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Carmine Di Niro per www.ilriformista.it
MASSIMO DALEMA - FONDAZIONE DEGLI STUDI PROGRESSISTI
Massimo D’Alema portato in tribunale, quello civile di Bruxelles, dalla Feps, la Fondazione degli studi progressisti, ossia la Fondazione dei Socialisti europei, che l’ex presidente del Consiglio ha guidato dal 2010 al 2017.
Una settimana fa, scrive oggi Repubblica, la Fondazione ha infatti depositato una citazione in giudizio per una causa sulla restituzione di circa mezzo milione di euro che D’Alema, ex segretario dei DS, avrebbe intascato illegittimamente.
La conferma arriva dall’attuale segretario generale della Fondazione dei Socialisti europei, Laszlo Andor: “Abbiamo presentato l’azione legale venerdì scorso”. Ma l’ex presidente del Consiglio, ascoltato al telefono, risponde: “Iniziativa immotivata. Andremo in giudizio e poi sarò io a chiedere i danni. Di certo è una vicenda che davvero mi amareggia”.
La storia non è semplice: D’Alema viene eletto presidente della Fondazione legata al Pse nel giugno del 2010 e per tre anni svolge l’incarico senza ricevere alcuna remunerazione, così come avevano fatto i suoi predecessori e l’attuale presidente, la portoghese Maria Joao Rodrigues.
Nel 2013 per D’Alema, non più parlamentare in Italia, e fino al 2017, quando lascia la Fondazione dopo uno scontro col segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, viene introdotta una novità. D’Alema firma un contratto assieme all’allora segretario generale della Fondazione, il tedesco Ernst Stetter, per circa 120mila euro l’anno.
Un contratto ‘fantasma’, di cui nessuno sapeva niente perché mai sottoposto all’attenzione degli organismi dirigenti della Fondazione. Quei pagamenti, scrive Repubblica, non vengono mai effettuati con i canali digitali.
La circostanza del contratto a D’Alema emerge con l’inizio del mandato di Andor. Facendo un controllo sui conti della Fondazione, da lì a poco sarebbe arrivata una richiesta ordinaria dal Parlamento europeo a tutte le Fondazioni che ricevono contributi dall’Europa, l’economista ungherese scopre che negli anni successivi al 2017 emerge un consistente risparmio nel costo del lavoro, non dovuto a licenziamenti del personale ma a quel contratto tra D’Alema e Stetter.
I nuovi vertici chiedono dunque all’ex premier Italiano di restituire i pagamenti, D’Alema dice ‘no’ e si affida allo studio legale Grimaldi che fa valutare sua prestazione intellettuale da una società ad hoc, che ovviamente dà ragione al politico italiano.
massimo d'alema regala la maglietta di totti a renzi
Si arriva dunque a un voto: la Fondazione riunisce il suo board, di cui fanno parte 25 fondazioni europee (tra cui 4 italiane, comprese la Fondazione Gramsci e ItalianiEuropei, quella presieduta da D’Alema). Ben 23 sono favorevole alla causa, due si astengono. Venerdì quindi viene depositato l’incartamento al tribunale civile di Bruxelles: può iniziare la causa dei Socialisti contro D’Alema.
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