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matteo salvini SILVIO BERLUSCONI
Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Salvini, ha sentito Silvio Berlusconi?
«No».
Lo vedrà o lo sentirà oggi o nei prossimi giorni?
«Non abbiamo ancora l’incontro in agenda. Ma l’Italia andrà avanti lo stesso».
Il grande silenzio continua. Il leader leghista e il padre di Forza Italia continuano a non arrivare al confronto diretto, faccia a faccia. Nonostante i sondaggi attestino che l’eventuale alleanza sarebbe seriamente competitiva con il Partito democratico.
Ma perché non vi parlate?
«Guardi che lo faremo. Ci siamo già cercati, ma le circostanze non ci hanno ancora fatto incontrare. Quando accadrà, lo diremo al mondo. Ma questo è un problema molto più dei giornalisti che non dell’Italia».
Forza Italia è di buon umore per i sondaggi che danno il partito in crescita e la Lega avanti soltanto di un punto.
«In Forza Italia qualcuno che vuole disinnescare me e la Lega c’è. E anche in alcuni giornali, figuriamoci... Ma il problema non è qualche giornalista adoratore di Renzi».
Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse
Il problema qual è?
«Le dichiarazioni più incredibili della settimana scorsa sono state quelle di Padoan. Che a nome di Renzi mette due macigni sull’Italia. Primo: non si toccano gli studi di settore. Secondo: non si tocca la legge Fornero. Una follia».
Un problema per il centrodestra è che l’Italicum assegna il premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione. È possibile una lista unica Lega-Forza Italia?
«Se c’è un accordo sul programma, tutto è possibile. Tra una passeggiata della Boschi e un volo in elicottero di Renzi, agli italiani arrivano 210 mila cartoline dell’Agenzia delle Entrate: 210 mila vittime, perché anche se i destinatari hanno ragione, li tirano scemi. Uno stato di polizia fiscale. Corea del Nord. Ma programma è anche abolire il tetto alla spesa in contanti a 999 euro, l’obbligo del Bancomat... Se siamo d’accordo su queste battaglie, ripeto, tutto è possibile».
Brunetta Salvini foto Lapresse
E quanto probabile?
«La mia sensazione è che con Silvio Berlusconi si ragioni senza problemi. Poi, però, nel suo partito ci sono un po’ di vecchie cariatidi attaccate alla poltrona che si agitano e fanno l’occhiolino a Renzi. Ma il popolo di centrodestra oggi ha bisogno di idee chiare e messaggi precisi. Penso che Berlusconi lo sappia».
I sondaggi danno la Lega in calo di un punto. Non è un segnale da valutare?
«Io non commento mai i sondaggi. Tra l’altro, ce ne sono alcuni che ci danno al 16,1%, altri al 15,5%. Come ha detto Mancini: l’importante non è vincere quattro partite, ma il campionato. A me interessa che la Lega sia al centro della scena e che tanti imprenditori e forze della società continuino a darci idee».
Forza Italia parteciperà alla vostra manifestazione dell’8 novembre?
«Quella sarà una delle più grandi manifestazioni del centrodestra. Non ci saranno bandiere di partito, non sarà un blocco del Paese stile sciopero della Cgil. Sarà una manifestazione contro Renzi e per il made in Italy. Ovviamente, dato che ci aspettiamo centinaia di migliaia di persone, ne parlerò con Berlusconi. Ma Forza Italia rappresenta una parte del Paese che produce, e dunque non vedo perché non dovrebbe esserci. Purché non si scopra che la democrazia è un problema di ordine pubblico».
Cosa significa?
«In Puglia ci hanno impedito di manifestare per il rischio di problemi di ordine pubblico. Lo stesso è accaduto a Napoli. Le solite zecche dei centri sociali che minacciavano. Però, non è che si possa impedire ai cittadini di riunirsi ad ascoltare quel che vogliono perché le zecche non hanno piacere… I prefetti si distolgano un minuto dal trovare posto in hotel agli immigrati e facciano sì che le persone per bene possano riunirsi».
matteo renzi pier carlo padoan
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