DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Luca Fazzo per "il Giornale"
Il 4 aprile, il giorno stesso in cui lo scandalo Lega esplodeva sulla prima pagina di tutti i giornali, Renzo Bossi si rese conto di averla fatta grossa. Del modo straordinario in cui aveva conquistato la laurea in Economia e management all'università di Tirana sui giornali non si diceva ancora niente. Ma qualche vago accenno, nelle intercettazioni pubblicate un po' dappertutto, al fatto che con i soldi della Lega fossero stati pagati anche i suoi studi, fece scattare un allarme nella testa del Trota.
Quella stessa mattina, una avvocatessa inviata da Bossi junior bussò alla porta dell'ambasciata italiana di Tirana e chiese che le venissero restituite tutte le carte della pratica che fin dall'anno precedente il figlio del Senatùr aveva avviato per fare riconoscere il valore in Italia della sua mirabolante laurea albanese.
L'obiettivo, evidentemente, era quello di cancellare le tracce. Ma ormai era tardi. Tutta la documentazione della surreale trasformazione in Dottore del rampollo di Umberto Bossi era ormai nelle mani dell'ambasciata italiana, che di quel desiderio del giovanotto e delle numerose stranezze delle pratica si occupava da tempo.
E ieri mattina un plico firmato dall'ambasciatore Massimo Gaiani arriva dall'Albania alla Procura di Milano. Dentro, c'è tutta la storia della laurea del Trota, nonché di quella di Pierangelo Moscagiuro, il poliziotto in servizio al Senato che nelle intercettazioni viene definito «il gigolò di Rosi Mauro», conseguite entrambe alla Kristal University di Tirana.
à l'ultima puntata del giallo diplomatico internazionale scatenato intorno al percorso accademico di Renzo Bossi: mentre il plico dell'ambasciatore Gaiani arriva a Milano, a Tirana l'affare ormai è diventato un caso politico, con le opposizioni scatenate contro il trattamento di favore riservato a un vip italiano mentre i giovani albanesi vengono maltrattati nelle facoltà del Belpaese. La Procura di Tirana indaga per falso in atto pubblico almeno due persone. La polizia analizza i sistemi elettronici di controllo alle frontiere e rende noto che Bossi junior non ha mai messo piede fisicamente in Albania.
Solo i vertici della Università Kristal, visibilmente in difficoltà , divulgano un comunicato per sostenere la regolarità del trattamento riservato al Trota e al Gigolò. Ma ormai è una battaglia persa. Ai magistrati italiani, in realtà , della laurea di Renzo Bossi importa abbastanza poco: i soldi pagati alla Kristal sono pochi goccioloni nel mare di fondi pubblici dirottati dai cassieri del Carroccio per soddisfare le esigenze private della nomenklatura padana.
Certo, lo sviluppo di ieri, la scoperta del tentativo del piccolo Bossi di dare valore anche in Italia al suo titolo albanese, solleva interrogativi sui motivi reali di tanta determinazione: è possibile che la laurea fosse disperatamente necessaria a Renzo Bossi, come al tesoriere Francesco Belsito, per conquistare poltrone nei consigli d'amministrazione del parastato?
Di certo c'è che ci teneva veramente tanto. Nel luglio 2011, dicono le carte arrivate da Tirana, l'avvocatesa Dragoj, nominata da Bossi junior, cerca di ottenere la «dichiarazione di valore»,una sorta di equiparazione, della laurea conseguita a Tirana il 29 settembre 2010. Ma in ambasciata un dettaglio salta agli occhi: se, come si legge, il giovane Bossi ha ottenuto la maturità nel 2009, come ha fatto a conquistare una laurea triennale già nel 2010? Un miracoloso «treÂin-uno»? Qualche mese dopo, Renzo Bossi prova a metterci una pezza presentando il suo certificato di iscrizione alla maturità nel 2007. Ma si dimentica di specificare che a quegli esami venne sonoramente trombato.
RENZO BOSSI CON LA MAGLIETTA DEL TROTARENZO BOSSI - TROTARENZO BOSSI - TROTA E ROSI MAURORosy Mauro Pier MoscaUNIVERSITA' KRISTAL DI TIRANA
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