GRAZIA? NO, GRAZIE - RE GIORGIO NON VUOLE SALVARE LE CHIAPPE FLACCIDE AL BANANA: “NON ACCETTERÒ ALCUN TIPO DI RICATTO”

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Umberto Rosso per "la Repubblica"

«Non accetterò ricatti». Giorgio Napolitano alza un muro davanti al centrodestra che gli pone aut aut, e alla fine di una tesissima giornata fitta di colloqui in cui risponde colpo sul colpo agli affondi che arrivano dal Pdl, il capo dello Stato mette bene in chiaro con gli ambasciatori di Berlusconi un punto fermo: la richiesta di grazia per Berlusconi è «irricevibile».

Ed è questa la "conditio" su cui poggia il disco verde dato all'incontro con Schifani e Brunetta, che domani dovrebbero essere ricevuti al Colle come richiesto. A Enrico Letta, sentito più volte ieri, invece l'incoraggiamento di Napolitano: «L'esecutivo deve andare avanti». Concordi, presidente della Repubblica e premier, sul fatto che tuttavia va rifiutata una strategia del logoramento, che non si debba andare avanti a tutti i costi.

Un momento-chiave per capire le vere intenzioni del Pdl, hanno perciò stabilito Napolitano e Letta, sarà la manifestazione di oggi contro la condanna del Cavaliere. Dal Colle sarebbe venuta la raccomandazione al Pdl, attraverso Gianni Letta, di tenere fuori i ministri. Accolta.

Ma il capo di Stato aspetta soprattutto di soppesare i toni, il clima, l'intesità della carica anti-magistrati nell'iniziativa (oltre che eventuali attacchi al Quirinale). Dipende molto anche da questo passaggio la mossa successiva che stanno valutando al Colle: un'apertura del governo alle richieste del Pdl, con qualche iniziativa specifica, sul tema della riforma della giustizia.

Terreno scivolosissimo, con un'ala del Pd in allarme, da affrontare solo a condizione che non appaia come una concessione alla voglia di vendetta del Cavaliere nei confronti dei giudici. Nodi che il premier avrebbe voluto affrontare direttamente col presidente della Repubblica, ma altri impegni lo hanno trattenuto a Pisa, rinviando comunque il faccia a faccia ai prossimi giorni.

Ma intanto, la questione della clemenza per il Cavaliere va tolta subito dal tavolo del Quirinale. Nell'udienza di domani con Schifani e Brunetta non va messa in campo, non essendo né titolati i due a farlo né possibile avviare qualunque iter in questa fase. Un incontro con i due che comunque per tutto il giorno ha ballato, e a un certo punto ha rischiato di slittare, se non proprio di saltare.

Colpa di una gaffe del capogruppo dei deputati che, in un'intervista al Tg4, non solo ha usato lo sgarbo di anticipare lui la notizia dell'incontro col presidente della Repubblica ma soprattutto ha "dettato" toni e temi del colloquio. Saremo «determinati » e chiederemo il «ripristino» della democrazia, anticipa minaccioso Brunetta. Parole che, in un clima già infuocato, non sfuggono al Quirinale. Presentare l'udienza al Colle come un braccio di ferro, e su una questione che Napolitano ha già tagliato fuori dall'agenda, provoca altri malumori. Che filtrano fino al capo dei deputati del Pdl che, con una nuova dichiarazione, aggiusta il tiro e smorza.

 

NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI Napolitano - BerlusconiSILVIO BERLUSCONI ENRICO LETTA LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI SCHIFANI E BRUNETTA LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI SCHIFANI E BRUNETTA