FACCIA DA LUSI - GENIALE LA SPIEGAZIONE SULLE VILLE INTESTATE A SÉ E AI PARENTI, TRA SOCIETÀ NASCOSTE IN CANADA E ASSEGNI IN BIANCO: “DOVEVO GESTIRE E INVESTIRE IL PATRIMONIO DELLA MARGHERITA E L’HO FATTO. AVREI RESTITUITO TUTTO ALLA FINE” - CERTO! COME I 700 MILA EURO PRESI E MESSI IN BANCA TRA LUI, IL FRATELLO E IL NIPOTE - AI PM HA DETTO POI COM’ERANO DISTRIBUITI I FONDI PER L’ATTIVITÀ POLITICA, IN BASE AL PESO NEL PARTITO: 60% AI POPOLARI, 40% AI RUTELLIANI - L’EX MARGHERITA: IL “TUTTI SAPEVANO” è UNA MENZOGNA PER COPRIRE I CRIMINI DI LUSI, REO CONFESSO CHE SI è ARRICCHITO PERSONALMENTE…

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1- LUSI: "LE VILLE? ERANO PER IL PARTITO"
Grazia Longo per "La Stampa"

L'acquisto delle case? Per investire i fondi della Margherita. Per le sue tasche, «solo» 700 mila euro «da prestare a parenti bisognosi». Il senatore Luigi Lusi non solo era stato designato dal partito come «fiduciario» dei fondi spartiti tra le varie correnti, ma era stato anche consigliato di «investire bene i soldi incassati» dal forziere dei rimborsi elettorali. E per «bene» si intendono le ville e le case acquistate che ora, però, è «disposto a restituire» perché si è «dimesso dall'incarico di tesoriere».

Di più, nelle 5 pagine di verbale dell'interrogatorio fiume del parlamentare - indagato per aver sottratto 20 milioni di euro dal bilancio dei rimborsi elettorali -, ci sono dati precisi sulle percentuali che sarebbero state spartite tra popolari e rutelliani e sulle modalità con cui si declinava il patto sugli investimenti dei beni della Margherita.

Di fronte al procuratore capo Giuseppe Pignatone, all'aggiunto Alberto Caperna e al pm Stefano Pesci, l'ex tesoriere della Margherita Lusi - accusato di aver creato una sorta di contabilità parallela per gestire assegni e bonifici tra il 2007 e il 2011 - fornisce la sua verità sulla politica del malaffare del suo partito. E delinea nel dettaglio il suo ex ruolo di tesoriere, quello cioè «di creare una serie di posizioni finanziarie e immobiliari di carattere fiduciario: a tal fine furono utilizzate le società Luigia Ltd e Ttt ed era sottinteso che, finita la liquidità del partito, questi impieghi sarebbero stati dismessi, liquidati a vantaggio e nell'interesse della Margherita».

Tutto in virtù di un'intesa maturata tra le varie anime del partito. «C'era un accordo, di cui io ero garante, per spartire i fondi: il 60% ai popolari e il 40% ai rutelliani. Non so che uso è stato fatto dei fondi, ma dal 2009 annotavo tutte le uscite perciò ritengo che Rutelli abbia preso più soldi». Ma in che modo doveva spendere quel denaro? Ecco la versione fornita da Lusi davanti agli inquirenti: «Per quanto riguarda gli immobili operavo come fiduciario e servivano a mettere in sicurezza i beni della Margherita». Il mattone, insomma, ha sempre il suo fascino. È sempre l'investimento migliore. Sentite questa: «Io avevo un mandato fiduciario. Nessuno mi aveva detto di comprare le ville, ma mi avevano detto di investire bene i soldi».

Quindi i vertici non erano a conoscenza delle proprietà immobiliari comprate con i fondi del partito? No, l'ex tesoriere dice che non è proprio così. Qualcuno sapeva, eccome se sapeva, anche delle ville. «Comunque dell'acquisto alcuni sapevano - insiste -. Non faccio i nomi però, perché tanto non lo confermerebbero». E dunque chi sono questi «alcuni» ben informati sulla sua passione per il mattone? Il patrimonio immobiliare di Luigi Lusi come hanno dimostrato le indagini della Guardia di finanza - è ben nutrito e lui stesso, sempre durante l'interrogatorio dell'altro ieri, ha spiegato che la villa di Genzano «acquistata a 6 milioni di euro oggi, dopo la ristrutturazione, ha un valore intorno ai 7 milioni». A questa vanno poi aggiunte le case di via Monserrato a Roma, la villa di Ariccia e i 5 appartamenti a Capistrello in provincia de L'Aquila.

Per quando riguarda invece le distrazioni personali, ci sono «700 mila euro che amministravo come fiduciario ma che ho usato per i prestiti ad alcuni miei parenti». Tra questi, «i 100 mila euro a mio fratello Angelo e 120 mila a mio nipote».

Le Fiamme gialle avevano scoperto che Lusi aveva creato una serie di società, incastrate l'una all'altra con un meccanismo di scatole cinesi, per acquistare immobili e gestire il denaro. Si tratta della «Paradiso Immobiliare», controllata al cento per cento dalla «Ttt», a sua volta controllata dalla canadese «Luigia Ldt» (la moglie di Lusi, anche lei indagata, è di origine canadese e molti sono i viaggi, accertati dagli investigatori, della coppia in Canada).

I difensori del senatore, gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, in un comunicato ricordano che quest'ultima società è stata creata perché così decise la Margherita per la gestione dei fondi. Più precisamente: «La Luigia Ldt venne costituita, secondo le indicazioni fornite dai clienti che ci hanno conferito mandato, dal senatore Lusi, per l'acquisizione e la gestione di patrimonio immobiliare con risorse finanziarie provenienti dal movimento politico La Margherita-Democrazia e Libertà».

I legali aggiungono che «Lusi, in conseguenza delle note vicende si è dismesso irrevocabilmente dall'incarico di Tesoriere di Democrazia e Libertà - La Margherita, ragione per la quale non intende più detenere la titolarità delle quote societarie». E concludono affermando che «sarà nostra cura, in virtù del mandato ricevuto, formalizzare ai soggetti titolari del potere di rappresentanza del movimento politico Democrazia è Libertà-La Margherita l'offerta di cessione delle quote societarie». Quanto alle spese personali, Lusi ha affermato che al termine del proprio mandato avrebbe fatto un consuntivo tra quanto da lui speso e le spettanze che «ritengo mi competerebbero». Alla domanda se avesse concordato con qualcuno tali spettanze, il senatore ha detto di ritenere di non rispondere alla domanda.

L'avvocato della Margherita, Titta Madia, ritiene «sconcertante il comunicato dei difensori di Lusi perché il loro assistito non può disporre di beni che già gli sono stati confiscati». Sugli ex leader del partito confluito nel Pd si è, tuttavia, abbattuto il ciclone dello scandalo.


2- «SOLO UN DELIRIO DIFFAMATORIO INTERVERREMO»

Da "La Stampa" - Per tutta la giornata di ieri i dirigenti della ex Margherita si sono confrontati per preparare ulteriori azioni giudiziarie a tutela dell'onorabilità del partito e dei singoli, a seguito delle «gravissime esternazioni» dell'ex tesoriere Luigi Lusi, definite «un delirio diffamatorio».

Soprattutto, si sottolinea sempre negli ambienti della ex Margherita, si vogliono spazzare via le «menzogne» sul «tutti sapevano» e sull'esistenza di «un patto spartitorio», che includerebbe addirittura, a quanto si legge, «le case e le appropriazioni indebite del Lusi. L'unico a sapere e ad agire era l'ex tesorierie, reo confesso, che si è arricchito personalmente con condotte predatorie e criminali».

 

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