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Antonio Ferrari per il “Corriere della Sera”
Che ieri la prima delle tre votazioni anticipate previste per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica greca si sarebbe risolta con una fumata nera era scontato. Primo, perché nessuno dei partiti o delle coalizioni è in grado di far convergere su un candidato 2/3 dei 300 deputati; secondo, perché il nome proposto dal governo, l’ex commissario europeo Stavros Dimas, non piace all’opposizione; terzo, perché è forte la tentazione, covata soprattutto da Syriza, la coalizione guidata da Alexis Tsipras, di far saltare il piatto e andare a elezioni politiche anticipate.
tsipras saluta i militanti di sel
L’azzardo di anticipare di due mesi la nomina del capo dello Stato è del premier Antonis Samaras, che ha calcolato la mossa contando su due fattori psicologici: il timore che un salto nel buio danneggi irreparabilmente la terapia imposta dalla troika (Fmi, Bce e Ue) per evitare il fallimento, terapia che sta ottenendo apprezzabili risultati; la speranza che l’atmosfera delle feste di fine anno spenga l’ardore degli oppositori.
È probabile che il risultato negativo di ieri si ripeta il 23, antivigilia di Natale. Qualche speranza resta sul 29, perché gli indipendenti e due piccoli partiti (la sinistra di Dim.Ar e la destra dei Greci indipendenti) potrebbero consentire di giungere alla soglia di 180 voti necessaria per eleggere il successore di Karolos Papoulias. Questo è il quadro più ottimistico. Ma l’altra faccia è quella del ricorso immediato alle elezioni, che potrebbero tenersi il 25 gennaio, obbligando i partiti a una rincorsa affannosa.
I sondaggi dicono che Syriza è in testa, con un solido vantaggio sul centro-destra di Nuova democrazia, ma che non sarà comunque in grado di trovare alleati per costruire una coalizione. Anzi, c’è chi sostiene che lo stesso Tsipras, maestro di sopravvivenza di un gruppo che ignora il fascino della coesione, non sarebbe così desideroso di anticipare la scalata all’esecutivo. Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker si è detto preoccupato dell’avanzata non della sinistra ma dell’estrema destra. Su tutto aleggia il timore che il contagio greco possa tornare a far tremare la Ue.
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