1. A OBAMA MANCAVA SOLO QUESTA: L’ODIOGRAFIA DI ROBERT GATES, SUO MINISTRO DELLA DIFESA FINO AL 2011: “IL PRESIDENTE NON CREDEVA NELLA SUA STRATEGIA MILITARE, BIDEN HA SBAGLIATO TUTTO, E HILLARY CAMBIAVA IDEA PER ATTIRARE ELETTORI” 2. “OBAMA NON SI FIDAVA DI PETRAEUS, NON SOPPORTAVA IL PRESIDENTE AFGHANO KARZAI E NON CREDEVA CHE QUELLA FOSSE LA SUA GUERRA. VOLEVA SOLO ANDARSENE” 3. IL VICEPRESIDENTE BIDEN: “HA SBAGLIATO TUTTE LE SCELTE IN POLITICA ESTERA E SICUREZZA NAZIONALE DEGLI ULTIMI 40 ANNI”. HILLARY SI IMPROVVISAVA PACIFISTA PER BATTERE OBAMA ALLE PRIMARIE. UN COLPO DURISSIMO PER DUE CHE SOGNANO LA CASA BIANCA 4. MASSIMO DISPREZZO PER I MEMBRI DEL CONGRESSO: “INCIVILI, INCOMPETENTI, INCAPACI DI ASSOLVERE AI LORO DOVERI BASILARI. PARROCCHIALI, IPOCRITI, EGOISTI, E PRONTI A METTERE SE STESSI (E LA PROPRIA RIELEZIONE) DAVANTI ALLE ESIGENZE DEL PAESE”

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DAGOREPORT

A Obama mancava solo questa per chiudere un 2013 da incubo e aprire un 2014 che si annuncia anche peggiore: il libro di memorie di Robert Gates, ex capo della Cia e ministro della difesa durante i governi Bush (2006-2008) e Obama (2008-2011). Il generale Gates scodella un'odiografia in cui rivela di aver odiato il suo ruolo di "Secretary of Defence", che Joe Biden "ha sbagliato tutte le scelte in politica estera e sicurezza nazionale degli ultimi 40 anni", e che Obama non era convinto delle sue scelte sulla guerra in Afghanistan.

"Non ho mai dubitato del sostegno del presidente alle truppe", scrive Gates, ma dopo aver deciso il "surge" (30.000 soldati in più da inviare in Afghanistan nel 2009), "Obama ha smesso di credere nella sua stessa strategia militare". Non solo: "non si fidava del generale Petraeus (che comandava le operazioni), non sopportava il presidente afghano Karzai, e non credeva che quella fosse la sua guerra. Per lui, l'unica priorità era andarsene via".

Il libro "Duty: Memoirs of a Secretary at War" uscirà nelle prossime settimane, ma già i giornali americani si sono avventati sulle anticipazioni, che smontano il lavoro dell'Amministrazione Obama come se fosse l'analisi di un'esperienza politica conclusa e non di un governo che sarà in carica per altri tre anni.

Le accuse più pesanti sono verso il vicepresidente Biden, che "avvelena i pozzi" tra politici e militari, un "uomo integro ma che per 4 decenni ha fatto scelte sbagliate su tutti i temi di politica estera e sicurezza nazionale". Tomas Gonilon, all'epoca il consigliere per la sicurezza nazionale di Obama, e il Generale Lute, coordinatore militare della Casa Bianca, erano "aggressivi, sospettosi, e a volte paternalistici e offensivi verso i leader militari".

L'unica che sembra uscirne non a pezzi è Hillary Clinton, Segretario di Stato mentre Gates era alla Difesa. Il generale racconta che entrambi erano "offesi" dall'atteggiamento del governo Obama: "La Casa Bianca cercava di controllare tutte le nostre attività, ed era determinata a prendersi i meriti di ogni evento positivo e non darne nessuno alla gente sul campo (ovvero diplomatici, soldati, spie, NdDago) che aveva effettivamente ottenuto risultati".

Ma neanche Hillary è immune da sputtanamenti: Gates rivela che nel 2008 l'allora candidata alle primarie democratiche si era rimangiata il suo sostegno all'aumento di truppe in Iraq per inseguire il "pacifista" Obama, che era davanti a lei nei sondaggi in Iowa, caucus determinante per la corsa alla nomination. Sia Obama che Clinton, scrive il generale, hanno fatto le proprie scelte di politica estera per ottenere consenso durante le primarie, non nell'interesse del Paese.

Biden e Clinton stanno preparando la corsa per le primarie del 2016, e il libro di certo non aiuterà le loro campagne elettorali.

Il libro, in sostanza, è l'atto di accusa di un ex agente segreto ed ex militare con 50 anni di carriera alle spalle nei confronti di una classe politica che non rispetta il ruolo dei soldati, di chi si sacrifica per la patria, di chi si sporca le mani sul campo. E' zeppo di episodi in cui Gates esprime il suo massimo disprezzo per i membri del Congresso, "per la maggior parte composto da persone incivili, incompetenti, incapaci di affrontare le loro basilari responsabilità costituzionali. Parrocchiali, ipocriti, egoisti, e pronti a mettere se stessi (e la propria rielezione) davanti alle esigenze del Paese".

Obama ha diffuso un comunicato affermando di "non essere d'accordo con le critiche di Gates al vicepresidente Biden. Pur apprezzando il lavoro di Gates come ministro della difesa e la sua vita al servizio del Paese, Joe Biden è uno degli statisti più importanti del nostro tempo, e il Presidente si affida ai suoi consigli ogni giorno".

 

ROBERT GATES E OBAMA ROBERT GATES E JOE BIDEN ROBERT GATES E IL PRESIDENTE AFGHANO HAMID KARZAI ROBERT GATES E HILLARY CLINTON ROBERT GATES CON OBAMA