IL J’ACCUSE DI GABRIELLE GIFFORDS CHE EBBE IL VOLTO MACIULLATO DAI PROIETTILI DI UN PAZZO AL SENATO AMERICANO

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Gabrielle Giffords per "La Repubblica"

I senatori dicono di aver paura della National Rifle Association e della lobby delle
armi. Ma credo che la loro paura sia poca cosa se paragonata alla paura che hanno provato i bambini di sei anni della scuola elementare Sandy Hook mentre la loro vita finiva sotto una pioggia di pallottole.

O la paura che quei bambini che sono sopravvissuti al massacro devono provare ogni volta che ricordano le loro insegnanti che li ammassavano negli armadi e nei bagni e gli sussurravano che gli volevano bene, perché l'ultima parola che sentissero, se l'assassino li avesse trovati, fosse una parola d'amore.

Mercoledì una minoranza di senatori ha ceduto alla paura e ha bloccato una legge di buon senso che avrebbe reso più complicato per criminali e individui affetti da disturbi mentali entrare in possesso di armi letali, una legge che poteva impedire tragedie future come quelle di Newtown, in Connecticut, di Aurora, in Colorado, di Blacksburg, in Virginia, e di un numero incalcolabile di altre città e paesi negli Stati Uniti.

Alcuni dei senatori che hanno votato contro gli emendamenti per imporre il controllo dei precedenti di chi acquista un'arma hanno incontrato i genitori dei bambini assassinati alla scuola Sandy Hook di Newtown.

Alcuni dei senatori che hanno votato no mi hanno anche guardata negli occhi mentre parlavo di cosa si prova ad avere qualcuno che ti spara alla testa da distanza ravvicinata, come mi è successo due anni fa nei sobborghi di Tucson, e hanno espresso simpatia per quelle 18 persone colpite dall'attentatore oltre a me, 6 delle quali sono morte. Questi senatori hanno sentito la voce degli elettori dei loro collegi. Eppure hanno deciso di non fare niente. Devono vergognarsi.

Io guardo la televisione e leggo i giornali, come chiunque altro. Sappiamo già che cosa sentiremo: banalità fumose come «voto spinoso» e «questione complicata». Questi senatori hanno preso la loro decisione per paura politica e calcoli cinici sui soldi versati da gruppi di interesse come la National Rifle Association, che alle ultime elezioni ha speso circa 25 milioni di dollari in contributi, lobbying e pubblicità elettorali.

Parlare rappresenta una fatica fisica per me. Ma i miei sentimenti sono chiari: sono infuriata. Non avrò pace finché il torto che questi senatori hanno commesso non sarà stato raddrizzato e finché non avremo cambiato la legge in modo da poter guardare in faccia le mamme e i papà e dire: stiamo impegnandoci per garantire che i vostri figli siano al sicuro.

La gente mi dice che sono coraggiosa, ma ho visto esempi di coraggio più grandi del mio. Gabe Zimmerman, il mio amico e collaboratore, a cui questa settimana abbiamo intitolato una sala del Congresso, vide l'attentatore che mi sparava alla testa e che rivolgeva l'arma su altre persone.

Gabe corse verso di me mentre ero riversa a terra sanguinante. Corse verso le pallottole. Poi l'attentatore gli sparò e Gabe morì. Il suo corpo rimase sul marciapiede di fronte al supermercato Safeway per ore.

Ho pensato moltissimo a perché Gabe sia corso verso di me invece di scappare. Il servizio era parte della sua vita, ma era anche il suo lavoro. I senatori che hanno votato contro l'obbligo di verificare i precedenti di chi acquista armi su Internet e alle fiere, e quelli che hanno votato contro i controlli per impedire che persone con disturbi mentali possano acquistare armi, non hanno fatto il loro lavoro.

Hanno guardato questa proposta, la soluzione più benigna e concreta possibile, elaborata dai moderati dei due partiti, e poi hanno guardato dietro di sé, in direzione della potente e oscura lobby delle armi: e hanno gettato vergogna su se stessi e sul nostro Governo scegliendo di non fare niente.

Cercheranno di nascondere la loro decisione dietro grandi parole, dietro descrizioni deliberatamente distorte degli effetti che avrebbe potuto avere la legge - fidatevi, so come parlano i politici quando vogliono distrarvi - ma la verità è che la loro decisione è stata basata su una percezione errata del loro interesse personale.

Dico errata perché per preservare la propria dignità e la propria eredità avrebbero dovuto dare ascolto alle voci dei loro elettori. Avrebbero dovuto rendere onore alla memoria delle migliaia di vittime delle armi da fuoco e dei loro familiari, che li hanno implorati di agire, non perché questo potesse servire a riportare in vita i loro cari, ma perché ad altri venisse risparmiato quello strazio.

Questa sconfitta è solo il capitolo più recente di un percorso che ho sempre saputo che sarebbe stato lungo e difficile. La storia della nostra democrazia è disseminata di nomi che non ricordiamo e non celebriamo, persone che hanno cercato di ostacolare il progresso per proteggere i potenti. Mercoledì molti senatori hanno votato per aggiungersi a questo elenco.

Prestate bene attenzione alle mie parole: se non riusciremo a rendere le nostre comunità più sicure con questo Congresso, useremo ogni mezzo a nostra disposizione per fare in modo di avere un Congresso diverso, un congresso che metta gli interessi dei cittadini davanti a quelli della lobby delle armi. Non fare niente mentre altri sono in pericolo non è nello spirito dell'America, deputata democratica dell'Arizona dal 2007 al 2012, è la fondatrice di Americans for Responsible Solutions, un'associazione che si occupa del problema della violenza con armi da fuoco negli Stati Uniti.

 

GABRIELLE GIFFORDSGABRIELLE GIFFORDS PRIMA E DOPO LA SPARATORIAGABRIELLE GIFFORDGabrielle GiffordsGabrielle GiffordsGabrielle GiffordsGabrielle Giffords Gabrielle GiffordsGabrielle Giffords