DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"
«Per varare questa manovra non era davvero necessario consegnare il Paese ai professori». Non usa mezzi termini Roberto Maroni per bocciare senza appello i provvedimenti proposti dal governo guidato da Mario Monti. E aggiunge: «Hanno accettato i diktat di Bruxelles sui conti e hanno perso di vista i valori». Per questo si appella agli ex alleati: «Sfiducino l'esecutivo e consentano ai cittadini di votare. Dire sì all'Ici sulla prima casa è uno schiaffo a tutti coloro che li hanno votati».
L'Italia rischia il fallimento. Vede altre strade?
«Ce ne sono moltissime e sono tutte diverse da quella imboccata. Questa manovra è iniqua perché colpisce chi ha un reddito fisso e i pensionati. à recessiva perché prevede soltanto aumenti di pressione fiscale, anche odiosi come quello sulla prima casa, che vanno a colpire il ceto medio vale a dire la parte sana e produttiva del Paese che consente la stabilità sociale».
Andiamo su esempi concreti. Le pensioni, qual è il problema?
«Secondo la commissione europea il sistema italiano è in equilibrio per i prossimi cinquanta anni. Dunque se si decide di toccarlo è per fare cassa, come hanno sempre contestato i sindacati. Allora chiedo: visto che per ogni anno di lavoro si accumula il 2 per cento del rendimento, se passiamo da 40 anni di anzianità a 42 passeremo anche dall'80 per cento all'84 per cento di rendimento? Se così non fosse il lavoratore resterebbe due anni in più ma gratuitamente. E dunque subirebbe una rapina».
Addirittura?
«Non è finita. Se a questo aggiungiamo le modifiche all'applicazione dell'adeguamento Istat la rapina diventa aggravata perché diminuisce il potere d'acquisto. E così potrebbe capitare che il pensionato in affitto avrà meno soldi, ma pagherà di più per l'aumento Istat applicato dal proprietario di casa».
Perché è contrario all'Ici sulla prima casa?
«Perché possedere un immobile non è un lusso ma un patrimonio della famiglia, che in Italia ha un valore particolare. C'è chi ha messo da parte i risparmi di una vita per comprarla o per ristrutturare quella ereditata. E saranno loro a pagare».
Almeno sulla tracciabilità del contante sarà d'accordo.
«Certo, purché tutti i costi aggiuntivi siano a carico delle banche. Su questo faremo le barricate e coinvolgeremo i commercianti. Chiederemo a loro quali sono le misure eque e li coinvolgeremo nell'iniziative contro l'innalzamento dell'Iva e poi vediamo che cosa succederà ».
Lei è stato ministro dell'Interno fino al mese scorso. Adesso invoca la piazza?
«No, però mi chiedo che fine hanno fatto gli "Indignati". Mi chiedo dove è finita la Confindustria che il 10 novembre, non un anno fa, si appellava al governo e gridava "Fate presto" riferendosi alle misure per la crescita. Spero di essere smentito, ma non mi pare sia stato previsto nulla in tema di sviluppo».
Non crede sia prioritario pensare alle entrate?
«Sì, ma per farlo così non serviva un governo di fenomeni! Forse sono troppo esperti per comprendere che i ricchi non sono quelli che guadagnano 80mila euro l'anno e hanno una casa. La cosa più sorprendente è che questi venti giorni sembrano passati invano. Non è stato definito alcun meccanismo di intervento sulla spesa, nessun intervento per la crescita delle piccole e medie imprese».
La tassa sul lusso però la salva?
«No, assolutamente. Perché rischia di rivelarsi una vera e propria truffa. Chiunque ami il mare e abbia una piccola imbarcazione lo sa bene: tassare il posto barca e come mettere la tassa sui box per l'auto. Definire lusso un mezzo di dieci metri significa non avere la percezione della realtà . Se l'intenzione fosse davvero quella di inseguire i patrimoni, dovremmo parlare di ben altre misure».
Possibile che non ci sia neanche un provvedimento che potete condividere?
«Sembra assurdo ma è così, perché non siamo d'accordo con questo metodo che ha fatto prevalere l'aspetto finanziario su quello sociale. Vincono i banchieri rispetto alla società in cui i banchieri operano».
Eravate al governo fino a un mese fa, perché non siete intervenuti per contrastare la crisi economica?
«Ci eravamo impegnati a non aumentare le tasse e ci hanno detto che strizzavamo l'occhio ai mafiosi e che eravamo contaminati dai corrotti. à arrivato Monti e non mi pare che ci sia stato un intervento straordinario per lottare contro l'evasione fiscale come tutti si aspettavano. O anche loro strizzano l'occhio a cosche e corrotti o forse non era così semplice. E allora questo presidente del Consiglio dovrebbe avere il coraggio di andarsene e restituire onore alla democrazia».
Lo dice perché siete l'unico partito all'opposizione?
«Il disegno era proprio questo: far fuori Berlusconi e cercare di eliminare la Lega».
Silvio Berlusconi si è dimesso, vuole sostenere che fosse complice?
«Si è arreso».
Ricattato sul salvataggio delle sue imprese come sostiene Bossi?
«Lo ha detto Bossi».
Lei gli ha parlato?
«Lo faccio spesso perché noi non ci arrendiamo all'idea che possano approvare queste misure. Anche perché il sostegno a questa manovra diventerebbe la ratifica della fine dell'alleanza tra Lega e Pdl, ma soprattutto la certificazione della loro incoerenza. Se diranno sì a tutto, credo avranno conseguenze sul piano elettorale».
Ne ha parlato anche con Angelino Alfano?
«Certo, lo sa ma tenta di barcamenarsi. Adesso che il provvedimento è stato illustrato mi chiedo come potranno votarlo in Parlamento. Io penso che l'unica via possibile sia dire no a questa manovra imposta da Bruxelles che certamente non servirà a salvare l'Italia».
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