DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Ilario Lombardo per “la Stampa”
giuseppe conte dario franceschini
Che lui non voglia un altro lockdown, lo ha detto e ribadito in tutti i modi possibili. Anche ai ministri, come Dario Franceschini, che lo hanno incalzato fino a notte. Ma Giuseppe Conte questa volta sembra viaggiare per conto suo, persino di fronte al grido di allarme degli scienziati. Ha un' idea in testa ed è quella di mettere in salvo l' economia. Ma per chiudere il minimo indispensabile, sostiene il premier, «bisogna cambiare la strategia».
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E allora serve un potenziamento di tutte le armi che si hanno a disposizione. A partire da Immuni. La app per il tracciamento non sta funzionando come dovrebbe. Gli italiani sono restii a scaricarla e non tutte le Asl si sono dimostrate attrezzate su come utilizzarla davanti alle segnalazioni di casi positivi tramite codice anonimo.
DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO VITO CRIMI
Due settimane fa c' è stata una campagna pubblicitaria che è servita a incrementare i download. Ma non è bastato. Al punto che adesso il presidente del Consiglio, d' accordo con gli esperti, sta maturando la convinzione di renderla obbligatoria. Sabato è uscito allo scoperto il capo politico del M5S Vito Crimi: «Occorre potenziare l' utilità di Immuni, rendendola obbligatoria per l' accesso a determinati luoghi o servizi e verificando che tutto il sistema sanitario sia in grado di sfruttarne le potenzialità».
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Crimi non parla a caso. A Palazzo Chigi hanno letto con attenzione il monito del Comitato tecnico-scientifico, sintetizzato nel documento dell' altro ieri, dove si parla di «assoluta esigenza di tempestiva diagnosi, monitoraggio ed efficace tracciamento dei contatti». Ristoranti, locali e mezzi di trasporto sono luoghi dove secondo il premier è immaginabile applicare l' obbligatorietà della app. Il punto è capire come farlo, viste le complicate implicazioni sulla privacy e i risvolti costituzionali. Intanto nel Dpcm si rende obbligatoria la registrazione della notifica da parte delle Asl.
Di certo, Conte ha chiaro il grandissimo problema di mancato tracciamento tra i passeggeri che si ammassano nei mezzi pubblici. I trasporti sono la vera frontiera della dura battaglia contro il virus, quella su cui è più difficile intervenire. Ieri la ministra Paola De Micheli ha difeso in tv la scelta di aver mantenuto all' 80% la capienza su bus, metro, tram e treni, ben sapendo che attorno a lei si allungano le critiche dei partner di governo. Da giorni i 5 Stelle le stanno addosso: prima i grillini della commissione Trasporti della Camera, poi il viceministro Giancarlo Cancelleri, ora le accuse lasciate filtrare alla Stampa da altri esponenti di governo del M5S.
GIUSEPPE CONTE LUCIA AZZOLINA PAOLA DE MICHELI
Si doveva fare di più: «Perché De Micheli parla solo ora di precettare bus turistici?» Le domande rappresentano anche uno scudo a difesa di Lucia Azzolina. La ministra dell' Istruzione è la più imbufalita con la collega De Micheli, considera sbagliato puntare sulla didattica a distanza per alleggerire l' affollamento sui mezzi nelle ore di ingresso a scuola.
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«Si prenda le sue responsabilità» dice la grillina, convinta che finora si sia fatto troppo poco. Se è vero, come ha ammesso De Micheli, che è impossibile mantenere il distanziamento dentro bus e tram, anche quando non si raggiunge il tetto dell' 80%, allora il sistema andava riorganizzato meglio per avere più mezzi in strada. Con bus turistici, Ncc ma anche i veicoli della Difesa.
Perché non pensare di mettere i pullman orfani dei turisti a disposizione degli studenti più autonomi, delle scuole medie e superiori, e sgravare così il resto dei trasporti pubblici? La ministra del Pd deve fare i conti con un buco di oltre un miliardo di euro: a tanto ammontano le perdite delle aziende di Tpl, dopo il lockdown. Ma non sono solo i grillini a pensare che De Micheli poteva fare di più.
Anche Italia Viva è insoddisfatta: «Le rassicurazioni della ministra non bastano - accusa il deputato di Iv Luciano Nobili - Servono risorse, controlli, coordinamento con le regioni. Numerosi operatori privati hanno già fatto sapere di essere pronti a mettere a disposizione i loro mezzi, ci sono anche quelli dell' esercito, cosa stiamo aspettando per intervenire sul settore più a rischio contagio?».
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