FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
AGGRESSIVO, OTTIMISTA, MESSIANICO MA QUESTA VOLTA FARÀ SUL SERIO
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
Nella resistibile ma non resistita ascesa al potere, Donald Trump ha conquistato prima il partito repubblicano, poi l'America. Adesso vuole imporsi al mondo. […] Si sente investito di un mandato per rivoluzionare il governo degli Stati Uniti e andare allo scontro internazionale […] vuole essere un "pacificatore", come a Gaza […]
[…] Trump non è cambiato. Chiunque si dia pena di confrontare i due discorsi inaugurali scoprirà molti passaggi in cui Trump ha letteralmente plagiato sé stesso. Ma sono cambiate tre cose. La principale che adesso ha le idee molto chiare su cosa fare e come. Nel 2017 annunciò intenzioni; ieri ha annunciato Ordini Esecutivi, già pronti.
DAZI E NAZI - TRUMP E MUSK VISTI DA ELLEKAPPA
La seconda è che per farle non gli basta più isolare l'America: pertanto mette in mora il resto del mondo. La terza è che in otto anni è cambiato, e molto, lo scenario internazionale. Oggi "America first" si muove ora fra guerre, competizione con Pechino e gara per le nuove frontiere tecnologiche: intelligenza artificiale, quantum computing, spazio.
[…] emerge un Donald Trump supremamente sicuro di sé […] ma anche con una vena di ottimismo che era assente nel 2017. […] ha toccato così una corda gradita agli americani che amano sentirsi dire che li attende un futuro sempre più roseo. […] Donald Trump vuole attaccare – e subito – su tre fronti: immigrazione; energia; commercio internazionale. Con Ordini Esecutivi molti dei quali stamattina saranno già stati già firmati, specialmente quelli che prendono di mira l'immigrazione clandestina, dichiarando lo stato di emergenza del confine con il Messico e autorizzando massicce deportazioni […]
[…] Quanto ai dazi, permetteranno di «tassare gli altri Paesi» (esportatori) in una prospettiva di rivoluzionamento del commercio estero americano creando una "Agenzia delle Entrate Esterne" (External Revenue Service"). Questo sfida l'ortodossia economica internazionale che considera i dazi una tassa sui consumatori e una fonte d'inflazione, che Trump ha invece ribadito di voler abbattere.
Se non mitigato dall'ala pragmatica dell'amministrazione, l'approccio tariffario potrebbe rivelarsi il tallone d'Achille di Trump 2.0. Vedremo a chi darà ragione l'invisibile mano. La frase, buttata quasi lì a casaccio, sull'espansione territoriale gli sarà condonata in attesa di fatti (o proposte di acquisto…) – ma immaginiamoci le grida allo scandalo se l'avesse pronunciata Vladimir Putin o Xi Jinping o Benjamin Netanyahu.
L'elemento di politica estera più contundente è stata la rivendicazione di controllo sul canale di Panama. Che però potrebbe anche risolversi in una rinegoziazione di condizioni più favorevoli al traffico marittimo americano e per escludere la Cina […]
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