IL FISCO PER L’ESTATE: “DITECI DOVE AVETE PAGATO IN NERO MA SE MENTITE POTRESTE ESSERE DENUNCIATI” (60 MILIONI DI ITALIANI IN GALERA!)

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Giuliano Foschini per "La Repubblica"

Il professore di liceo che ha ammesso: «Cinque anni di cure, ma il dentista fatturava soltanto il 30 per cento di quello che gli pagavo». Lo studente fuori sede invece ha mentito, «sono amico del figlio, non pago l'affitto in quella casa», e ora si trova con un'indagine penale a carico. Stesso guaio capitato a tutti quelli che non hanno risposto alle domande, chiamati a pagare una multa da 258 a 2 mila 066 euro. La Guardia di Finanza chiede aiuto ai contribuenti onesti per scovare gli evasori fiscali: «Diteci dove avete pagato in nero: voi non rischiate nulla. Ma se mentite, potreste essere denunciati».

Ecco, dunque, l'ennesima "arma" che il Fisco ha messo in campo per trovare artigiani e professionisti che lavorano a nero. Lo strumento - previsto da una vecchia legge - sono i questionari fiscali che da qualche settimana i vari Comandi locali delle Fiamme Gialle stanno inviando a tappeto in tutta Italia. Il principio è semplice.

A casa del contribuente arriva un questionario di poche paginette nel quale si chiede di dichiarare tutte le spese effettuate presso un artigiano o un professionista: bisogna raccontare, portando possibilmente la documentazione a supporto, numero di appuntamenti, modalità e quantità di lavoro ricevuto e soprattutto denunciare i pagamenti effettuati. Anche se sono avvenuti a nero.

A Bari per esempio, il Nucleo territoriale sta effettuando una serie di accertamenti su alcuni degli studi medici più importanti della città. Sono stati inviati centinaia di questionari nei quali si chiede al destinatario "che tipo" di prestazione medica ha ricevuto e "da chi", se la «prestazione ha interessato la sua persona o altri familiari», «in che fase sono le cure», «quando sono cominciate», quante «sedute ci sono state» e quanto «ha pagato» e quando per ciascuna delle prestazioni ricevute.

Qualora i contribuenti forniscano «dati, notizie, elementi e documenti con dati incompleti o non veritieri» o se si «rifiutino di rispondere al questionario inviato o con risposte false o parziali» rischiano una multa fino a 2 mila 066 euro e una denuncia. I controlli vengono effettuati non a campione ma "a riscontro": significa che gli investigatori hanno già elementi (per esempio le agende degli studi sui quali si sta effettuando la verifica), quindi le bugie possono essere facilmente scoperte.

Questo tipo di accertamenti può riguardare tutti coloro tenuti a emettere fattura. E quindi nelle Marche è partito su un grossista di prodotti alimentari che probabilmente comprava merce a nero; a Lecce su un architetto praticamente nulla tenente eppure con una barca a vela da qualche centinaia di migliaia di euro; nell'hinterland milanese su un artigiano tra i migliori nell'installazione di porte blindate che - nonostante avesse quattro appuntamenti al giorno come testimoniava il file trovato sul suo computer - dichiarava poco più di zero. Ecco, i suoi clienti ora verranno chiamati a uno a uno. E se diranno il falso, rischiano multa e denuncia.

La stessa modalità di indagine può riguardare anche altri campi. Per esempio gli affitti in nero. A Roma, così come in altre grandi città universitarie, le Fiamme gialle hanno acquisito l'intero elenco degli studenti fuori sede e inviato loro il questionario chiedendo nome del proprietario, nome e numero dei coinquilini, se si dispone di un contratto regolare, da quanto tempo si è in affitto e informazioni sulla durata del contratto.

 

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