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Enrico Franceschini per "la Repubblica"
Bye-bye Buckingham Palace. Se e quando diventerà re, il principe Carlo trasformerà in museo il palazzo in cui hanno risieduto i suoi predecessori, e trasferirà la sua corte fuori dalla capitale, nel castello di Windsor. Sarebbe una delle clamorose riforme che l´erede al trono ha in programma per il giorno in cui diventerà re Carlo III, secondo le indiscrezioni raccolte dal più famoso giornalista della Bbc, Andrew Marr, per un libro ("Diamond Queen") e un documentario in coincidenza con il giubileo di Elisabetta II, sessant´anni sul trono, che saranno celebrati nel giugno 2012.
Un appuntamento a cui la sovrana si avvicina in preda ad ansie da austerità : il Financial Times ha scoperto che ha fatto mettere i contatori in tutte le sue sontuose residenze, per risparmiare sul consumo di elettricità e riscaldamento, oltre a cartelli con l´avviso, «spegnere la luce quando uscite dalla stanza». Forse anche per questo suo figlio vorrebbe andare a fare il "re di campagna" a Windsor?
«Da molto tempo il principe Carlo si è distanziato fisicamente ed emotivamente dalla corte della madre», scrive Marr nel libro, di cui il Sunday Times anticipa un estratto. «La sua ascesa al trono sarebbe seguita da un licenziamento di massa dell´attuale staff di Buckingham Palace. E una delle idee più rivoluzionarie di Carlo sarebbe abbandonare del tutto il palazzo reale nel cuore di Londra, per farne un museo e un centro per eventi ufficiali, scegliendo come base della famiglia reale non Londra, bensì il castello di Windsor», a pochi chilometri dalla capitale.
A livello ufficiale, naturalmente, nessuno conferma, ma è inevitabile che lo facciano. Le fonti di Marr, che per scrivere la biografia ha seguito dappertutto la regina per due anni, sono buone, pur restando anonime. E conoscendo l´amore di Carlo per il "countryside", il suo anticonformismo, la sua voglia di cambiare, è lecito credere al progetto di un trasloco da un palazzo reale all´altro, da Londra a Windsor.
Il punto è se Carlo potrà attuarlo, ovvero se diventerà re. Un´altra rivelazione del libro di Marr è che il principe talvolta confida ai suoi collaboratori: «Non so se sopravviverò a mia madre». Lei ha 85 anni e in questi giorni sta visitando l´Australia (per la sedicesima volta del suo lungo regno). Lui ne ha 62, ed è l´erede al trono che ha atteso più a lungo di salirci nell´intera storia della Gran Bretagna. Considerato che la madre di Elisabetta morì a 101 anni, non è impossibile immaginare che la regina viva ancora a lungo; o addirittura più a lungo di Carlo.
La biografia di Marr rivela che la famiglia reale ha perlomeno discusso piani di una possibile abdicazione di Elisabetta a favore del figlio, per esempio se lei si ammalasse gravemente, o di una sua "reggenza": lei resterebbe sul trono, lui ne farebbe di fatto le veci. Sulla successione, tuttavia, pesa ancora di più anche l´incognita di William, che da quando ha sposato Kate è diventato, insieme alla sua sposa, la vera stella della monarchia: saltare un turno e dare il trono a lui (e a Kate), anziché a Carlo (e a Camilla), sarebbe un colpo perfetto dal punto di vista del marketing della casa reale, e non è escluso che la stessa Elisabetta ci pensi. Convincere Carlo ad abdicare in favore del figlio non sarebbe facile, ma i suoi programmi di riforme radicali potrebbero indispettire la madre, spingendola a lasciare il trono a un nipote per il quale sembra provare più affetto che per Carlo.
Come che sia, Elisabetta ha però un problema più urgente: le bollette della luce e del gas dei suoi cinque castelli. Un conto salito a 2 milioni e 200 mila sterline (circa 2 milioni e mezzo di euro) nel 2011, con un aumento del 12 per cento rispetto all´anno precedente, che la regina sostiene di far fatica a pagare con il budget di 32 milioni di sterline messole a disposizione dallo stato (60 pence, circa 1 euro, a contribuente - una spesa non eccessiva in cambio della pubblicità che la monarchia fa alla Gran Bretagna, con tutto il turismo e business che attira).
Così il Financial Times racconta che Sua Maestà ha fatto mettere nei suoi cinque castelli dei contatori speciali, che permettono di consumare energia nelle ore a basso costo e risparmiare qualche soldo. Inoltre la regina ha fatto appendere ovunque cartelli che ordinano perentoriamente alla servitù: "Spegnere le luci ogni volta che uscite da una stanza".
L´austerity è dunque arrivata anche a Buckingham Palace. Beninteso, se Elisabetta usasse la sua notevole fortuna privata (400 milioni di sterline tra immobili e investimenti), non avrebbe problemi a pagare la bolletta, aumenti o meno. Ma è una donna all´antica, considera la parsimonia un dovere e preferisce dare l´esempio ai suoi sudditi, risparmiando come una massaia qualunque che spegne la luce quando esce da una stanza. Chissà se la regina è informata che quest´inverno moriranno 200 cittadini britannici al giorno (la stima è dell´Observer) perché non hanno i soldi per il riscaldamento.
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