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I SINISTRELLI CHE HANNO TROVATO LA LORO GUIDA IN FRANCESCA ALBANESE? UNA RISATA LI SEPPELLIRA’ – IL MARCHESE FULVIO ABBATE SCATENATO CONTRO LA VESTALE DEI “PRO-PAL”: “DEFINIRE L’ATTACCO A LA STAMPA ‘UN MONITO’ PER IL GIORNALISMO È TERRAPIATTISMO IDEOLOGICO. IN OGNI PAROLA, GESTO, L'IMMAGINE DI FRANCESCA ALBANESE MI VIENE RESTITUITA DESOLANTE. STO IN PAZIENTE ATTESA CHE A SINISTRA SI PRENDANO LE DISTANZE, MEGLIO, SI AFFERMI CHE LA PUBBLICA MODALITÀ ARGOMENTATIVA STESSA DEL SOGGETTO IN QUESTIONE APPARE, NEL MIGLIORE DELLE IPOTESI, IMBARAZZANTE: PER LE RAGIONI DELLA CAUSA PALESTINESE STESSA, INNANZITUTTO”

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Estratto dell’articolo di Fulvio Abbate per www.mowmag.com 

 

francesca albanese 6

Partirei dalla notizia per poi giungere alla dimostrazione del montante terrapiattismo ideologico militante che temo consegnerà alla giusta causa del popolo palestinese danni incalcolabili.  

 

Intanto la notizia, nella sua essenzialità: a Torino un centinaio di attivisti […] cosiddetti pro-Pal hanno fatto irruzione nella sede del quotidiano “La Stampa” (vuota, era giorno di sciopero).  

 

Contro la redazione: vernice, letame, slogan ingiuriosi, slogan scanditi con ottusa sicumera assente a ogni sentore di ironia: “Giornalista terrorista sei il primo della lista!”  

 

Tutto ciò con l’obiettivo di stigmatizzare la “complicità” dei media giornalistici rispetto al “genocidio” […]. Irrilevante al loro sguardo che il quotidiano torinese sia tra chi più ha simpatizzato con le ragioni dei palestinesi […]. […] 

 

FRANCESCA ALBANESE E IL MONITO AI GIORNALISTI - VIGNETTA BY ROLLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA

Interpellata sull’accaduto, riporta l’ANSA, Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, indossando la tonaca di Savonarola, ha dichiarato: “Condanno l’aggressione a ‘La Stampa’, ma sia un monito”.  

 

E ancora: “È necessario che ci sia giustizia per quello che è successo alla redazione. Sono anni che incoraggio tutti quanti, anche quelli più arrabbiati, la cui rabbia comprendo e credetemi anche la mia, che dico bisogna agire così" con le mani alzate “non bisogna commettere atti di violenza nei confronti di nessuno, ma al tempo stesso che questo sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro, per riportare i fatti al centro del nuovo lavoro e, se riuscissero a permetterselo, anche un minimo di analisi e contestualizzazione”.  

fulvio abbate

 

Nel nostro caso il “monito” mostra, per usare le parole di un filosofo marxista, György Lukács, “l’anima e le forme” di un'irruzione violenta e squadristica di un gruppo di analfabeti assenti a ogni raziocinio politico dentro le stanze della redazione di un giornale che peraltro, ripeto, ha sempre manifestato vicinanza alle ragioni di chi è a favore del popolo palestinese?  

 

Intendiamoci, anche se l’irruzione avesse riguardato una testata espressamente filo-israeliana l’atto sarebbe da condannare. C’è da supporre che il cosiddetto popolo pro-Pal che nei mesi scorsi ha riempito le piazze […] da tempo ravvisa in Francesca Albanese il proprio punto di riferimento morale e dialettico.  

 

Irrilevante, sempre al loro sguardo, il tratto caratteriale, che la relatrice assume fuori da ogni protocollo formale, freddezza da bisturi, nessuna concessione al protagonismo emotivo, che invece richiederebbe il suo ruolo.  

francesca albanese 2

 

“Da gesuita del Paraguay”, se è concessa una metafora che si attaglia a chiunque mostri una postura espressamente inquisitoria con picchi di insofferenza propria di chi sia convinto di incarnare superiorità morale, sconfinando nel compiacimento narcisistico, ora da dolente ora militante politica cui è demandata la cancellazione dei dolori del mondo.   

 

Verso la Albanese e molti manifestanti pro-Pal, si sappia, si è istaurato un legame del tutto fideistico, una modalità che “a sinistra” appare, temo, ricorrente: Tsipras, Zapatero, per citare i primi che giungono alla memoria.  

 

Fuori d’ogni laicità, semmai adesione miracolistica, apotropaica. Inutile aggiungere che il terrapiattismo ideologico che ha trovato nella questione palestinese un riferimento […] “cristologico” davanti al quale come nelle processioni del venerdì di Pasqua o della stessa Santeria cubana o del vudù avanza il simulacro di Francesca Albanese non conosce sfumature dialettiche, nella percezione politico-militante di molti la Relatrice appare infallibile per dogma, in una sorta di “estasi collettiva”, mutuando lo stesso profilo attitudinale della persona, meglio, della funzionaria in questione.  

 

FRANCESCA ALBANESE

Ogni eventuale critica alla modalità espressiva della Albanese […] viene percepita come inaccettabile, “sacrilega”, mossa da un’implicita accettazione del genocidio messo in atto da Israele, c’è in questo molto della peggiore ossessione paranoica già comunista, sembra di intravedere l’ombra del procuratore generale dei processi farsa di Mosca, negli anni Trenta, sotto lo stalinismo, Andrej Vyšinskij, giurista nonché ex Ministro degli affari esteri dell'Unione Sovietica, le cui requisitorie si concludevano con un invito: “Uccidete questi cani rabbiosi.

 

Morte a questa banda che nasconde al popolo i suoi denti feroci, i suoi artigli d'aquila! Abbasso l'avvoltoio Trotsky, dalla cui bocca sbava veleno sanguinolento che imputridisce i grandi ideali del Marxismo! Abbasso questi animali immondi! Mettiamo fine per sempre a questi ibridi miserabili di volpi e porci, a questi cadaveri puzzolenti!”    

 

Sto in paziente attesa che a Sinistra si prendano le distanze, meglio, si affermi che la pubblica modalità argomentativa stessa del soggetto in questione appare, nel migliore delle ipotesi, imbarazzante: per le ragioni della causa palestinese stessa, innanzitutto. 

 

[…] In tutta evidenza, in ogni parola, gesto, prossemica, postura – il dito indice sollevato come accade agli ayatollah nell’esercizio della “polizia morale” l'immagine di Francesca Albanese mi viene restituita desolante. Segnata dal portato della peggiore subcultura militante già vista negli anni Settanta che si ripresenta in tutta la sua assenza di visione politica. 

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Alla fine non resta che aristocraticamente […] ignorare chiunque, privo di lucidità politica, e assente a ogni forma di ironia, necessaria anche nelle tragedie, ossessionato in modo manicheo, ritiene che mettere in discussione l’Albanese sia implicitamente rendersi “complice” del genocidio, essere “servi degli Usa”,  come un’ennesima variante del terrapiattismo, in questo caso politico, replay di una storia intellettualmente assai minore e fallimentare per la sinistra stessa e il suo velleitarismo, un’avventura già vista. Anche in questo caso, come spiegano i libertari, sarà una risata che li seppellirà. 

GRETA THUNBERG E FRANCESCA ALBANESE - FOTO LAPRESSEfrancesca albanese festival di fanpageFRANCESCA ALBANESE ALLA MARCIA PER LA PACE DI ASSISI 2025francesca albanese 5