fondatore di Spin Factor, società esperta di dinamiche social, ha scoperto che «c’è una convergenza sociodemografica nella base di utenti».
vladimir putin brinda con giuseppe conte e salvini con savoini sullo sfondo
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, i follower dei due leader sono «sostanzialmente sovrapponibili per genere ed età: oltre il 65% è composto da uomini e ben sette su dieci si colloca nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni. Statisticamente, la probabilità che condividano una fetta di follower in comune è molto elevata».
In sostanza Salvini e Conte stanno parlando, seppur con messaggi diversi, alle stesse esigenze generazionali «e alle stesse paure digitali». Si spiega anche così, in parte, il tango fra Lega e M5s su Ucraina e riarmo europeo, sul ruolo di Trump e la sicurezza.
MATTEO SALVINI VLADIMIR PUTIN GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
Di sicuro c’è anche un aspetto romantico che li lega: Conte, grazie anche al sì di Salvini, si ritrovò premier da ministro in pectore del M5s della Funzione pubblica. E Salvini durante il Conte I toccò la vetta del 34,3% alle Europee. Alti e bassi, rotture e abbracci, governi insieme (Draghi) fatti saltare poi con sincronismo, mosse per il Quirinale comprese, tentate e andate male.
Meloni e Schlein abbozzano, a volte con un moto di celato fastidio. Sanno che nei rispettivi presepi ci deve essere spazio anche per i due «guastatori», portatori di sensibilità diverse. Salvini avrebbe voluto confrontarsi con Conte ad Atreju per inchiodarlo sulla vicenda Open Arms, «la grande giravolta dell’ex premier». Un tradimento che certi amori, quelli che fanno giri immensi, perdonano. Almeno per l’eterogenesi dei fini.
giuseppe conte e donald trump al vertice nato di londra 1
giuseppe conte e donald trump al vertice nato di londra
FOTOMONTAGGIO DI GIUSEPPE CONTE COME LUKASHENKO CON PUTIN
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