LA LEGA NE HA PIENI I MARONI! BOBO SI AUTOROTTAMA: “ENTRO NATALE LASCIO LA SEGRETERIA”

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Anna Gandolfi per "Corriere della Sera"

Roberto Maroni arriva alla Bèrghem fest di Alzano Lombardo e sfila davanti ai manifesti nei quali continua ad avere «la Lombardia in testa»: interviene alla decana delle feste del Carroccio ed è l'occasione per ribadire che sì, quei cartelli con lo slogan per la corsa alle ultime regionali sono attualissimi. «Fare il governatore della Lombardia - dice il segretario federale leghista - è impegnativo, voglio farlo a tempo pieno. È ora che io lasci la segreteria federale, che io faccia il passaggio di consegne. Auspico entro Natale».

Eletto a ricoprire il ruolo che fu di Umberto Bossi poco più di un anno fa, e con gran travaglio per il movimento, Maroni conversando con i cronisti conferma: «Voglio accelerare la convocazione del congresso, lo proporrò alla segreteria politica (in programma oggi, ndr). La Lega ha bisogno di un giovane rampante. La rosa di ipotetici candidati? Ampia. Personalmente la ridurrei a Matteo Salvini e Flavio Tosi, ma non sono io a decidere».

Il leader del Carroccio torna a parlare ai militanti dopo che ad agosto aveva scelto la linea del silenzio, marcando così la distanza con la vecchia guardia attivissima nei comizi estivi, ma pure suscitando interrogativi fra il popolo padano. Anche sotto questi stessi tendoni molti militanti, date le turbolenze politiche recenti, si sono interrogati per giorni su quale linea il segretario federale (e quindi il partito) avesse di fronte alle instabili sorti del governo, alle intese con il Pdl, al M5S, a questioni interne come il «progetto nazionale» lanciato dal sindaco di Verona, Tosi.

Ora il chiarimento arriva. Su Tosi: «Condivido l'idea di Flavio, ne abbiamo parlato. Dobbiamo allargare il consenso nel centrodestra». Poi la gelata sui Cinquestelle: «Accordi? Impossibile. Certo ho sentito qualcuno del mio partito fantasticarne. Ma l'unica cosa che abbiamo in comune con Grillo è il fatto di essere all'opposizione».

Dal palco, intervistato dal giornalista Vittorio Feltri, Maroni parla anche di Silvio Berlusconi: «Lo chiamerò per sapere cosa è successo. Ha firmato il referendum dei Radicali che abolisce la Bossi-Fini. Ma questa legge l'abbiamo fatta insieme. Ecco, io penso, voglio pensare, che Berlusconi abbia letto male ciò che gli hanno fatto firmare. Così finisce col fare più di quello che fa la sinistra, si mette a sinistra di Nichi Vendola».

E la precisazione, accolta dagli applausi: «Noi della Lega su quella legge faremo le barricate». Poi le alleanze, su cui «non c'è certezza ora», e una chiosa: «È meglio andare subito al voto piuttosto che avere un governo Letta bis».

Cogliendo un assist di Feltri, il leader del Carroccio collega ad aritmetiche politiche la scelta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di nominare quattro senatori a vita: «Manda un messaggio a Berlusconi e al Pdl: se fate cadere il governo, ne è pronto un altro. Napolitano ha fatto della nostra una Repubblica presidenziale, detterà la linea del Pd. Ma noi della Lega non siamo d'accordo».

Infine, una stoccata sullo stop alle rate dell'Imu: «Il decreto - dice Maroni - non ha copertura finanziaria, significa che i soldi arriveranno da altre tasse, e comunque il decreto non taglia niente sui capannoni, ma a Roma non sanno nemmeno cosa significa. Poi il Pdl ricordi: aveva promesso anche di restituirla, l'Imu».

 

Roberto Maroni e Umberto Bossi a Pontida ROBERTO MARONI FLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONI