IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO…
Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”
Caso 1.000, 2.000, 4.000: un’ascensione piena di insidie verso i vertici del potere. I verbali degli interrogatori raccolti dagli agenti che hanno indagato su Benjamin Netanyahu — adesso sotto processo per corruzione — rivelano il luccichio dello specchio famigliare in cui Bibi si è riflesso durante questi quasi sedici anni in totale da capo del governo.
«Mio marito è il più forte del mondo. Come primo ministro sta proteggendo e difendendo la nazione. Lo ammirano ovunque. Sta facendo cose grandiose per gli israeliani, sono i giornali e le televisioni che lo massacrano, massacrano, massacrano», dice la moglie Sara sentita da testimone.
CORAGGIO, FATTI HAMASSARE - MEME BY EMILIANO CARLI
[…] Arnon Milchan, il produttore hollywoodiano nato in Israele, deve rispondere delle casse di champagne rosé e dei sigari regalati alla coppia e riferisce anche delle chiacchierate con il «re» come anni fa l’aveva incoronato la rivista Time. «Bibi ripete: se io frano, il popolo ebraico frana».
Le lenti attraverso cui gli israeliani guardavano quello che si presentava come Mr Sicurezza sono andate in frantumi con i massacri di sabato 7 ottobre. Lo specchio in casa Netanyahu sembra rimasto intatto. Quella casa è diventata — mentre i cittadini vengono evacuati a sud e a nord — la villa di Gerusalemme messa a disposizione dal miliardario americano Simon Falic, anche se la residenza ufficiale è funzionante. Benjamin e Sara si sarebbero portati dietro — rivela il telegiornale del Canale 13 — lo chef di Stato, contro le norme che vietano di utilizzare in sedi private il personale pagato dalle casse pubbliche.
La fiducia nel governo è crollata ai minimi, così bassa solo vent’anni fa, era la seconda intifada con l’ondata di kamikaze sui bus e nei locali. L’80 per cento degli israeliani chiede che Netanyahu si assuma la responsabilità del disastro — ci è arrivato a un passo nel discorso di ieri sera — come hanno fatto i vertici delle forze armate e dei servizi segreti. «Herzi Halevi, il capo di Stato Maggiore — scrive Yossi Verter su Haaretz — ha di fatto già depositato la lettera di dimissioni. Il premier invece spende metà degli sforzi nel tentativo di sopravvivere politicamente».
Il primo ministro starebbe già manovrando perché l’inevitabile commissione d’inchiesta — come dopo la guerra di Yom Kippur o la seconda del Libano — sia coordinata dal governo e non di Stato: la differenza fondamentale sono i poteri legali più estesi. La furia di Bibi — rivelano i giornali — sarebbe tutta rivolta contro i generali, è convinto sia colpa loro se si trova in questa tragedia. […]
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