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Anais Ginori per repubblica.it - Estratti
Nessun campo largo, va in crisi l'alleanza tra i partiti della sinistra francese. Il partito socialista si allontana sempre di più dalla France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Il Ps ha infatti annunciato che non voterà la sfiducia presentata da Lfi contro il governo di François Bayrou. Per approvare l'agognata legge di Bilancio e quella sulla Sécurité sociale (il Welfare francese), il premier ha deciso di utilizzare l'articolo 49.3 della Costituzione che consente di varare una legge scavalcando il Parlamento, salvo adozione di una mozione di censura (equivalente alla sfiducia) nelle 24 ore successive.
Non appena il premier ha fatto l'annuncio, il deputato di Lfi Eric Coquerel ha presentato la censura che sarà messa al voto domani. A due mesi dalla caduta del governo dell'ex premier Michel Barnier, i parlamentari dell'Assemblée Nationale sono chiamati di nuovo a votare la sfiducia sulla legge di Bilancio. Barnier non era sopravvissuto. Bayrou - nonostante un esordio complicato e tra molte gaffe - potrebbe invece farcela.
Anche grazie al ministro dell'Economia, Eric Lombard, arrivato nel dicastero chiave con il compito di trovare un compromesso politico con i socialisti. Amico di lunga data del segretario del Ps, il ministro dell'Economia - già presidente della Cassa Depositi e in Generali France - ha portato lo storico partito della sinistra a sganciarsi da Mélenchon.
olivier faure francois hollande
I socialisti ripetono che non c'è un vero e proprio "patto di non sfiducia", quando piuttosto una scelta dettata per “senso di responsabilità” e “nell'interesse del Paese”. Una prima svolta c'era stata in occasione del discorso di insediamento di Bayrou, quando i socialisti non avevano votato la sfiducia presentata da Lfi.
Non è ancora chiara la posizione del Rassemblement National. Il partito di Marine Le Pen deciderà nelle prossime ore l'indicazione di voto: alcuni deputati come Jean-Philippe Tanguy, membro della commissione Finanze, sono orientati a votare la sfiducia. Ma oggi il presidente del partito Jordan Bardella ha detto che il Rn è orientato a non votare la sfiducia a Bayrou sulla finanziaria per non aggravare "l'instabilità" in Francia, aggiungendo che la mozione di censura non ha "matematicamente" nessuna chance di essere adottata dopo il rifiuto dei socialisti di votarla.
(…) Dopo la decisione dell'ufficio nazionale del partito socialista francese, Mélenchon ha decretato un divorzio nell'alleanza di partiti di sinistra che erano arrivati in testa alle legislative di luglio. “Il Nuovo Fronte Popolare si è ridotto di un partito”, ha scritto il leader di Lfi, sul suo blog.
Per la sinistra francese significa una rivoluzione negli equilibri con conseguenze sulle prossime scadenze elettorali, a cominciare dalle amministrative fino alla presidenziale. La decisione di tagliare con l'ala più radicale era promossa da mesi dall'ex presidente François Hollande.
Qualche giorno fa, anche l'ex premier Lionel Jospin, che parla solo in rare occasioni, si era pronunciato per non far cadere l'esecutivo Bayrou. Scegliendo la strada della "responsabilità" i socialisti cercano di sottrarsi dall'egemonia di Mélenchon, cercando di ritrovare una loro leadership a sinistra. Il Ps dovrà però affrontare entro l'estate un congresso che non sarà facile per via delle molte correnti interne e concorrenti.
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