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Giacomo Galeazzi per La Stampa
Giro di vite sulle finanze della Santa Sede. Con le nuove norme antiriciclaggio Bergoglio impone trasparenza alla burocrazia vaticana. Nelle intenzioni di Francesco, la legge 18 chiude la stagione delle guerre interne (Bertone contro Nicora, Segreteria di Stato contro Aif) e ridistribuisce i poteri per impedire ulteriori scandali nel «sacro business».
La competenza sulla «black list» passa dalla Segreteria di Stato al presidente del Governatorato, mentre l'Autorità di informazione finanziaria accresce i suoi ambiti e strumenti di intervento. Bergoglio fissa un limite al passaggio del «cash» tra le due sponde del Tevere. Per il trasporto transfrontaliero di denaro contante (in entrata o in uscita dallo Stato vaticano) il tetto è di 10mila euro.
La nuova legge aggiorna la normativa emanata nel dicembre 2010 da Benedetto XVI che attribuiva importanti competenze all'Aif ma che fu poi depotenziata l'anno successivo a vantaggio della Segreteria di Stato cui venivano riconosciute inedite competenze di controllo sulle attività finanziarie. Ciò provocò una reazione negativa a livello internazionale (inclusi gli ispettori di Moneyval cui spetta l'ammissione della Santa Sede nella lista Ocse dei Paesi economicamente virtuosi).
La vicenda è collegata all'uscita dallo Ior di Ettore Gotti Tedeschi che lasciò traumaticamente la presidenza nel maggio 2012 dopo essersi inutilmente battuto perché il sistema dei controlli restasse autonomo. Adesso vengono confermate le funzioni dell'Aif già reintrodotte per decreto. In particolare, spiega il ministro degli Esteri Mamberti «qualora vi sia un fondato motivo di sospettare un'attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, l'Aif trasmette un rapporto al Promotore di giustizia e può sospendere l'esecuzione delle transazioni ed operazioni sospette fino a cinque giorni lavorativi». All'Aif, inoltre, viene conferito «un potere di vigilanza e un sistema di sanzioni amministrative».
Nei casi più gravi interviene il presidente del Governatorato, la cui «competenza sanzionatoria» cresce e con essa l'influenza del cardinale Giuseppe Bertello, ex nunzio in Italia e membro del Consiglio degli otto porporati istituito da Francesco per aiutarlo nel governo della Chiesa. Nei progetti di riforma della Curia è ipotizzato che tutti i dicasteri finanziari e le attività economiche della Curia passino sotto la sua responsabilità .
Anche riguardo alle «misure contro i soggetti che minacciano la pace e la sicurezza internazionali», l'adozione della «lista nera» spetta a Bertello, mentre la Segreteria di Stato «svolge un ruolo di coordinamento in virtù delle sue relazioni diplomatiche con gli Stati».
Dunque, in vista del nuovo step della valutazione di Moneyval (previsto in dicembre ) il Vaticano adegua alle indicazioni internazionali le proprie normative antiriciclaggio e di trasparenza finanziaria. Ne risulta potenziato il compito di vigilanza dell'Aif alla quale è affidata anche la vigilanza «prudenziale», sul modello di Bankitalia. Sotto osservazione soprattutto Ior e Apsa.
«Con questa legge siamo al 90% del lavoro che doveva essere messo in cantiere in questo campo: c'è ancora qualcosa da completare, ma il grosso è stato fatto», osserva il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.
Il testo è molto articolato e complesso «quasi un testo unico in materia finanziaria», precisa Mamberti. La Santa Sede è «chiamata a svolgere un ruolo di guida ed esempio nella comunità internazionale», come dimostra «la collaborazione e lo scambio di informazioni da parte dell'Aif a livello interno e internazionale». Niente più zone grigie.
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