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I RUSSI NON SI NASCONDONO PIÙ: DOPO KIEV, TOCCHERÀ A CHISINAU – LO HA CONFERMATO CANDIDAMENTE IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI MOSCA, SERGEI LAVROV: “L’OCCIDENTE STA CERCANDO DI FARE DELLA MOLDAVIA UNA SECONDA UCRAINA” – “DA ANNI POLONIA, UNGHERIA E ROMANIA RILASCIANO PASSAPORTI IN UCRAINA SENZA CHE NESSUNO SI SCANDALIZZI. UN ACCORDO? È KIEV AD AVER RINUNCIATO AI NEGOZIATI CON UN SILENZIO ASSOLUTO”
Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
La Commissione europea non si è ancora pronunciata sullo status di candidato all'adesione alla Ue a Ucraina e Moldavia, ma Mosca va già al contrattacco.
La Ue, commenta il ministro degli Esteri Sergej Lavrov intervistato da Ntv , «opera in modo molto grossolano, costringendo questi nemmeno candidati ad aprire un secondo fronte ».
Se dirà sì a Kiev, precisa, vuol dire che «ancora una volta è pronta a chiudere un occhio su tutti i suoi criteri », ma soprattutto che «è pronta a lasciarsi guidare esclusivamente da considerazioni geopolitiche».
SERGEI LAVROV MEME - BY EMILIANO CARLI
Quanto alla Moldavia, il capo della diplomazia russa non ha dubbi: l'Occidente «sta chiaramente cercando di farne una seconda Ucraina», mentre le autorità di Chisinau hanno adottato un «approccio consumistico» che Lavrov arriva a definire «accattonaggio » o «estorsione». Mendicano sulle forniture di gas, sostiene, chiedendo uno sconto sui pagamenti in cambio di un rallentamento del cammino di accesso all'Unione Europea.
Tra un incontro con il primo ministro centrafricano e uno con il vicepremier cubano a margine del Forum economico di San Pietroburgo, Lavrov non risparmia nessuno. Intervistato da Tass , non vede un accordo a conclusione della cosiddetta "operazione militare speciale" in Ucraina, perché è Kiev ad aver rinunciato alla piattaforma di negoziati concordata a Istanbul opponendo il «silenzio assoluto» alle proposte russe.
Lavrov sottolinea inoltre l'attivismo di Paesi come Polonia, Ungheria e Romania che rilasciano passaporti in Ucraina da anni senza che nessuno si scandalizzi. Mentre, ai microfoni di Bbc , alza il tiro: «Trascinare l'Ucraina nella Nato è un atto criminale». Il comune denominatore, alla fine, è sempre l'Occidente.
Nel giorno in cui Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron visitano Kiev, torna alla carica anche l'ex presidente e premier Dmitrij Medvedev, oramai saettatore seriale: «Agli appassionati europei di rane, salsicce di fegato e spaghetti, piace visitare Kiev. Con zero utilità».
L'attuale vice del Consiglio di sicurezza scrive che i leader Ue prometteranno a Kiev «l'adesione all'Ue e vecchi obici, si leccheranno i baffi con l'horilka », una vodka ucraina, e torneranno a casa in treno «come 100 anni fa», ma «non avvicineranno l'Ucraina alla pace».
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov si augura invece che i tre leader non «pompino ulteriormente armi» perché «è assolutamente inutile» e «infliggerà più danni », ma che adottino uno «sguardo realistico allo stato delle cose». Toni più moderati, ma la sostanza non cambia.
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