SEGRETI DI FAMIGLIA - IL FIGLIO DI ANTONIO ESPOSITO DISSE A SUO PADRE CHE DUE MESI PRIMA DELLA SENTENZA DI CASSAZIONE SUL BANANA ERA STATO AD ARCORE? E PERCHE' BERLUSCONI NON DISSE NULLA?

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Luigi Ferrarella per ‘Il Corriere della Sera'

«La mafia dei giudici», così giovedì Silvio Berlusconi ha sobriamente qualificato i magistrati di Milano. Ma in passato non è stato troppo schizzinoso: infatti proprio un pm milanese, Ferdinando Esposito, Berlusconi l'ha davvero incontrato ad Arcore a casa propria. E non una sola volta.

La Procura di Brescia ha ormai acquisito conferme sia documentali sia testimoniali all'iniziale spunto del controverso avvocato piacentino Michele Morenghi, l'ex amico del pm che per primo ha accusato Esposito di avergli chiesto di prestargli soldi e pagargli l'affitto di casa, e il 22 maggio 2013 di accompagnarlo appunto ad Arcore da Berlusconi. Un secondo soggetto, indicato da Morenghi, ha confermato di aver in precedenza portato in auto Esposito ad Arcore già un'altra volta, come peraltro riscontrabile attraverso lo studio sui tabulati dei percorsi di aggancio alle celle telefoniche dei cellulari del pm e dei suoi occasionali «autisti».

Il racconto di Morenghi, fatto restare ad aspettare in una stanzetta dalle guardie del corpo dell'ex premier, non manca di folclore quando ricorda che poi «vidi arrivare Berlusconi a braccetto con il magistrato, carico di scatole di cartone», dalle quali al ritorno a Milano il pm avrebbe tratto e regalato due cravatte numerate «Damiano Presta». Ma il duplice (se non di più) incontro ad Arcore tra il pm e l'imputato dei colleghi del pm (a ridosso della requisitoria del processo Ruby, della sentenza d'Appello Mediaset e del no della Cassazione al trasferimento dei processi da Milano a Brescia) pone alcuni quesiti.

Il primo chiama in causa il pm: quando nel luglio 2013 suo padre Antonio, giudice di Cassazione, con altri 4 colleghi si vide assegnare in sezione feriale il processo Mediaset per frode fiscale a carico di Berlusconi (poi condannato a 4 anni), suo figlio gli disse che due mesi prima l'aveva incontrato ad Arcore?

La seconda domanda interpella Berlusconi, che ha sempre taciuto questi incontri con il pm Esposito, pur notoriamente avendo tante volte radiografato vita, opere e miracoli dei suoi designati giudici, spesso e ripetutamente oggetto di ricusazioni: eppure Berlusconi, imputato in Cassazione da Esposito-padre, non disse mai di avere incontrato Esposito-figlio, e tantomeno il motivo. Perché? E questa taciuta circostanza può essere stata utilizzata per provare a condizionare in qualche modo il padre? Un padre che prima della sentenza era salutato dai giornali di Berlusconi come presidente di un collegio «moderato» e non «ideologizzato», ma che dopo ricevette attacchi personali sulla base di elementi chiaramente disponibili già prima dell'udienza.

Suo figlio ieri ha scelto gli avvocati Giampiero Biancolella e Massimo Krogh, e depositato al pm Silvia Bonardi «formale richiesta di interrogatorio o comunque di comparizione spontanea. Il dottor Ferdinando Esposito - spiega Biancolella - intende fornire nell'immediatezza tutti i chiarimenti necessari a fugare ogni sospetto di condotte che possano essere ritenute di rilievo penale. Condotte nell'ambito dei rapporti intrattenuti con tutti quei soggetti in relazione ai quali, da notizie di stampa, si sarebbe appuntata l'attenzione della Procura».

 

 

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