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Francesca Paci per la Stampa
Marek Halter termina un incontro sulla memoria a Lille e risponde al telefono sospirando, «ci risiamo». Per lui, scrittore ebreo polacco formatosi in Francia cercando nella cultura europea l' antidoto al totalitarismo, le notizie che vengono da oltreoceano sono tamburi di guerra.
Malala ha detto di avere il cuore in pezzi all' idea degli Stati Uniti che chiudono le frontiere a sette paesi musulmani. Lei come si sente?
«Mi sento come uno che è figlio del ghetto di Varsavia, che è cresciuto nell' Europa dei muri e che, dopo l' aver creduto nella fine non della Storia ma della storia delle frontiere, si ritrova nel 2017 a sentire la gente discriminata per la religione, la provenienza geografica, le origini.
Quando andai a Berlino in occasione della riunificazione della città c' era un concerto di Bach e sul muro che cadeva c' era scritto "Nietzsche è morto e Dio è tornato". Avevamo speranza nell' umanità, il mondo stava cambiando, credevamo in un nuovo inizio. Adesso vediamo invece il razzismo riemergere in Austria, in Ungheria, in Polonia e in America, uno dei paesi più importanti, un uomo solo al comando che vuole alzare barriere e deportare i musulmani».
Pensa che Trump farà davvero quanto annunciato?
«Personalmente credo che Trump non resterà al suo posto più di due anni e che nel frattempo la gente si ribellerà, vedremo grandi manifestazioni. L' idea dell' America esclusivamente per gli americani non è solo razzista ma antiamericana, ci riporta indietro nella Storia».
E se non fosse cosi? C' e' il rischio di una guerra?
«La guerra che io temo è una guerra religiosa, il tipo peggiore di guerra perchè quando ammazzi nel nome di Dio lo fai a cuor leggero e sognando il paradiso».
Pogrom contro i musulmani?
«Certo. Lo stato Islamico non aspetta altro per sollevare i musulmani integrati. In Francia per esempio, la Le Pen non riuscirà a vincere, non questa volta almeno. Ma, come in tutta Europa, la destra razzista cresce, l' odio monta, il fascismo sta tornando».
Il fascismo come negli anni '30?
donald trump muro con il messico 5
«É sempre lo stesso ma oggi per fortuna abbiamo internet, possiamo denunciarne l' ascesa. Se mio padre avesse avuto Facebook nel ghetto di Varsavia chissà. Ma soprattutto dobbiamo fare presto, il Mein Kampf è di nuovo disponibile in libreria, dobbiamo unirci sfruttando i social: sappiamo che Trump ha dichiarato guerra ai musulmani ma anche alle donne, ai sudamericani, agli ambientalisti, alla maggioranza degli americani. Abbiamo la chance di reagire».
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