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1. DANIELA PITONESSA E SANDRO PITONE
Da "Il Fatto Quotidiano"
Ogni Pitonessa che si rispetti ha un valido Pitone accanto. Pronto a battersi per lei, strenuamente. Entrambi marciando, pardon, strisciando verso la stessa direzione. Prima pagina del Giornale di ieri. Il direttore Alessandro Sallusti, compagno di Daniela Santanchè alias la Pitonessa, verga un feroce editoriale contro lo zoo della politica italiana perché la Pitonessa suddetta non è stata eletta vicepresidente della Camera.
Sandro Pitone, già Olindo, sibila con tutto l'inchiostro che ha in difesa di Daniela Pitonessa, già Rosa. Conclusione: tutta colpa del domatore che manca. Qui l'interpretazione è freudiana. L'inconscio del Pitone, già danneggiato da lunghi domiciliari scontati nel castello della Santanchè, immagina la Pitonessa diventare domatore. Una mistress spietata e implacabile. Il sadomasochismo è la deriva finale del berlusconismo.
2. ARRIVA LADY GIANNA, LA NOSTRA CARLÃ
Da "Il Fatto Quotidiano"
Effettivamente se ne sentiva la mancanza. Nei migliori bar la cosa si diceva a mezza bocca già da un po': com'è che non abbiamo una first lady? Non per mancare di rispetto alla signora Clio, ma gli italiani volevano qualcosa di più glamour e giovanile.
La voce del popolo non è rimasta inascoltata e ieri Repubblica ha finalmente potuto dare la notizia: lady Gianna, nel senso di Gianna Fregonara, giornalista del Corriere della Sera e moglie di Enrico Letta, ha fatto il suo "debutto" accanto al marito nel suo viaggio in Israele e Palestina. E fosse solo quello.
Come spiega in un tripudio ortografico l'attacco dell'articolo, lady Gianna ha pure "un'agenda tutta sua. Come Michelle Obama, la first lady per antonomasia. Come Carla Bruni, l'ex première dame". In cosa consiste l'agenda "tutta sua"? Nell'inaudita visita ai carabinieri di stanza a Hebron e a una casa per donne vittime di violenza a Betlemme. Lady Gianna debutta e già stupisce.
3. BRUNETTA E FLORIS IN LUNA DI MIELI
Da "il Fatto Quotidiano"
Renato Brunetta, capogruppo del Pdl a Montecitorio, da un paio di giorni si diletta sulle pagine del Foglio a inveire contro la trasmissione Ballarò e il suo conduttore Giovanni Floris. Se sul numero in edicola mercoledì contava ospiti e comparse stilando classifiche sulla massiccia presenza di invitati orientati al centrosinistra contro una sparuta truppa di centrodestra, ieri, in un breve "addendum" annotava come uno dei giornalisti più assidui in studio fosse Paolo Mieli con sette presenze su quaranta puntate.
"Mieli - scrive Brunetta - si qualifica come storico quale effettivamente è, ed è trattato come merita". Aggiunge poi che Mieli è anche presidente della Rizzoli libri, casa editrice che ha pubblicato ben cinque libri di Floris dal 2009 a oggi. Dice che le due faccende solo legate.
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