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IL LAVORO SMOBILITA L’UOMO - GRAZIE ALL’AUMENTO DEI REQUISITI, I PENSIONATI DEL PRIMO TRIMESTRE DELL’ANNO SONO CALATI DEL 34% RISPETTO AL 2015 (95 MILA DOMANDE CONTRO 145 MILA) - DA QUEST’ANNO PER PARCHEGGIARSI ALL’INPS SERVONO 66 ANNI E 7 MESI

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Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

 

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Il nuovo aumento dei requisiti per la pensione – 4 mesi in più all’inizio del 2016 – ha fatto diminuire del 34,5% i nuovi assegni liquidati nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2015: 95.381 contro 145.618, dicono le tabelle diffuse ieri dall’Inps sui flussi di pensionamento. È l’effetto dell’ultimo adeguamento dei requisiti alla speranza di vita. Da quest’anno infatti per andare in pensione di vecchiaia servono 66 anni e 7 mesi (per le dipendenti private un anno in meno; per le autonome 6 mesi in meno) mentre per la pensione anticipata sono necessari 42 anni e 10 mesi (per le donne un anno in meno).

 

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Il prossimo adeguamento ci sarà nel 2019 e poi ogni due anni. Con la conseguenza che, di aumento in aumento, si stima che nel 2049 l’età minima legale per la pensione di vecchiaia arriverà a 70 anni e il minimo di contributi per ottenere la pensione anticipata a 46 anni e 3 mesi.

 

Per effetto dello scalino di quest’anno, l’età media effettiva di pensionamento nel primo trimestre del 2016 è risultata, tra i lavoratori dipendenti, di 65 anni per la pensione di vecchiaia e di 60,3 anni per quella anticipata. Nella gestione coltivatori diretti le età sono invece rispettivamente di 71 anni e 60,2. Per gli artigiani 66,6 anni e 60,8. Per i commercianti 66,9 e 66,4. Per i parasubordinati, dice l’Inps, in base alla legge 335 del 1995, «dobbiamo considerare la sola pensione di vecchiaia, con un’età media alla decorrenza di 68,8 anni».

 

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Il documento dell’Inps è molto utile anche perché ricapitola la situazione degli esodati. Attraverso sette provvedimenti di legge, dal decreto salva Italia del 2011 alla legge di Stabilità 2016, si è consentito a diversi gruppi di lavoratori che erano rimasti o rischiavano di rimanere senza stipendio e senza pensione di andare in pensione con i requisiti precedenti alla riforma Fornero, per uno stanziamento complessivo di circa 12 miliardi di euro. La prima salvaguardia ha riguardato 65 mila persone, la seconda 35 mila, la terza 16.130, la quarta 5 mila, la quinta 17 mila, la sesta 32.100, la settima 26.300. Totale: 196.530.

 

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Ma secondo i sindacati sarebbe necessaria una ottava salvaguardia per altri 20 mila lavoratori e per questo Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un presidio questa mattina di fronte al ministero dell’Economia. Gli stessi sindacati insistono sulle modifiche della Fornero per mandare i lavoratori in pensione prima. Il governo sta studiando diverse ipotesi di «flessibilità in uscita», ma le decisioni verranno prese dopo l’estate.