
DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI…
Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
Ti dicono: no, guarda, lascia stare. Roberto è di pessimo umore, scatta per un niente, è cupo, negativo, quasi invecchiato e del resto bisogna capirlo, poverino, perché i sondaggi lo danno sotto alla grillina Raggi, forse pure alla Meloni e un bel pezzo di partito, se ancora a Roma il Pd è un partito, un bel pezzo di zoccolo duro composto da capetti falliti e infedeli faccendieri di sezione invece di dannarsi per la rimonta assiste gongolando immobile, felice di veder andare a sbattere il candidato sindaco scelto da Matteo Renzi.
roberto giachetti cristina cosentino
roberto giachetti (2)
Anime nere? Può darsi. La politica è piena di anime nere. Meglio andare a vedere. Tra mezz' ora Roberto Giachetti presenterà la sua lista nella sede del comitato elettorale, all'ex Dogana, scalo di San Lorenzo: le finestre spalancate su un cielo azzurro, il rumore dei treni nel silenzio dei corridoi, stanze enormi e vuote, qualche scrivania di Ikea, qualche sedia, un paio di volontari annoiati, telefoni muti (è interessante sapere che in questo momento, all' ex Collegio Nazareno, nella sede del partito, c' è invece l' impazzimento dei telefoni fissi e dei cellulari: Matteo Orfini, il commissario straordinario, sta faticosamente cercando di chiudere la lista ufficiale del Pd e urla, minaccia, poi cambia tono, chiede dolcemente, implora, e però di nuovo subito s' infuria, perché gli sembra intollerabile, e forse magari lo è, che chiunque detti condizioni, voglia garanzie e per accettare il ruolo di capolista pretenda la certezza di diventare almeno assessore).
Arriva un tecnico di Sky: «Aho'! Noi dovemo piazzà le luci…». Una signora, l'aria davvero chic, si volta e fa: «Gradisce un po' di pizza bianca?». Si apre una porta ed esce Daniele Palmisano, responsabile organizzazione: «L'atmosfera è moscia, lo vedo. Ma la campagna elettorale, di fatto, sta cominciando in queste ore…». Poi, in fondo al corridoio, compare Roberto Giachetti.
Viene avanti sorridendo, fresco, di buonissimo umore: fisicamente, plasticamente assai distante dai miasmi del suo partito. Appoggia le spalle al muro (attacca lui). «Sa cosa dovete farci con i sondaggi?». Cosa?
«Buttarli nel cestino. Perché se davvero, come sembra, Berlusconi molla Bertolaso e porta FI sulla Meloni, allora la partita diventa a tre: tra me, Giorgia e la Raggi. La scena cambia radicalmente: e con alcune variabili che possono risultare decisive». Le spieghi.
«Primo: con uno scenario così, i voti moderati di Marchini che fine faranno? Secondo: tutti gli osservatori sono concordi nel dire che la Raggi ha raggiunto il suo picco. Mentre per me, adesso, inizia la campagna elettorale di tutti i candidati delle sette liste che mi sostengono: può essere un impulso forte, no?».
un selfie con roberto giachetti
Ragionamento condivisibile: anche se restando ai sondaggi attuali… «Bah! Quello attribuito alla Ghisleri, che mi dava addirittura terzo, è stato smentito dalla Ghisleri stessa. La forbice vera, fra me e la Raggi, è tra il 2% e il 3%. Ma lei lo sa come funziona con i sondaggi, no?». Non ci prendono sempre.
«Sono più le volte che sbagliano. Bersani avrebbe dovuto stravincere le elezioni, ma poi finì in un pareggione con FI e M5S. Alle Europee era annunciato il sorpasso del M5S, e invece il Pd ottenne la vittoria più netta degli ultimi anni…». Il suo vero problema, comunque, non sono i sondaggi.
«Ah no?». No. «E qual è?». È il Pd. Lo sa anche lei. «Ho scalato la montagna. Quando sono partito ero al 15%, adesso sono al 26%. Faccio iniziative, incontro cittadini: le cicatrici provocate da Mafia Capitale ancora sanguinano, Marino ha lasciato una città stravolta… il Pd, sì, ha purtroppo un' immagine opaca. La gente, all' inizio, mi guardava e mi chiedeva: perché te dovrei da' er voto?».
giorgia meloni dejan cetnikovic al karaoke rock bike 2
E lei? «Ho risposto a tutti così: vi chiedo il voto perché mi chiamo Roberto Giachetti e sono pulito, ho una storia politica pulita, sono romano, conosco Roma, la amo, e in più ho già lavorato in Campidoglio ai tempi di Rutelli e voglio portare novità vere». Anche la Raggi e la Meloni dicono, più o meno, le stesse cose.
«Sì, ma io ho fatto già due cose concrete: ho promesso che due settimane prima del voto annuncerò la mia squadra di assessori, fregandomene di tutti i possibili giochini di potere del partito… E tra due ore andrò alla commissione Antimafia e consegnerò a Rosy Bindi le mie liste: gesto che, se permette, definirei storico».
Il punto è che la lista del Pd non è ancora pronta. Il Pd, a Roma, è un partito incattivito, capriccioso, confuso. Giachetti corre i cento metri con uno zaino pieno di sassi sulle spalle. Va a presentare la sua lista personale e dentro ci sono anche lo scrittore Marco Lodoli e la campionessa di nuoto Alessia Filippi.
In quella del Pd, ancora nell' ultima ora, gente che entra, esce, rientra. Poi fa buio e arriva l'annuncio di Matteo Orfini su Facebook. Eccola. La capolista è Piera Levi Montalcini, nipote di Rita (ex consigliera comunale a Torino), poi c'è l'ex deputata Paola Concia (che cercava, da tempo, di rientrare in politica). Gli altri candidati nemmeno a elencarli, vi direbbero poco.
DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI…
DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN…
FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA,…
DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E'…
DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA…
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…