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Paolo Mastrolilli per "La Stampa.it"
La crisi economica minaccia il futuro dell'euro, non solo per i suoi effetti negativi sui conti dei paesi, ma anche perché sta erodendo la fiducia dei cittadini nel progetto unitario. E' un rischio che emerge dallo studio condotto in marzo dal Pew Center di Washington sugli umori degli abitanti del Vecchio Continente. Già il titolo del rapporto fornisce una risposta netta: "The New Sick Man of Europe: the European Union", ossia il nuovo malato d'Europa è l'Unione Europea.
L'istituto bipartisan americano ha sentito i cittadini di Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Grecia, Polonia e Repubblica ceca. La prima domanda che ha posto è stata questa: avete un'impressione favorevole della Ue? L'unico paese in cui la risposta è stata decisamente positiva è la Germania, con il 60%. L'anno scorso in Francia c'era una percentuale simile di apprezzamento, ma ora è scesa al 41%, mentre in Italia e Grecia siamo calati anche sotto questa soglia.
Il Pew ha chiesto poi se i cittadini europei sono favorevoli a dare più poteri a Bruxelles, per completare l'unione monetaria, come vorrebbe la cancelliera tedesca Merkel. Ebbene, solo in Germania si è arrivati al 51%, mentre in tutti gli altri paesi meno della metà degli intervistati si è detta favorevole: 49% in Italia, 47% in Francia e Spagna, 38% in Polonia, 35% nella Repubblica Ceca, 31% in Grecia e 21% in Gran Bretagna.
E' chiaro che l'andamento dell'economia nei singoli paesi ha avuto un effetto sugli umori raccolti dalla ricerca: positivi in Germania, dove la crescita tiene e la disoccupazione è più bassa del resto del continente; negativi negli altri paesi, quasi in proporzione diretta ai brutti numeri della crescita e del lavoro. La crisi, in sostanza, sta facendo passare la voglia d'Europa agli europei, che attribuiscono sempre di più le loro disgrazie alla moneta unica.
Un segnale di speranza il Pew Center lo ha visto proprio in Germania, dove il 52% degli intervistati si è detto favorevole a dare aiuti agli altri paesi, per farli uscire dalla crisi. Questo significa che dopo le elezioni del prossimo autunno il governo di Berlino potrebbe finalmente allentare le briglie dell'austerità , favorire interventi più decisi per la crescita anche da parte della Bce, e così sostenere la ripresa che forse potrebbe cambiare gli umori della gente.
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