ANCHE LE PULCI HANNO LA TOSI - LEGA VICINA ALLA SCISSIONE PER LA DECISIONE DEL SINDACO DI VERONA DI CANDIDARSI CONTRO ZAIA IN VENETO - TOSI NON VUOLE CHE LE LISTE DEI CANDIDATI SIANO DECISE DA SALVINI

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Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

SALVINI - TOSI  - ZAIA 4c4cb9f2SALVINI - TOSI - ZAIA 4c4cb9f2

Ancora botte da orbi e colpi bassi, in casa leghista. Al centro del ring ci sono sempre Flavio Tosi e Matteo Salvini. Per il segretario del Carroccio l’ipotesi di una corsa solitaria del sindaco di Verona è peggio di un delitto: è inutile. «Vince Zaia — assicura il leader — anche se si candida Tosi o Babbo Natale. Non ci sarà alcun suicidio politico. Flavio, dai, non è il momento di litigare, con tutti i casini che ci sono. E poi chi dà spazio a polemiche sui giornali non mi serve». Eppure, lo scenario dello scontro fratricida resta: «Io candidato contro Zaia? Non escludo nulla — afferma sibillino Tosi — Aspetto di vedere chi rispetta le regole e chi no. Chi decide le liste, la Liga Veneta o Milano?».

TOSI E ZAIATOSI E ZAIA

 

È un botta e risposta che non sembra avere fine, quello tra i due big leghisti. «Tosi — picchia duro Salvini — potrà fare il governatore dopo il secondo mandato di Zaia. Non ci sono due anime, ci sono solo i militanti veneti che vogliono eleggere il governatore uscente». Quando però gli chiedono se il sindaco si sia messo fuori dal partito, il leader replica con un secco «no». «Io dalla Lega non esco», gli fa eco Tosi.

 

La base del partito, intanto, ribolle. Durissimo è soprattutto il sindaco di Padova Massimo Bitonci: «Chi va a Roma e tratta con leader come Brunetta e contro il nostro governatore si mette già fuori dal movimento ».

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In mezzo rischia di finirci Zaia, che infatti prova a ridimensionare le polemiche: «Su Tosi ho usato il termine abominevole perché non è mai accaduto che un allenatore di calcio si schieri con la squadra avversaria». Almeno un nodo intanto sembra essere sciolto, visto che Tosi parteciperà sabato a Roma alla manifestazione antigovernativa. «Se non vieni, non va bene», l’aveva stuzzicato Salvini. «Sarò in piazza come sempre», la replica del sindaco.

 

Nel frattempo il rebus dell’alleanza con Forza Italia e Ncd lacera il Carroccio. La causa è il veto di Salvini: «Berlusconi decida se preferisce Alfano o costruire un progetto con la Lega. Ritorsioni di FI in Lombardia? Siamo mica a giocare a Risiko o a briscola chiamata». Eppure, qualcosa sembra muoversi. Non tanto perché Tosi ammette di aver incontrato gli “ambasciatori” di Angelino Alfano. Piuttosto perché Zaia non chiude a un’alleanza con i centristi: «Alla fine può ancora accadere di tutto. Vi confermo l’ottimo rapporto».

SALVINI E MARONI SALVINI E MARONI

 

Mentre la Lega è a un passo dalla scissione, Salvini lavora all’evento di sabato. E in agenda c’è sempre l’addio alla moneta unica — «c’è più da guadagnarci che da perderci». I capigruppo della Lega, intanto, sono stati ricevuti al Colle da Sergio Mattarella: «Ci auguriamo una moral suasion del presidente affinché anche il piccolo dittatore Renzi capisca che siamo in democrazia».

 

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