DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Tommaso Rodano per il “Fatto quotidiano”
Per l’Unità è il giorno decisivo. Oggi scade il termine fissato dal commissario liquidatore per presentare offerte d’acquisto. Entro poche ore si saprà qualcosa di concreto sul fallimento o la rinascita del quotidiano fondato da Antonio Gramsci nel 1924. Per i lavoratori del giornale le ultime settimane sono state l’apice di un lungo periodo di tensione e incertezza. In questi giorni hanno assistito allo sgombero della redazione di viale Ostiense, a Roma, per la scadenza del contratto d’affitto.
Oltre al danno di 4 mensilità di stipendio in arretrato, hanno scoperto un’altra beffa: l’azienda è inadempiente anche per una parte dei contributi. L’ultima tranche del Tfr del fondo complementare non è ancora stata versata a causa dei debiti accumulati con l’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti. Mentre il premier/segretario Renzi promette di portare il Tfr in busta paga, una parte dello stesso Tfr scompare dalle tasche di chi lavora nel giornale di partito.
PER IL RILANCIO del “brand” Unità (Renzi dixit), la giornata di oggi è cruciale. Dopo le manifestazione d’interesse più improbabili - compresa quella di Daniela Santanchè e Paola Ferrari - è il momento delle offerte vere. L’eredità di Matteo Fago e della sua Nuova Impresa Editoriale, sommersa da circa 30 milioni di debiti, dovrebbe essere raccolta dall’editore del gossip Guido Veneziani.
Il patron dei rotocalchi (Vero, Top e Stop, tra gli altri) avrebbe incassato l’investitura del Pd e del tesoriere Francesco Bonifazi, al punto da rilasciare interviste come proprietario in pectore. Al Corsera, Veneziani ha garantito che non trasformerà il quotidiano di Gramsci in una rivista di cronaca rosa, ma “se becchiamo nuda la fidanzata di Berlusconi, la pubblichiamo”. Queste le intenzioni, mentre di offerta e piano di rilancio ad oggi non si sa nulla.
Veneziani, però, non è solo. Ieri s’è presentato un nuovo pretendente, l’imprenditore Andrea Palombo. Consigliere comunale a Latina, eletto nel 2011 col Pdl prima di passare al gruppo Misto, il 34enne Palombo ha già all’attivo un’avventura poco fortunata. Nel 2012 ha acquistato le quote della Nuova Editoriale Oggi di Giuseppe Ciarrapico, editrice di Latina Oggi, sull’orlo del fallimento. La gestione Palombo è durata poco: la Neo è stata dichiarata fallita all’inizio di quest’anno.
Con un rocambolesco cambio di testata (rinominandosi Il quotidiano di Latina) il quotidiano ha continuato ad andare in edicola, per poi cambiare proprietà due volte nel giro di poche settimane: prima a un fedelissimodello stesso Palombo, poi a un editore di Anzio.
Cosa possa spingere un piccolo imprenditore, con precedenti poco incoraggianti e una formazione politica lontana dalla sinistra, a farsi avanti per l’Unità, è tutt’altro che chiaro: “È un’idea che m’è venuta in ferie - dice al Fatto - I miei consulenti studiano questo investimento da un mese e mezzo. Non c’è nessuna cordata, solo io e la mia famiglia. Non sono di sinistra, ma sono un editore puro, abbiamo un piano industriale solido”. Lo presenterà oggi pomeriggio all’Hotel Nazionale di Roma. Dopo tanti bluff, per lui e gli altri che hanno parlato dell’Unità, è tempo di mostrare le carte.
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