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Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
renzi porta a porta bruno vespa
Quando calano i voti, crolla pure lo share. L’allarme scatta il 18 giugno, tre giorni dopo i ballottaggi. «Sono andato a Porta a Porta – ricorda Matteo Renzi – e gli ascolti non sono andati bene. Ma aveva appena perso la Nazionale e la gente, delusa, ha cambiato canale ». Non bastano gli azzurrini dell’Under 21, naturalmente, a spiegare il tonfo (per la cronaca, Italia-Svezia 1-2). È il segnale che qualcosa non funziona. Troppi volti inadeguati logorano l’immagine di Palazzo Chigi. Il governo non buca più come prima. Serve una nuova squadra, sentenzia Palazzo Chigi. Serve una rivoluzione nel piccolo schermo. E come in tutte le rivoluzioni, cala la ghigliottina.
La lista dei “rimandati” è lunga. In cima c’è la deputata Francesca Puglisi. Responsabile scuola nella segreteria dem, paga la battaglia ingaggiata (e persa) a Ballarò, nei giorni bollenti della riforma. Buca poco lo schermo anche Davide Faraone. Pochissimo un altro membro della segreteria come Sabrina Capozzolo, dopo una brutta performance ad Agorà . E Filippo Taddei, la cui resa televisiva non entusiasma il premier.
Inciampa un po’ troppo spesso - secondo il verbo renziano - anche Pina Picierno. Non si improvvisa in tv, questo è il Vangelo del premier. «E state attenti anche ai dettagli - avverte - perché i vostri interventi sono tagliati in pillole, che diventano virali sul web». Chi proprio non garba al quartier generale renziano è però Khalid Chaouki. Il deputato di origini marocchine spopola nei talk più pulp, ma si muove in piena autonomia. I suoi duelli con Matteo Salvini sono già leggenda. Controproducenti, secondo il quartier generale dem: «Ci fa perdere voti».
Poi ci sono quelli che funzionano. Non tanto nel governo, dove solo Maria Elena Boschi - e in casi particolari Padoan e Gentiloni possono affrontare le telecamere. La questione riguarda il Pd. Negli ultimi mesi si sono impennate le quotazioni di Anna Ascani e Ivan Scalfarotto, Ernesto Carbone e Simona Malpezzi. Emanuele Fiano preferisce le trasmissioni più estreme come La Gabbia . Il nuovo capogruppo Ettore Rosato monopolizza i pastoni dei tg.
ernesto carbone servizio pubblico
Debora Serracchiani, autentica testa d’ariete del primo renzismo televisivo, è un po’ meno presente del passato, ma assieme a Lorenzo Guerini e Matteo Orfini compone l’esercito dei talk di prima fascia. Promossa solo con riserva Alessia Morani: sconta un brutto esordio a Ballarò .
Capitolo a parte per Piazzapulita, il programma meno amato dai renziani. Tra i pochissimi autorizzati a varcare quella soglia c’è Andrea Romano.
L’audience rema contro già da alcuni mesi. Renzi individua il problema già a maggio: «Mi assumo la responsabilità degli errori di comunicazione». Fino allo sfogo di giugno: «Compagni e amici, come prepariamo le comparsate in tv? Semplicemente telefonando a Filippo Sensi e all’ufficio stampa? Non sarà che andiamo in tv solo per gratificare il nostro ego?».
Troppe prime donne tra i renziani, insomma, e troppi “gufi” della minoranza. Meglio mostrarsi concreti, è il consiglio del premier ai parlamentari riuniti al Nazareno: «Quando andate in televisione dovete raccontare la vostra esperienza. Di quando andate al mercato, in un’azienda o in fabbrica. Parlate in prima persona. E il giorno dopo controllate la curva dello share».
A gestire il nuovo corso è sempre Filippo Sensi, lo spin doctor di Renzi. Giornalista di lungo corso, uno che in passato con uno scoop sul suo blog provocò le dimissioni di un ministro inglese. Sarà sempre lui a organizzare le presenze tv dei renziani, dettare la linea o “salvare” con un sms chi arranca a trasmissione in corso. Per ristrutturare la comunicazione del Pd, metterà su una squadra pronta alla pugna (affiancato dalla deputata Alessia Rotta) e organizzerà corsi di formazione con tv-coach. Serve un metodo scientifico, insomma.
Studiare il terreno, perché il pubblico di alcuni talk è considerato ostile. E limitare i danni: «In alcune trasmissioni partecipano sempre e solo esponenti della minoranza- allarga le braccia Rotta - per noi è difficile far passare il messaggio».
Basterà a invertire la rotta? Per adesso Renzi marca stretto i suoi parlamentari, rilanciando le slide che esaltano il tiki taka del Barcellona. E usa la chat privata della segreteria per bacchettare chi sbaglia. L’ultima volta se l’è presa con David Ermini, colpevole di aver battibeccato all’Aria che tira con un dissidente dem. «Ma è possibile mostrare un Pd diviso anche in tv? Piuttosto declinate l’invito».
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