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Francesco Di Frischia per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"
Il delicato rapporto con la sanità privata convenzionata. La querelle con il Policlinico Gemelli. I conti in profondo rosso di molti ospedali pubblici. Le migliaia di precari tra medici e infermieri oberati di lavoro dopo anni di blocco del turn over.
L'assistenza domiciliare e territoriale tutta da costruire e le liste d'attesa infinite, soprattutto per curare malati cronici e non autosufficienti. Sono solo alcuni dei nodi che dovrà affrontare Enrico Bondi, già commissario per la spending review, da ieri nuovo commissario per la sanità della Regione Lazio dopo le dimissioni di Renata Poverini. La nomina di Bondi è stata annunciata dal premier, Mario Monti.
L'arrivo di Bondi, dopo le voci su altri eventuali candidati circolate nei giorni scorsi, viene commentato così da Renata Polverini: «Gli consegniamo una sanità sulla via della guarigione con un disavanzo ridotto a 600 milioni che è circa un terzo di quello che abbiamo ereditato dalla Giunta Marrazzo-Montino».
«In due anni e mezzo - aggiunge la governatrice in una lettera a Monti - siamo infatti passati dai 1,5 miliardi di deficit del 2010 ai 610 milioni previsti per il 2012, grazie alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione della rete ospedaliera. Ho fatto risparmiare 199 a cittadino».
Soddisfazione invece dal centrosinistra: «à un'ottima notizia - sottolinea Esterino Montino (Pd) -. «Bondi dovrà vederci chiaro sui costi e gli sprechi della sanità del Lazio. Sarà un'impresa anche per un uomo esperto come lui perché insieme alla lotta agli sprechi bisogna anche garantire i livelli essenziali di assistenza». Parole condivise da Lucio D'Ubaldo (Pd): «Sulla sanità bisogna avere la forza di tagliare la spesa parassitaria, premiare l'efficienza e esaltare il merito».
Il Codacons chiede al neo commissario di «non adottare provvedimenti che possano danneggiare i disabili residenti nel Lazio», riferendosi in particolare ad alcune norme (l'art. 26 del decreto commissariale n. 39 del 20.3.2012 ndr). Ma Claudio Di Berardino della Cgil esprime dubbi: «Questo nuovo commissariamento ci lascia fortemente perplessi», perché «il Lazio ha bisogno di uscire al più presto dal commissariamento. Una riorganizzazione dell'intero comparto è indispensabile, ma le scelte strategiche vanno assunte dalla nuova Giunta».
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