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Andrea Bonanni per âLa Repubblica'
Di fronte alla più grave crisi Est-Ovest dall'invasione della Cecoslovacchia, la priorità numero uno per tutti gli occidentali è fermare la strategia del carciofo con cui Putin si prepara a smembrare militarmente l'Ucraina. Evitare che, dopo l'intervento in Crimea, l'Armata rossa occupi anche la parte orientale del Paese con la scusa di difendere la popolazione filorussa. Un passo simile innescherebbe una vera guerra. Se tutto il mondo libero è compatto nel condannare il Cremlino e nel voler fermare l'escalation russa, le opinioni però divergono sulla migliore strategia da seguire, vista anche la scarsità degli strumenti a disposizione.
Gli Stati Uniti hanno scelto la linea dura, seguiti in questo da Gran Bretagna e Francia. Il segretario di Stato Kerry - che domani volerà a Kiev - rispolvera il linguaggio della Guerra fredda, denuncia «l'incredibile atto di aggressione », minaccia «conseguenze molto gravi», dice che «Obama considera tutte le opzioni ». Come prima ritorsione preannuncia il boicottaggio del vertice G8 che avrebbe dovuto tenersi in giugno a Sochi sotto presidenza russa, ma avverte anche che la Russia di Putin potrebbe essere definitivamente radiata dal Gruppo degli otto Paesi più industrializzati. La Gran Bretagna, la Francia e il Canada, che ha anche ritirato l'ambasciatore da Mosca, seguono la linea americana e sospendono la partecipazione alle riunioni preparatorie del vertice.
La Germania e l'Italia, però, non sembrano volersi accodare. Fin dall'inizio della crisi Ucraina, Roma e Berlino sono state le più favorevoli a coinvolgere direttamente la Russia nei negoziati tra il regime di Yanukovich e l'opposizione. Ed ora sono più propense a credere che la prova di forza voluta da Putin sia la reazione rabbiosa di un uomo che è stato messo di fronte al fatto compiuto con la defenestrazione del presidente ucraino. Ieri la Merkel ha avuto una lunga telefonata con il leader del Cremlino ed è riuscita ad ottenere da Putin l'accordo per la creazione di un «gruppo di contatto », una missione di inchiesta per appurare quale sia la situazione sul campo, affidata all'Osce.
à il primo, e finora unico, canale di comunicazione tra la Russia e il resto del mondo. Il ministro degli Esteri tedesco Steinmeier è contrario al boicottaggio del G8 perché, spiega, «è l'unico foro di dialogo in cui l'Occidente parla direttamente con Mosca».
Ieri la Cancelliera ha parlato con Renzi, e Steinmeier con la sua collega italiana Federica Mogherini.
Nel pomeriggio, Renzi ha tenuto con la Mogherini e con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, una riunione di emergenza al termine della quale il capo del governo ha riferito al presidente della Repubblica Napolitano. Palazzo Chigi ha emesso un comunicato duro nella forma, ma conciliante nella sostanza.
«Il Governo italiano si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l'Italia del tutto inaccettabili. A tal fine, l'Italia rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo». Non si parla di boicottaggio del G8 e non si accusa neppure apertamente la Russia di «invasione» della Crimea.
Oggi a Bruxelles si terrà una riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri. E c'è da aspettarsi che i dissensi tra chi propugna una linea dura e chi invece cerca ancora il dialogo con Mosca vengano allo scoperto. Si parla anche di un possibile vertice dei capi di governo la settimana prossima.
Tra quanti usano toni molto forti ci sono i Paesi dell'Est europeo. Ieri la Polonia e la Lituania hanno chiesto e ottenuto la convocazione di una riunione straordinaria del Consiglio atlantico invocando l'articolo 4 del Trattato, quello utilizzato quando un membro dell'Alleanza si sente «minacciato ». Il segretario generale della Nato è stato molto duro: «Quello che sta facendo la Russia in Ucraina viola i principi della Carta delle Nazioni Unite e minaccia la pace e la sicurezza in Europa. La Russia deve fermare le sue attività militari e queste minacce». Le uniche speranze di dialogo, in questo momento, sembrano affidate alla diplomazia della signora Merkel.
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