BERSANI MANGERA' IL PANETTONE? - NELLE INDAGINI A SESTO SAN GIOVANNI SPUNTA UN PANETTONE CON DENTRO 5.000 EURO IN CONTANTI COME SORPRESA, CADEAU DELL’IMPRENDITORE DI CATERINA A UNA FUNZIONARIA DEL COMUNE “PERCHÉ LA ZIA PERDE AL CASINÒ”, MA LEI SI DIFENDE: “I SOLDI LI HO RESTITUITI - DA BERSANI E DALEMIX UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE: GLI INDAGATI FACCIANO UN PASSO INDIETRO, MA GARANTISTI E LOTTA DURA SENZA PAURA AI “TEOREMI CALUNNIOSI"…

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Davide Carlucci e Walter Galbiati per "la Repubblica"

«Il popolo del Pd si aspetta grande chiarezza e passi avanti sull´etica, ma anche grande combattività», ha dichiarato ieri nella riunione del coordinamento del Pd, il segretario Pier Luigi Bersani, delineando la posizione del partito rispetto alla «dolorosa» vicenda Penati.

«Faremo capire - ha aggiunto - in che senso siamo diversi dal punto di vista dell´uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e nel chiedere passi indietro se necessari a chi, ricoprendo incarichi, è oggetto di indagine ma non permetteremo di azzoppare il Pd come alternativa». E ancora: «Il popolo del Pd ci chiede chiarezza ma anche di reagire di fronte a dichiarazioni, allusioni e teoremi calunniosi che vogliono dare del Pd un´immagine distorta».

E si è fatta sentire anche la voce di Massimo D´Alema, eminenza grigia del Pd, che ha definito la vicenda «sconvolgente per la portata delle accuse» aggiungendo che «Bersani ha fatto bene a non sottovalutarla», ma che «l´atteggiamento verso Penati non può che essere garantista e quello di chi vede come va a finire». Per D´Alema, il Pd «si deve impegnare per trovare ulteriori regole di controllo del partito».

Ieri la Commissione di garanzia provinciale ha «preso atto dell´autosospensione di Filippo Penati dal partito e della sua decisione di rinunciare alla prescrizione nel caso si rivelasse necessario, come già espresso nella lettera da lui inviata alla Direzione provinciale del partito». Penati incontrerà lunedì prossimo la Commissione di garanzia nazionale presieduta da Luigi Berlinguer.

La procura di Monza, invece, continua gli interrogatori. Ieri è stata la volta di Nicoletta Sostaro, l´ex funzionaria dello sportello unico dell´Edilizia di Sesto San Giovanni, indagata per corruzione. La donna ha chiarito i suoi rapporti, anche se il suo difensore, Gianluca Minniti ha affermato che c´era «poco da chiarire» e che nel suo ufficio «sono giunte pratiche di basso livello, non quelle relative alle aree Falck e Marelli».

La Sostaro ha definito l´ex assessore all´Edilizia, Pasquale Di Leva, il suo capo, mentre con l´architetto Marco Magni ha ammesso un rapporto di amicizia. Per i pm, invece, l´architetto era socio della Sostaro, visto l´elevato numero di telefonate. La donna ha poi spiegato di aver ricevuto un «panettone» con dentro 5 mila euro in contanti il 22 dicembre del 2006 dall´imprenditore, Piero Di Caterina, ma di aver restituito i soldi.

L´imprenditore ha consegnato ai pm anche una ricevuta proprio relativa a quella presunta tangente da 5 mila euro con l´annotazione in calce "perché la zia perde al casinò». In una nota, poi, il gruppo Percassi ha fatto sapere che per loro Michele Molina, indagato, è stato solo un consulente e non un manager e che la società Api, guidata da Molina, non fa parte del gruppo.

 

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