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LA GRANDE FUGA DA VIA ARENULA – TRA DIMISSIONI A RAFFICA E NOMINE BLOCCATE, AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA SONO SENZA GUIDA TRE DIPARTIMENTI SU CINQUE – MENTRE PROSEGUE LO STALLO SUL CAPO DEL DAP, DOVUTO ALLO SCONTRO DEL SOTTOSEGRETARIO DELMASTRO CON IL COLLE, IL CSM HA UFFICIALIZZATO GLI ADDII DI ALTRI DUE DIRIGENTI, LUIGI BIRRITTERI E GAETANO CAMPO. E I LORO SOSTITUTI NON ARRIVERANNO A BREVE – IL RUOLO DELLA “ZARINA” GIUSI BARTOLOZZI, IL POTENTE CAPO DI GABINETTO…

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Estratto dell’articolo di Paolo Frosina per www.ilfattoquotidiano.it

 

CARLO NORDIO - VOTO DI SFIDUCIA ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE

Sei alti dirigenti dimissionari in poco più di un anno, tre dipartimenti su cinque rimasti ufficialmente senza un capo. Sono i numeri record (in negativo) della grande fuga dal ministero della Giustizia di Carlo Nordio [...]

 

[...] un’emorragia senza precedenti che ha avuto il culmine mercoledì scorso, quando il Consiglio superiore della magistratura ha dato l’ok al ritorno in toga di Luigi Birritteri e Gaetano Campo, i due magistrati scelti dal ministro per guidare rispettivamente i dipartimenti degli Affari di giustizia (Dag) e dell’Organizzazione giudiziaria (Dog).

 

Birritteri, com’era noto, ha chiesto di rientrare in ruolo il 10 aprile scorso; Campo l’ha imitato sei giorni dopo, il 16. Prima di loro, nell’arco di pochi mesi, avevano lasciato altre quattro figure centrali: il capo di gabinetto Alberto Rizzo, la direttrice dell’Ispettorato Maria Rosaria Covelli, il capo della digitalizzazione Vincenzo De Lisi e il numero uno del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) Giovanni Russo.

 

Carlo Nordio e Luigi Birritteri

Se i primi tre sono stati sostituiti, la nomina del nuovo capo del Dap manca ormai da quasi sei mesi: la Presidenza della Repubblica infatti ha bloccato la promozione della vice Lina Di Domenico, decisa in quattro e quattr’otto da Andrea Delmastro, sottosegretario di FdI con delega alle carceri, senza consultare il Colle.

 

E ora che il Csm ha ufficializzato gli addii di Campo e Birritteri, restano senza guida anche altre due strutture fondamentali come il Dag, competente tra l’altro sulla cooperazione internazionale, e il Dog riferimento organizzativo di tutti gli uffici giudiziari italiani.

 

GIUSI BARTOLOZZI

I nuovi capi in realtà sono già stati scelti: agli Affari di Giustizia andrà Antonia Giammaria, già pm a Roma e direttrice generale degli Affari giuridici e legali, all’Organizzazione Stefano De Michele, già presidente del Tribunale di Tivoli e attuale dg delle Risorse. Ma i tempi dell’avvicendamento non saranno brevi: Nordio vuole evitare a tutti i costi un nuovo incidente col Quirinale e quindi saranno compiuti tutti i necessari passaggi – formali e informali – prima di procedere alle nomine.

 

Per quanto riguarda il caso Dap, invece, la soluzione non è ancora in vista: rispondendo a un’interrogazione parlamentare, il Guardasigilli ha fatto capire di voler insistere sul nome di Di Domenico, che nel frattempo governa di fatto il dipartimento come reggente. […]

 

Giovanni Russo Carlo Nordio

Secondo innumerevoli retroscena (mai smentiti), la ragione dietro la maggior parte degli addii è lo strapotere della capa di gabinetto Giusi Bartolozzi, magistrata fuori ruolo e già deputata di Forza Italia. Ascoltatissima da Nordio, è stata la vice di Rizzo per un anno e mezzo, scavalcandolo però in continuazione, tanto da spingerlo alle dimissioni.

 

Promossa al posto del suo ex superiore, Bartolozzi ha accentrato su di sé il controllo di quasi tutte le articolazioni del dicastero, tanto da guadagnarsi i nomignoli di “ministra ombra” o “zarina“.

 

Andrea Delmastro Lina di Domenico

Nel caso dell’ex capo Dap Russo, invece, a pesare è stato il rapporto teso con Delmastro, definitivamente compromesso dopo che il dirigente ha reso una testimonianza sfavorevole al sottosegretario (poi condannato in primo grado a otto mesi) nel processo a suo carico per rivelazione di segreto per il caso Cospito.

 

Ancora diversa la vicenda di Birritteri, precipitata a causa dello scandalo Almasri: erano stati i suoi uffici, infatti, a preparare l’atto per chiedere di tenere in carcere il generale libico accusato di torture.

 

CESARE PARODI E CARLO NORDIO CON LA SIGARETTA AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Ma il ministro aveva rifiutato di firmarlo e trasmetterlo alla Corte d’Appello di Roma, permettendo così la liberazione.  […]

ANDREA DELMASTROgiusi bartolozzi