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L’INDIA È LA NUOVA CINA E L’UNICO CHE L’HA CAPITO È TRUMP – IL TYCOON VUOLE AUMENTARE ANCORA I DAZI A DELHI PER PUNIRLA DEGLI ACQUISTI DI PETROLIO DALLA RUSSIA - LA COLPA DEL PREMIER INDIANO, NARENDRA MODI, FINO A IERI GRANDE AMICO DELLA CASA BIANCA, È DI PROTEGGERE GLI INTERESSI DEL SUO PAESE E TENERE DURO DI FRONTE ALLE MINACCE DI TRUMP - E PUÒ FARLO: IL PAESE È IL PIÙ POPOLOSO DEL MONDO, HA UN’INDUSTRIA TECNOLOGICA IN ASCESA E STA SOSTITUENDO LA CINA COME “FABBRICA” DI MOLTI PRODOTTI USA. ENTRO IL 2027 LA FARÀ DIVENTARE LA TERZA POTENZA GLOBALE, E FA AFFARI CON PUTIN. UN CURRICULUM IDEALE PER DIVENTARE IL PROSSIMO AVVERSARIO DEGLI USA...
NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA - FOTO LAPRESSE
DAZI: TRUMP, 'AUMENTO SOSTANZIALE ALL'INDIA NELLE PROSSIME 24 ORE'
(Adnkronos) - Donald Trump sta considerando di aumentare "in modo sostanziale" i dazi contro l’India nelle prossime ore 24 ore per 'punirla' per i continui acquisti di petrolio dalla Russia.
Lo ha anticipato lo stesso presidente in un'intervista a Cnbc: "L’India non è stato un buon partner commerciale, perché fanno molti affari con noi, ma noi non facciamo affari con loro. Così abbiamo fissato (dazi) al 25%, ma penso che li aumenterò in modo molto sostanziale nelle prossime 24 ore, perché comprano petrolio russo".
DAZI: CREMLINO A TRUMP, 'DIRITTO PAESI SOVRANI SCEGLIERE PARTNER COMMERCIALI, NO MINACCE'
narendra modi e vladimir putin a mosca
(Adnkronos) - "Riteniamo che i Paesi sovrani debbano avere e abbiano il diritto di scegliere i propri partner commerciali". Si è espresso così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che ieri Donald Trump ha minacciato di aumentare in "modo considerevole" i dazi Usa sulle merci indiane in relazione allo 'shopping' di petrolio russo.
"Sentiamo molte dichiarazioni che in realtà sono minacce, tentativi di costringere i Paesi a interrompere le relazioni commerciali con la Russia", ha aggiunto Peskov nelle dichiarazioni riportate dai media russi.
Dazi: Cremlino, illegittime le minacce di Trump all'India sul commercio ago. (LaPresse) - Le richieste avanzate dall'Occidente a vari Paesi per interrompere le relazioni commerciali con la Russia sono illegittime. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Ria Novosti.
xi jinping vladimir putin narendra modi - vertice brics a Kazan
Ieri l'India ha affermato di ritenere infondati gli attacchi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dell'Unione Europea in merito all'importazione di petrolio russo. "Sentiamo molte dichiarazioni che in realtà sono minacce. Non riteniamo che tali dichiarazioni siano legittime", ha detto Peskov ai giornalisti, rispondendo alla domanda se il Cremlino intravede una minaccia per le esportazioni energetiche di Mosca.
Modi era pronto a "rendere l'India di nuovo grande", poi Trump ha messo l'America al primo posto
NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA
Traduzione dell’articolo di Mithil Aggarwal per https://www.nbcnews.com/
L’amicizia in crescita tra Stati Uniti e India è a rischio di incrinarsi, avvertono alcuni osservatori, mentre il presidente Donald Trump minaccia di aumentare sostanzialmente i dazi sui prodotti indiani a causa degli acquisti di petrolio russo da parte di Nuova Delhi.
All’inizio dell’anno, l’India sembrava essere uno dei Paesi più favoriti per ottenere il sostegno di Trump, dato il suo ruolo crescente come contrappeso asiatico alla Cina e il rapporto personale stretto tra Trump e il suo leader, il primo ministro Narendra Modi.
Ma i rapporti tra Stati Uniti e India si sono invece incrinati a causa del commercio e di altre questioni. Trump ha minacciato Apple e altre aziende che producono in India, si è avvicinato al suo principale rivale, il Pakistan, e ha deriso l’economia indiana definendola “morta”.
«Sta minacciando di annullare, o almeno di mettere in pausa, due decenni di relazioni in costante miglioramento tra India e Stati Uniti», ha dichiarato Dhruva Jaishankar, direttore esecutivo della Observer Research Foundation America, un’organizzazione no-profit con sede a Washington.
NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA
Lunedì, citando i “massicci” acquisti di petrolio russo da parte dell’India, Trump ha dichiarato che aumenterà “sostanzialmente” i dazi statunitensi sulle importazioni indiane, già tra i più alti in Asia, al 25%. Insieme alla Cina, l’India è uno dei maggiori acquirenti di greggio russo sanzionato dai governi occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022.
In una risposta netta, l’India — importante partner per la sicurezza degli Stati Uniti — ha definito tali critiche “ingiustificate e irragionevoli” e ha dichiarato di aver acquistato petrolio russo con il sostegno di Washington.
«L’India ha iniziato a importare dalla Russia perché le forniture tradizionali sono state deviate verso l’Europa dopo lo scoppio del conflitto», ha affermato lunedì il Ministero degli Affari Esteri indiano. «Gli Stati Uniti, in quel momento, incoraggiavano attivamente tali importazioni da parte dell’India per rafforzare la stabilità dei mercati energetici globali.»
La Casa Bianca non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.
NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA
Le tensioni tra Stati Uniti e India stanno generando una crescente pressione politica interna su Modi, con gli oppositori che lo accusano di non avere il coraggio di opporsi al suo “caro amico” Trump.
«Il Paese sta ora pagando il prezzo dell’‘amicizia’ di Narendra Modi», ha dichiarato la scorsa settimana il partito d’opposizione Congress Party.
«Non voglio che costruiate in India»
La situazione era ben diversa a febbraio, quando Modi è stato uno dei primi leader mondiali a visitare la Casa Bianca dopo il ritorno di Trump alla presidenza. Imitando Trump, aveva dichiarato anche lui che avrebbe “reso di nuovo grande l’India”.
Ma l’armonia è durata poco. Da allora, Trump ha stuzzicato l’India su diverse questioni, tra cui i miliardi di investimenti da parte di aziende americane che stanno spostando la produzione dalla Cina.
Nel trimestre scorso, l’India ha rappresentato il 44% delle importazioni di smartphone degli Stati Uniti, più di qualsiasi altro Paese, inclusa la Cina, secondo i dati della società di ricerca Canalys. Ciò include gli iPhone venduti negli Stati Uniti, la cui maggior parte — secondo l’amministratore delegato di Apple Tim Cook — sarà presto etichettata come “prodotto in India”.
NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA
«Non voglio che costruiate in India», ha riferito Trump di aver detto a Cook a maggio, sollecitandolo a produrre i telefoni negli Stati Uniti, nonostante le difficoltà.
Avvicinamento al nemico dell’India
Un altro elemento di attrito nelle relazioni tra Stati Uniti e India è stato un attacco terroristico in Kashmir, controllato dall’India, che ad aprile ha causato la morte di 26 persone.
L’India ha risposto bombardando il vicino Pakistan, che da tempo accusa di offrire rifugio ai terroristi, dando inizio a un conflitto durato quattro giorni che rischiava di degenerare in una guerra più ampia, alimentata da decenni di tensioni tra le due potenze nucleari.
Trump ha irritato l’India sostenendo ripetutamente di aver mediato personalmente un cessate il fuoco. Mentre Islamabad ha ringraziato Trump per la mediazione, l’India ha respinto ogni affermazione di coinvolgimento degli Stati Uniti, anche in una telefonata tra Modi e Trump.
«L’India non ha mai confermato le affermazioni di Trump», ha dichiarato Amitendu Palit, ex funzionario del ministero delle Finanze indiano e attualmente ricercatore senior presso l’Istituto di Studi Sudasiatici dell’Università Nazionale di Singapore.
«Questo non è stato accolto bene da Trump», ha aggiunto.
Nel giro di poche settimane, Trump ha ospitato alla Casa Bianca il potente capo dell’esercito pakistano, in un incontro senza precedenti. Ha anche applicato un’aliquota doganale più bassa al Pakistan, del 19%, e ha annunciato un accordo per l’esplorazione delle riserve petrolifere del Paese.
Pressioni per via della Russia
Man mano che Trump esprime crescente frustrazione verso il presidente russo Vladimir Putin, ha rivolto la sua attenzione al rapporto dell’India con Mosca.
Per anni, Nuova Delhi ha beneficiato della propria politica estera “non allineata”, che le ha permesso di rafforzare i legami con gli Stati Uniti continuando a mantenere rapporti storici con la Russia, uno dei suoi principali fornitori di energia e attrezzature militari.
Quando il petrolio russo è stato colpito dalle sanzioni occidentali a causa dell’Ucraina, l’India — terzo consumatore energetico mondiale dopo Cina e Stati Uniti — ha colto l’opportunità di acquistarlo a prezzo scontato, cosa che, secondo gli stessi funzionari americani, ha contribuito a stabilizzare i prezzi globali del petrolio.
l india al primo posto per mancanza di servizi igienici
«L’hanno comprato perché volevamo che qualcuno comprasse il petrolio russo», ha dichiarato Eric Garcetti, ambasciatore americano in India durante la presidenza Biden, in una conferenza lo scorso anno. «Era proprio parte della strategia: non volevamo che i prezzi salissero.»
Ma la posizione americana sugli acquisti di petrolio indiani sembra essere cambiata sotto Trump, che la scorsa settimana ha scritto sui social media che India e Russia «possono far sprofondare insieme le loro economie morte».
«Siamo ora in una fase in cui la capacità degli Stati Uniti di controllare la Russia e i suoi alleati sta cominciando a colpire anche l’India», ha detto Palit.
NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA
Secondo Jaishankar, sebbene le azioni di Trump non spingeranno l’India fuori dall’orbita americana, potrebbero indurre Nuova Delhi a rafforzare i legami con altri Paesi, come la Cina. Durante un incontro tra i ministri degli Esteri a Pechino il mese scorso, India e Cina hanno concordato di riprendere i voli diretti tra i due Paesi per la prima volta in cinque anni.
Nonostante gli ostacoli recenti nei rapporti bilaterali, l’India continuerà a dialogare con gli Stati Uniti come partner strategico e tecnologico chiave, ha dichiarato Chietigj Bajpaee, ricercatore senior per l’Asia meridionale presso il think tank Chatham House di Londra.
«Ma credo sia un campanello d’allarme, in un certo senso», ha concluso.
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