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Fiorenza Sarzanini per il ''Corriere della Sera''
La relazione sul procedimento disciplinare contro il vertice di Banca Etruria sarà consegnata ai magistrati. Prima della pausa natalizia gli ispettori di Bankitalia arriveranno in Procura per depositare le conclusioni della terza ispezione, che dieci mesi fa provocò il commissariamento. E affidare così all' esame del capo dell' ufficio Roberto Rossi le contestazioni contro i componenti del consiglio di amministrazione guidato dal presidente Lorenzo Rosi e dal vicepresidente Pierluigi Boschi, il padre del ministro Maria Elena, che deve rispondere di undici «carenze».
maria elena boschi banca etruria
Un passo ufficiale che può far finire nel registro degli indagati tutti i membri del cda, come già avvenuto per lo stesso Rosi e per il consigliere Luciano Nataloni per «conflitto di interessi» proprio sulla base di quella verifica effettuata per ordine di palazzo Koch tra il 14 novembre 2014 e il 27 febbraio 2015.
Fideiussioni, consulenze, operazioni immobiliari, finanziamenti: nel dossier c' è l' elenco dei motivi che hanno portato l' Istituto al dissesto. Un vero e proprio atto d' accusa dal quale tutti devono adesso difendersi.
I «crediti deteriorati»
fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 5
Secondo gli ispettori «le strutture deputate alla gestione del credito deteriorato non sono risultate adeguate a fronteggiare in modo efficace l' imponente crescita delle partite anomale». Una carenza già riscontrata nel corso della seconda ispezione - dal 18 marzo 2013 al 6 settembre 2013 - ed evidentemente non sanata. Anzi. Una delle ultime contestazioni riguarda le «garanzie consortili, non risultate attivabili nel 23 per cento dei casi mentre le fideiussioni rilasciate dai garanti sono risultate nel 91 per cento dei casi inefficaci».
Una situazione ritenuta gravissima alla quale il cda non ha evidentemente fatto fronte. Secondo Bankitalia, la concessione di finanziamenti a società «amiche» e l' affidamento di consulenze in alcuni casi ritenute inutili, hanno ulteriormente pesato su un bilancio già in profondo rosso .
Del resto «la collocazione di un prestito subordinato da 60 milioni nel giugno 2013 e l' aumento di capitale per 100 milioni di euro a titolo oneroso, sempre nello stesso mese, hanno provocato un rischio reputazionale e sono stati tra le cause che hanno dato luogo a una performance particolarmente negativa della quotazione del titolo, con una flessione del 54,4 per cento» mentre in quel periodo il settore aveva registrato una flessione generale del 9,4 per cento.
lorenzo rosi pier luigi boschi
Le sanzioni personali
Il procuratore analizzerà le contestazioni amministrative per stabilire se gli illeciti abbiano anche un risvolto penale. Ci si muove su binari paralleli, ma in alcuni casi le conclusioni si sovrappongono, come accaduto appunto nel caso dei finanziamenti concessi senza comunicare di essere in «conflitto d' interessi» visto che le società erano riconducibili proprio a Rosi e Nataloni.
Le controdeduzioni dei consiglieri sono già state trasmesse a Bankitalia, entro qualche giorno dovrebbe arrivare la decisione sull' erogazione delle sanzioni. Alcune indiscrezioni avvalorano la possibilità che l' ammontare complessivo possa essere simile a quello precedente, quando furono comminate multe per due milioni e mezzo di euro divise tra i vari componenti del cda, e Boschi fu costretto a pagare 144 mila euro. Nella nuova relazione ci sono undici punti dei quali deve rispondere l' ex vicepresidente e attengono all' intera gestione patrimoniale visto che l' attività degli ispettori è stata in realtà un' attività di controllo «ad ampio spettro», dunque relativa a una verifica generale.
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