DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alberto Mattioli per LaStampa.it
Rieccolo. Così, ricordate?, era soprannominato Amintore Fanfani, cui lo accomuna anche la statura, e non si intende qui quella da statista. Il rieccolo francese è Nicolas Sarkozy. La notizia è che forse riscenderà in campo. O meglio, lui non vorrebbe, perché è felice a casa con Carlà e la piccola Giulià , almeno quando c'è e non è in giro a tenere delle strapagate conferenze per platee di vip.
Ma potrebbe essere obbligato per risollevare la Francia dal baratro nella quale l'hanno cacciata i socialisti: «Verrà sfortunatamente il momento in cui la domanda non sarà più: "Ne hai voglia?" ma: "Puoi scegliere?". In questo caso, non potrei continuare a dirmi: sono felice, porto mia figlia a scuola e faccio delle conferenze ovunque nel mondo. In questo caso, effettivamente, sarei obbligato a tornare. Non per voglia. Per dovere. Unicamente perché si tratta della Francia».
Così l'ex Presidente in un colloquio che sarà pubblicato domani dal settimanale di destra «Valeurs actuelles» ma che, anticipato alle agenzie, ha già scatenato un putiferio. Il film, per la verità , è déjà vu. Siamo a Sarkozy 2 la vendetta, al solito superSarkò che s'incarica di salvare il mondo o almeno la Francia. Senza nutrire sentimenti di rivincita («E' un cattivissimo sentimento», giura) verso François Hollande che, il 6 maggio scorso, l'ha sfrattato dall'Eliseo.
«E poi - si chiede Sarkò - che revanche sarebbe? Per riprendere la Francia nello stato in cui i socialisti la lasceranno... Dunque, francamente, ho voglia di tornare? No». Se la patria chiama, però, sì. E pazienza se la politica francese gli suscita «una noia mortale» (in effetti, da quando non c'è più lui a movimentarla con il suo iperattivismo, la noia è condivisa un po' da tutti...).
Paradossalmente, chi ha preso peggio la sortita sarkozysta sono i suoi compagni di partito. I socialisti preferiscono ironizzare, a parte il serissimo primo ministro, Jean-Marc Ayrault, che ha denunciato per la tremilionesima volta lo stato pessimo in cui la gauche ha ereditato il Paese e «gli errori di metodo» dell'ex Presidente. Ma la portavoce del suo governo, la ministra Najat Vallaud-Belkacem, si è affrettata a proporre a Sarkò un «contratto di generazione», l'ultima trovata della maggioranza per rilanciare l'occupazione. E la sua collega verde all'Alloggio, Cécile Duflot, fa notare che Giulia ha 17 mesi quindi «non va a scuola» (ma probabilmente, in quanto figlia di Sarkoman, farà tutto prima e meglio).
Invece l'uscita di Sarkozy è destinata a pesare a destra, dove si cerca disperatamente un candidato vincente per le Presidenziali del 2017. Per gli elettori, è ancora lui la scelta migliore: a seconda dei sondaggi, vorrebbe poter rivotare Sarkozy il 56 o il 54% dei simpatizzanti di destra. E' il terzo che gode fra i due litiganti per l'eredità e la guida del partito Ump, l'ex primo ministro François Fillon (17 o 16%) e Jean-François Copé (5 o 4%).
In particolare, l'esternazione di Sarkozy arriva subito dopo che Fillon ha annunciato di non voler partecipare alle elezioni per il sindaco di Parigi per concentrarsi sulle sue ambizioni presidenziali. E infatti lo stesso Fillon si è affrettato a far sapere che quello del Grande Ritorno «è un feuilletton» e che in ogni caso «oggi il soggetto non è un casting». Sarà .
Ma agli scelti visitatori che ottengono un'udienza nel suo studio della rue de Miromesnil, Nicolas Sarkozy non si limita a confidare tutto il male che pensa della politica di Hollande. Riferisce uno degli eletti: «Mi ha detto: "o emerge qualcuno e non correrò nel â17, o non emerge nessuno e sarò costretto a correre". E lui scommette che non emergerà nessuno». A volte ritornano.
NICOLAS SARKOZY FOTOGRAFATO DA PHILIPPE WARRIN jpegNICOLAS SARKOZY VEDE ARRIVARE LA SCONFITTANICOLAS SARKOZY NICOLAS SARKOZY francois fillonFILLON
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