DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
1. PRONTE 13MILA FIRME
Fabrizio Boschi per “il Giornale”
Quindici anni fa c' era la guerriglia. Sassi e molotov contro polizia e carabinieri. Sono passati già 15 anni, eppure a Genova gli echi assordanti di quel folle G8 del 2001 si sentono ancora. Quindici anni dopo la morte di Carlo Giuliani, ieri alle 17.27 piazza Alimonda si è fermata per ricordare il no global ucciso da una pallottola sparata per legittima difesa dal carabiniere Mario Placanica, rannicchiato in un Defender dell' Arma. La storia la sanno tutti.
Sempre ieri, a meno di 3 chilometri di distanza, si è tenuto in un hotel di Genova Marina, un convegno dal titolo eloquente: L' estintore quale strumento di pace G8 2001 15 anni dopo, organizzato dal Coisp (Coordinamento per l' indipendenza sindacale delle forze di polizia) che vanta d' essere già dal 1994 «il sindacato maggiormente rappresentativo a livello nazionale» e dice di rappresentare 7.250 divise.
«Il titolo è un po' forte, ma non voleva essere una provocazione. Non era nostra intenzione scaldare gli animi», dice il segretario generale regionale Coisp, Matteo Bianchi il quale ricorda che piazza Alimonda è stata negata «per un convegno in cui si parla del G8 a 360 gradi».
«Non commento, non mi interessa. Non abbiamo mai preso in considerazione un sindacato che rappresenta una manciata di agenti», taglia corto il padre di Carlo, Giuliano. La polemica corre anche sui social, dove insulti, violenza verbale e fango contro la polizia hanno superato il limite di guardia. Il fumettista Zerocalcare difende Giuliani, viene subissato di critiche e Facebook oscura la sua pagina. C' è chi chi paragona la camionetta dei carabinieri di Genova al camion del terrorista islamico a Nizza. Follia pura.
Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato è intervenuto telefonicamente per dire che «a Genova c' è chi difendeva la legalità come Placanica e chi seminava la violenza. Se avesse manifestato pacificamente le sue idee forse sarebbe ancora vivo».
Intanto una raccolta firme per rimuovere il monumento situato in Piazza Alimonda alla memoria di Carlo Giuliani, sta andando avanti alla questura di Genova. «Oggi non possono tacciarci di essere fascisti, abbiamo raccolto 13mila firme in giro per tutta l' Italia per la rimozione del monumento farsa, abbiamo avuto un milione e 800mila condivisioni sulla nostra petizione on line su Facebook per la rimozione e migliaia di messaggi di stima ed affetto per andare avanti su questa strada, provenienti da persone di tutte le età ed appartenenti alle più svariate aree politiche», dice Bianchi.
L' europarlamentare di Forza Italia Elisabetta Gardini ricorda che «a proposito di tortura, qui il vero torturato è Placanica. Dovrebbe vergognarsi la sinistra a chiamarlo ancora assassino. La Boldrini si vergogni e taccia».
Infine Alessandro Sallusti, direttore del Giornale è perentorio: «Placanica ha fatto bene a sparare. Per questa frase, della quale anche oggi sono pienamente convinto, sono stato condannato per diffamazione perché in Italia non si può dire quello che una sentenza ha stabilito.
Noi al Giornale ci siamo sempre schierati dalla parte delle forze dell' ordine istituendo anche un fondo di 600mila per aiutare i poliziotti e carabinieri in difficoltà come quello recentemente sospeso da Alfano per aver detto che alla Diaz avevano fatto un buon lavoro. Il problema non erano i Giuliani, ma i Boldrini, i Santoro, i Lerner, i Casarini che chiedono il dialogo con chi investe con un camion i nostri ragazzi. La storia dimostrerà che siamo dalla parte giusta».
Mentre loro parlavano, nella piazza con la targa in ricordo del 23enne no global, con scritto «20 luglio 2001, Carlo Giuliani ragazzo», si è tenuta l' annuale manifestazione «per non dimentiCarlo» con appartenenti all' ex Genova Social forum, Rifondazione comunista e movimenti che hanno sempre seguito la vicenda processuale della famiglia Giuliani. Naturalmente presente.
2. PLACANICA: C’E’ ARIA DI OMICIDIO
F.Bos. per “il Giornale”
Seduto tra il pubblico del convegno a Genova avrebbe dovuto esserci anche Mario Placanica, l' ex carabiniere indagato per omicidio per l' uccisione di Giuliani ma prosciolto nel 2003 per legittima difesa e uso legittimo delle armi. Non c' era perché Mario sta male. Sta male da 15 anni. Aveva 24 anni nel 2001, oggi ne ha 39 e vive con la famiglia a Catanzaro. Ma da quel 20 luglio non si è più ripreso.
mario placanica i post su facebook
«Io ho bisogno di vivere e non parlare più di questo cavolo di G8 - dice Carlo in un messaggio dove giustifica la decisione di non presentarsi al convegno di Genova - Non posso pagare io gli errori degli altri. Sono una vittima del dovere, mi hanno torturato dal 2001 e non so a chi addebitare i danni. Chiudiamo qui la mia storia del G8. Per favore». Un grido di dolore il suo, al quale si unisce quello dei colleghi-amici, come Franco Maccari, segretario nazionale Coisp e di un altro poliziotto catanzarese come lui, Giuseppe Brugnano: «È ridotto ai minimi termini».
«Sì, ha ragione Mario. Lui è una vittima come siamo vittime tutti noi. Se non sapessimo che oggi sta così male, sottoposto a cure farmacologiche continue e se non avessero issato quel cippo che secondo noi lo disonora e ci disonora, non saremo qui.
Facciamo tutto per lui, perché sta tanto male. Da 15 anni», dice Maccari.
Un grido di dolore che le istituzioni invece non ascoltano. Il sindaco Marco Doria è stato invitato ma non ha nemmeno risposto. «Ogni anno veniamo tacciati di essere fascisti, basta. Noi vogliamo solo che la verità sia una. Abbiamo invitato tutti - si difende Maccari - anche appartenenti M5S, della segreteria nazionale Pd, ma purtroppo ogni anno declinano invito, così come ha fatto il sindaco».
Anche il padre di Carlo Giuliani è stato invitato, ma nulla. «Dice che non rappresentiamo nessuno. Perché lui chi rappresenta? Noi siamo stati eletti da oltre 7mila poliziotti». E questa storia di piazza Alimonda off limits proprio non va giù agli agenti.
«Una cosa gravissima. Ci tolgono la libertà di movimento nella nostra città. Una specie di Daspo, dall' 8 al 21 luglio di ogni anno. Non si può tacere ancora e mi dispiace che la nostra amministrazione ci metta i bastoni tra le ruote e non riconosca che siamo poliziotti. Noi la violenza la sediamo, non alimentiamo. Sono gli altri che lo fanno». E sul titolo provocatorio smentisce tutti: «L' estintore è una metafora, uno strumento che di solito serve per spegnere gli incendi. Nel 2001 è stato usato come un' arma».
A gettare benzina sul fuoco su Twitter ci ha pensato il leader comunista Paolo Ferrero: «Il Coisp tiene a Genova un convegno con l' assassino di Carlo Giuliani. Il ministro Alfano non ha nulla da dire?». Una frase che ha destabilizzato ancora di più Placanica: «Sono il loro agnello sacrificale, qualcuno mi vuole morto. Qui c' è tensione, aria di omicidio. Ho paura».
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