DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Ugo Magri per “la Stampa”
Con le buone e con le cattive, Giovanni Toti sta raggiungendo il suo scopo: Forza Italia sceglierà il successore di Silvio con le primarie. Magari non si chiameranno proprio così, ma il succo non sarà molto diverso. E ieri per la prima volta, tra le varie anime del mondo berlusconiano, si è raggiunto un sostanziale consenso.
Intorno al Tavolo delle Regole, incaricato di tracciare la strada verso la democrazia interna, si sono ritrovati Mara Carfagna, Antonio Tajani, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini oltre, naturalmente, a Toti medesimo. C' erano tutte le premesse per una bella lite sul da farsi, e invece niente.
Meloni mette la freccia Quasi senza colpo ferire, il governatore della Liguria ha messo sul tavolo la sua proposta in 16 punti, dove nei confronti del Cav non mancano i salamelecchi (gli va riconosciuto, assicura Toti, il titolo di Fondatore, di Presidente a vita e di Garante politico del movimento); però la leadership futura verrà conferita al vincitore delle primarie cui potranno partecipare gli iscritti e anche i non iscritti al partito, purché paghino un obolo di pochi euro.
In pratica, porte spalancate a chiunque, nella speranza che gli italiani accorrano e si arresti il declino. Nella supermedia di YouTrend, che tiene conto di tutti i sondaggi, Forza Italia è crollata al 7.8 per cento con i Fratelli d' Italia appena sotto. Giorgia Meloni ha già messo la freccia del sorpasso e intanto miete adesioni tra i «berluscones» delusi. Proprio mentre Toti e gli altri discutevano di procedure, lei festeggiava l' adesione del sindaco di Catania, Salvo Pogliese, e di altri «ras» elettorali siciliani.
SILVIO BERLUSCONI ALL EUROPARLAMENTO
L' incognita del Cav Anche Mara Carfagna suggerisce delle primarie, calibrate in modo più soft. E nessuno tra i presenti ha alzato la mano per dire: «Sono contrario». Tutti, come Mara, vorrebbero una classe dirigente legittimata, basta con decisioni prese non si sa bene da chi. Semmai bisogna fare di corsa, sciogliere in fretta il nodo delle regole per occuparsi di ciò che si attende la gente. Bernini invita a concentrarsi sui «contenuti», Gelmini propone un «Giro d' Italia delle idee». Si rivedranno tra due settimane, il clima è ottimo (garantisce Osvaldo Napoli) ma l' incognita è sempre la stessa: come la prenderà Berlusconi.
Lo raccontano molto su di giri. A una cena di qualche sera fa si è raccomandato con certi imprenditori che non finanziassero la campagna di Toti come avevano fatto in passato con lui. E' alla caccia di imprenditori disposti a sfidare Toti in caso di primarie, se non altro per mettergli un po' di strizza. Fa circolare voce di contatti con Stefano Domenicali, presidente della Lamborghini, e perfino con Umberto Cairo, editore e suo antico collaboratore. Né l' uno né l' altro pare siano allettati. Ma il fantasma di Cairo circola e Toti già si esalta all' idea: «Lo sfiderei volentieri. Sarebbe un bel duello».
SILVIO BERLUSCONI TAJANI LANCIO EUROPEE
ANTONIO TAJANI: «CAIRO? LO VEDREI BENE IN POLITICA»
«Non ho idea se Cairo voglia sul serio entrare in politica. Se così fosse, se si candidasse, sarei felicissimo di sfidarlo alle primarie del centrodestra. Non credo che sarà una cosa a breve termine». Così Giovanni Toti, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha commentato l' ipotesi di un possibile ingresso in politica del presidente di Rcs Urbano Cairo avanzata da Antonio Tajani nel corso di un' intervista rilasciata a Radio24.
«Non so se è suo interesse farlo - ha detto l' europarlamentare azzurro - ma Cairo potrebbe certamente essere un grande protagonista della politica del futuro, ha tutti i fondamentali per farlo. Poi, certo, dipende da lui».
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