GARANTI DELLA PARZIALITÀ - TRASPARENZA ALL'ITALIANA: UN FIUME DI CURRICULA PER LE AUTHORITY, MA I PARTITI HANNO GIÀ I LORO CANDIDATI - IL PDL COMPATTO SUI DUE ANTONIO, MARTUSCIELLO E PRETO - BISOGNA VEDERE SE IL PD (CHE PROMUOVE DECINA E SASSANO) LASCERÀ UN POSTO ALL'UDC - A SINISTRA, GLI OUTSIDER NON MANCANO: DA GIOVANNI VALENTINI A ROBERTO ZACCARIA. MA ALLA FINE VINCERA’ IL BOCCONIANO CARDANI…

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Paolo Festuccia per "la Stampa"

Si sono candidati in tanti. E del resto, non poteva essere altrimenti: sia perché le poltrone delle Authority hanno sempre fatto gola a partiti e parlamentari, sia perché per la prima volta a chiedere i curriculum sono state le istituzioni parlamentari stesse. Dunque, per certi versi, una novità. E così di candidature ne sono arrivate molte. Alcuni di riconosciuta autorevolezza. Alle 13 di ieri, infatti, sui banchi della selezione di Montecitorio per il rinnovo di tre Autorità (Agcom, Privacy e Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa) giacevano almeno 90 curriculum.

Tanti, al punto, che il parlamentare del Pd, Vincenzo Vita, con sano realismo, ha chiesto di rinviare il voto, «non foss'altro perché non c'è il tempo per esaminare le candidature». Come dire: se si sceglie la strada della trasparenza poi non si può eludere il percorso. Dunque, altro che via partecipativo. E già, perché curriculum a parte, i nomi che spuntano tra i divani di Montecitorio sono ben altri. Anzi, a sentire fonti ben informate, gli accordi sono chiusi.

Almeno per quel che concerne il Pdl che punta sulla riconferma di Antonio Martusciello e mette in pista il capo di Gabinetto in Europa di Tajani, Antonio Preto. Se il capitolo centrodestra appare definito, i dubbi restano tra l'Udc e il Pd. Il nodo da sciogliere, infatti, è quello in seno ai centristi: vorranno anche loro un posto? E chi lascerà fuori allora il Pd tra i tecnici Maurizio Decina e il preside di ingegneria de La Sapienza, Antonio Sassano? E soprattutto, si chiede un dirigente dei «democrat», chi è l'esponente su quale punterebbe l'Udc? Rodolfo De Laurentiis, consigliere uscente del cda Rai o Luca Volonté.

Di fatto, oggi, dalla discussioni dei gruppi le novità emergeranno. E insieme alle possibili scelte (che poi arriverebbero in aula se c'è accordo per il voto domani) non mancheranno le polemiche: sia sulle modalità con le quali si è giunti alla selezione dei candidati, sia per le polemiche interne e intorno ai partiti. Arturo Parisi avverte: «Non voterò nessun candidato se non sulla base della sua sicura competenza e dell'assenza di ogni traccia di relazione con chi è destinato a essere da lui regolato. Il solo fatto che un candidato a controllare abbia o per le modalità della sua nomina possa trovarsi in una condizione anche solo apparentemente di dipendenza sarà motivo di esclusione del mio voto».

Le polemiche, dunque, anche stavolta ci saranno. Come sempre. Al punto che molti a sinistra del Pd fanno osservare che la «cessione di un esponente all'Udc» già prefigurerebbe per il futuro una «Agcom a trazione berlusconiana». Tutto, allora, dipenderà anche dalla scelta del presidente. Figura immaginata da sempre super partes, garante, che pare essere il bocconiano Marcello Cardani. Certo gli outsider non mancano: da Giovanni Valentini a Roberto Zaccaria. L'ex capogruppo alla Camera del Pd Antonello Soro, invece, potrebbe finire alla presidenza della Privacy.

 

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