DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"
Una eclissi politica, un passo indietro volontario: il Movimento Cinque Stelle, prima forza nell'isola alle elezioni del febbraio scorso (con il 29,7%), rinuncia alla corsa per le Regionali in Sardegna del prossimo 16 febbraio. Beppe Grillo ha deciso di non concedere l'uso del simbolo agli attivisti sardi: è l'ultimo atto di un calvario lungo mesi, che ha visto i pentastellati contrapporsi in due diverse fazioni e darsi battaglia a colpi di riunioni, proposte, candidature.
Domenica, con la mediazione di tre parlamentari isolani (Emanuela Corda, Manuela Serra e Roberto Cotti) si era cercato un compromesso, una lista unica - che circola in Rete sulle pagine Facebook dei gruppi sardi - di sessanta nomi. Una mediazione, una tregua respinta al mittente dal leader politico dei Cinque Stelle. Già a novembre Grillo aveva ammonito i militanti isolani: «Prima di poter utilizzare il logo è necessario aver certificato la lista con la procedura specificata sul blog», prendendo le distanze dalle discussioni locali.
La frattura in questi mesi, però, non si è ricomposta e ieri è stata la deputata Emanuela Corda ad annunciare con un lungo post: «Noi non presenteremo alcuna lista, perché non siamo ancora pronti per farlo. Quando avremo un metodo definito e regole certe condivise, arriverà il nostro momento». Una resa amara, così come la vede Manuela Serra: «Se nel territorio non si è trovata l'armonia, l'affiatamento, se non si è trovato un senso di bene comune.... allora non credo che abbiamo fatto il percorso necessario per cambiare questa politica e questa società ».
Molti i commenti ai post dei parlamentari. Oltre alla delusione per la decisione, emergono sospetti e accuse. Tra le ipotesi che circolano vi sarebbe anche l'idea di una scelta ponderata da parte del leader pentastellato, che preferirebbe - dopo gli ultimi deludenti risultati alle Regionali in Trentino Alto Adige e Basilicata - evitare dei test locali prima del voto di maggio per le Europee. In questa direzione va anche il commento polemico della deputata Paola Pinna.
«La Sardegna non era pronta? E chi mai è stato pronto? Sarebbe bastato poco per esaudire le richieste d'aiuto di vari attivisti e parlamentari», scrive su Facebook. E attacca: «O non interessa la Sardegna, come non è mai interessata a nessuno se non per trascorrerci le vacanze, o è il periodo che è poco indicato (Europee in vista)».
Diversa, invece, è la lettura della decisione di Grillo che offre Vito Crimi. Secondo l'ex capogruppo al Senato si tratta di «una scelta sofferta per far comprendere che dove ci sono divisioni e fratture non si va da nessuna parte. Il ruolo di garante serve a tutelare l'intero Movimento da eventuali spaccature». Sulla mediazione trovata tra i gruppi sardi, il senatore parla di un risultato che poteva essere «troppo frettoloso e rischioso». Insomma, «una soluzione unitaria, ma forse troppo tardi».
Ora c'è chi guarda già al voto (da spettatore). Roberto Cotti lancia un messaggio alle persone che lo chiamano «per dirmi: "Dato che voi non vi presentate perché non appoggiare la candidatura di tale lista o di tale persona?" Non sprecate tempo e telefonate». Mentre il deputato Giuseppe D'Ambrosio lancia una provocazione: «Secondo voi cosa accadrebbe al Movimento se da domani decidessimo di non candidarci più ad alcuna elezione?».
Intanto, è stata presentata in extremis una lista civica «Nuovo Movimento Sardegna», il cui logo (con cinque asterischi) presenta somiglianze con i Cinque Stelle. Qualcuno sul web sospetta che dietro possa esserci qualche attivista ribelle.
beppe-grillo-a-genovaGRILLO A ROMAgrillo e crimiCasaleggio VAFFADAY DI GENOVA FOTO LAPRESSE index
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