daria zhukova abramovich

COMPRA L’ARTE E METTILA DA PARTE – L’OLIGARCA RUSSO ROMAN ABRAMOVICH, AMICO DI VLADIMIR PUTIN, HA NASCOSTO UNA COLLEZIONE D’ARTE DA QUASI UN MILIARDO COSÌ PER NON FARLA FINIRE OGGETTO DELLE SANZIONI EUROPEE IMPOSTE DOPO L’INIZIO DELLA GUERRA – NELLA COLLEZIONE, CEDUTA ALL'EX MOGLIE, DARIA ZHUKOVA, CI SAREBBERO LE OPERE DI MALEVICH, PICASSO, MONET, FRANCIS BACON, LUCIAN FREUD, ALBERTO GIACOMETTI, MAGRITTE, E TANTI ALTRI...

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Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “La Stampa”

 

Roman Abramovich

La scoperta viene da IStories, il collettivo giornalistico russo indipendente di Roman Anin, che ha potuto visionare documenti leakati del fondo. Il trust fiduciario è controllato dalla ex moglie, che ne possiede il 51%, mentre l’ex proprietario del Chelsea ne possiede il 49%: ma la cessione dell’1% di controllo è avvenuta casualmente giusto tre settimane prima dell’invasione su larga scala della Russia in Ucraina.

 

Con questo stratagemma l’oligarca, sanzionato in occidente, ha potuto nascondere le opere e sottrarle al sequestro in cui sarebbero incappate con le sanzioni.

 

DARIA ZHUKOVA E DASHA ABRAMOVICH

Abramovich e la sua ex moglie, Daria Zhukova, possedevano 369 opere d'arte del valore di 962 milioni di dollari già nel 2018, lo si ricava dai file leakati del registro delle imprese cipriota MeritServus. 

 

Molte di queste opere erano totalmente sparite dalla vista pubblica, benché appunto intestate a una proprietà collocata in Europa, e gli esperti si interrogavano con una certa inquietudine sul loro destino. Per esempio la “Suprematist Composition, 1919-1920” di Kazimir Malevich, che fu battuta nel 2000 per 17 milioni di dollari da Christie’s a un acquirente anonimo. Non si è mai saputo chi fosse. Ora sappiamo con certezza che, almeno dal 2013, il dipinto apparteneva ad Abramovich.

 

roman abramovich 1

Secondo i documenti leakati, le opere sono incorporate in una società offshore, di nome Seline-Invest, che è controllata dal trust cipriota Ermis Trust Settlement, che fu fondato da Abramovich. Dopo il divorzio, Abramovich e Zhukova si erano divisi a metà le azioni del trust – quindi le opere appartenevano formalmente a entrambi – ma tre settimane prima dell’invasione russa in Ucraina il miliardario considerato da tanti osservatori l’oligarca più vicino a Putin ha conferito a Zhukova un altro 1%. 

 

Di conseguenza il fondo appartiene a lei, che non ricade sotto sanzioni europee. Nessuno sa con esattezza dove siano queste opere – alcuni ritengono in uno o più caveau in Svizzera – certo è che di molte non si sapeva più la sorte. […]

 

I movimenti dei beni di Roman Abramovich

Nel 2008 Abramovich compra da Sotheby’s per 86,3 milioni di dollari il trittico di Francis Bacon. Qualche tempo dopo, va da Christie’s e spende 33,6 milioni per un Lucian Freud celeberrimo (Benefits Supervisor Sleeping). Lo fa in parte perché spinto dalla allora moglie Dasha Zhukova. Zhukova nel 2015 apre una sontuosa galleria d’arte contemporanea a Mosca intitolata “Garage”: in partenza, uno scarno garage, che poi l’archistar più star degli architetti occidentali, l’olandese Rem Koolhaas, trasforma. Quel “Garage” era stato un ristorante simbolo dell’epoca sovietica a Mosca, il “Vremena Goda” a Gorky Park. E la storia sembrò a molti iconica della trasformazione – in cui, per fame di affari, tanti in occidente volevano credere – dal cupo grigiore rimasto addosso all’ex agente chekista nella Ddr al glamour, glitter e caviale dello stile di vita occidentale con un tocco d’Asia.

 

Roman Abramovich

Zhukova, che era la terza moglie di Abramovich, era già all’epoca legata a Ivanka Trump e Jared Kushner e all’ex moglie di Rupert Murdoch, Wendi Deng. Ivanka, un mese prima dell’invasione della Russia in Crimea, postò una foto su Instagram che la ritraeva assieme a Zhukova e Wendi Deng con una bottiglia di vino e la didascalia: «Grazie [a Dasha] per quattro giorni indimenticabili in Russia!». […]

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