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Concetto Vecchio per La Repubblica
Il fotografo di Oggi lo ha colto nell'unico lusso di questa estate: mentre s'immerge nella piscinetta dei figli. Una vasca fai da te, tre metri per due, piazzata nel giardino della casa dei suoi, a Colignola (Pisa). Enrico Letta indossa braghette a strisce biancoazzurre. In un'istantanea lo si vede mentre con il piede destro tasta la temperatura dell'acqua.
In un'altra si rimpalla una sfera di plastica con i figli. Giardino di casa e vaschetta: così per cinque giorni, le uniche vacanze concesse dalle tensioni sulle sorti delle larghe intese. L'altra distrazione era stata il concerto dei Nomadi, a meta giugno a Cesenatico. Lo fecero anche salire sul palco. «à uno di noi», lo presentò Beppe Carletti. Poi venne fuori la notizia che la Cassazione avrebbe dovuto sentenziare entro luglio su Silvio Berlusconi, e Letta capì all'istante che non avrebbe avuto altri svaghi: «Temo che non farò vacanze», fu il suo primo commento.
E così è andata. Niente bagnasciuga, né resort, né sentieri di montagna, ma a palazzo Chigi fino a tarda sera, o in missioni all'estero -Baku, Vienna, oggi Kabul - e vertici sfiancanti con il suo vice Angelino Alfano, che pretende l'agibilità politica per il suo Capo. Il giorno del suo 47esimo compleanno, per dire, il premier era in Austria a cena con il premier austriaco Werner Faymann e le rispettive consorti.
L'anno scorso, Mario Monti, si ritagliò almeno una vacanza in Engadina, buen retiro dei borghesi lombardi, da dove si dovette difendere da un attacco del Giornale, secondo cui la villa che lo ospitava era una magione da 10mila euro a settimana. Il premier, piccato, precisò che in tutto avrebbe speso «12,500 euro per un affitto stagionale di quattro mesi». E pensare che uno dei maestri di Letta, Romano Prodi, le vacanze poteva ancora permettersele. Tre settimane piene nell'estate 2006, tra il castello di Bebbio e Castiglione della Pescaia, dove fece amicizia con un lavapiatti senegalase, Lamin.
«Ne abbiam bisogno, ce le siamo meritate», disse rivolto al Paese nell'ultima conferenza stampa prima di mettersi in macchina. Oggi, al tempo dell'antipolitica, nessun premier direbbe più così. «Vacanze meritate». Finirebbe subito lapidato su Twitter. E infatti si scorge in questa voluta ostentazione di understatement, di stakanovismo agostano, anche un evidente disegno politico, di vecchia scuola democristiana, tipo Aldo Moro che si presentava in spiaggia con giacca e cravatta anche il giorno di Ferragosto.
Del resto quest'anno nemmeno il Papa è andato in vacanza. Letta fiuta lo spirito del tempo. Quella piscinetta è un manifesto elettorale. Tutto è precipitato. L'anno che era premier Massimo D'Alema, nel 1999, le Camere chiusero i battenti il 2 agosto e le riaprirono a settembre inoltrato, D'Alema salpò con il suo Ikarus verso mari ignoti; l'unica notizia che trapelò è che a Salina era rimasto ustionato da una medusa, non si seppe mai se era la solita esagerazione dei giornalisti. Ancor prima, nei favolosi anni Ottanta la stasi agostana era una cosa seria.
Il massimo del brivido era dato dal derby dei corsivi tra Il Popolo e L'Avanti! Ciriaco De Mita, nella sua unica estate da presidente del Consiglio, si ritirò nell'amata Nusco, tra memorabile partite a tressette, e l'Ansa per tutto il mese menzionò il suo nome una manciata di volte appena. Poi, sul finire del mese, l'attività ripartiva lentamente con il convegno del centrosinistra a Lavarone. Nel 1988 il cuore del dibattito politico era rappresentato da questo dilemma: è giusto che De Mita mantenga il doppio incarico di segretario e presidente del Consiglio?
Bettino Craxi ai primi del mese si rifugiava ad Hammamet, e qui la sua quiete era interrotta solo dal rituale incontro con il suo omologo, Habib Burghiba. A fine agosto del 1983, rientrato a palazzo Chigi, come primo atto incontrò il ministro dell'Interno Scalfaro, rimasto di turno a Roma, «che gli riferì della situazione generale del Paese».
E perfino ai tempi dell'austero Giulio Andreotti, reggente del Caf, l'estate era ancora estate: nell'89 il Divo Giulio lasciò Roma il 10 agosto per Cortina d'Ampezzo, ospite del Convento delle Orsoline, e vi fece rientro il 31, salvo la puntata al Meeting di Cl. Con Silvio Berlusconi le vacanze del premier diventano una puntata di Dallas: Topolanek nudo, ragazze in tanga, lenoni pugliesi, sciali da Mille e una notte.
Del Cavaliere tutti ricordano lo jogging in divisa bianca con i collaboratori Galliani, Dell'Utri e Letta alle Bermude, ma era il 1995, ed era già stato disarcionato da primo ministro. Era invece a capo del governo quando si presentò in completo bianco e bandana allo struscio con i coniugi Blair a Porto Rotondo (l'anno prima, con accanto Putin a torso nudo, aveva passeggiato a piedi nudi per Porto Cervo).
Che tempi! S'innescò anche un acceso dibattito tra le deputate sull'eccentrico look. La più entusiasta, manco a dirlo, fu Daniela Santanché di Alleanza nazionale: «Stava proprio bene, Berlusconi riesce sempre a sorprenderci», fu il suo misurato commento.
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