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DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…
Lorenzo D'Albergo per "La Repubblica"
«Non ho mai rubato una lira in vita mia». Fuori dal carcere di Regina Coeli e di nuovo nella sua Anagni, Franco Fiorito, l'ex capogruppo del Popolo della libertà alla Regione, concede poche battute ai cronisti che l'attendono e a una quindicina di fan che gli urlano «bentornato Franco». Ieri mattina ha ottenuto gli arresti domiciliari: una volta lasciata la sua cella nel cuore della capitale, è tornato lì dove aveva mosso i primi passi in politica nel 2001 con l'elezione a sindaco. Una carriera fulminante: "er Batman", in soli 11 anni di militanza tra le fila del centrodestra, è arrivato a occupare uno dei posti più ambiti alla Pisana.
Fino all'arresto, lo scorso 2 ottobre, per peculato. L'ex tesoriere del Pdl è accusato di aver sottratto 1,3 milioni di euro di fondi regionali destinati alla gestione del partito e impiegata, invece, sostiene la procura, per una serie sterminata di spese personali. Nella lista finiscono una collezione di case da sogno tra Roma, il frusinate e la Spagna, feste da 50 mila euro, auto di lusso, servizi fotografici, cene, aperitivi e bottiglie di vino da veri intenditori. Per un totale di 1,3 milioni, calcolano i giudici. Una cifra che Fiorito si è detto pronto a restituire in parte, per ottenere il patteggiamento, con conseguente sconto di pena. Una proposta che avrebbe incontrato parecchie resistenze in procura.
A dare la notizia della scarcerazione del proprio assistito in mattinata è stato l'avvocato Carlo Taormina: «Il gip Stefano Aprile ha accettato la nostra istanza. Ma Fiorito ora non parla e non posso dire dove sarà trasferito. Attendiamo serenamente il giudizio, perché questa vicenda sia trattata come qualsiasi altro processo». Il mistero dura pochi minuti: l'ex capogruppo del Pdl alla Pisana non è tornato nel suo appartamento dei Parioli.
Se si preme il bottoncino dorato accanto al quale sono impresse le iniziali "F F", non risponde nessuno. Anche se al secondo piano di via Pietro Antonio Micheli 90 qualcosa in realtà sta succedendo. Sono in corso le consuete pulizie del mattino. E sembra non esserci tempo per far altro, soprattutto per rispondere al citofono: l'ordine di tenere le bocche cucite non deve essere arrivato solo a Fiorito.
Parlano i vicini: «No, ancora non è tornato. Ho appena saputo della scarcerazione. L'ho letto su Internet e mi aspettavo un po' più di movimento sotto casa. Ma la polizia qui non si è vista».
Gli agenti della penitenziaria, infatti, nel pomeriggio hanno portato l'ex consigliere Pdl ad Anagni. Nel suo appartamento, a pochi passi dal palazzo del Comune, Fiorito è arrivato scortato dalle luci dei riflettori delle telecamere. à sceso con il sigaro in bocca, pronto ad essere acceso. Pochi secondi all'aria aperta, giusto il tempo di mettere piede in casa. Poi si è chiuso la porta dietro le spalle. Non prima di essersi dichiarato ancora una volta innocente e di essersi mostrato alla stampa in un buono stato di forma: neanche i mesi passati in carcere sembrano aver fatto perdere peso a Fiorito. Per rivederlo in pubblico bisognerà attendere l'inizio del processo.
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