DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
.”L’ITALIA PENSA DI CHIUDERE L’AMBASCIATA A TRIPOLI”
Guido Ruotolo per “lastampa.it”
Secondo quanto si apprende da fonti libiche l’ambasciata italiana a Tripoli potrebbe essere chiusa a breve. La notizia dell’assalto di Ansar al Sharia, la formazione integralista islamica che si richiama all’Is, alla piattaforma petrolifera della francese Total, con un dirigente sequestrato (ma potrebbero essere anche di più) e cinque impiegati sgozzati (non si ha conferma ufficiale delle nazionalità), rappresenta infatti per l’Italia un ulteriore segnale che la situazione rischia di precipitare anche a Tripoli.
L’attacco all’hotel Corinthya della settimana scorsa, con l’uccisione di due cittadini americani e altri stranieri, rivendicato proprio dai terroristi è un segnale che le «truppe» delle formazioni alleate di Isis vogliono conquistare Tripoli, issando la bandiera del Daesh in quella che fu la piazza della Rivoluzione.
bersani a tripoli con le parlamentari libiche
In questi mesi, l’ambasciata italiana è sempre stata aperta, diventando un punto di riferimento della comunità internazionale (le cui rappresentanze diplomatiche sono state chiuse da tempo) e il luogo del possibile dialogo per la pacificazione della Libia. L’Italia ha favorito il dialogo tra le parti.
LIBIA OCCUPATO L AEROPORTO DI TRIPOLI
Ma ora c’è il convitato di pietra che rischia di far saltare tutto. L’Isis, Ansar al Sharia, è interessata a far saltare qualsiasi tentativo di stabilizzazione del Paese e naturalmente l’ambasciata italiana potrebbe diventare un obiettivo della loro offensiva militare. Del resto, nell’ultimo documento dell’Isis si accenna all’Italia come di un obiettivo strategico degli integralisti islamici.
DISTRUTTO UN KENTUCKY FRIED CHICKEN A TRIPOLI IN LIBANO
2. CON LO SBARCO DELLE TRUPPE DELL’ISIS, L'ARIA SI E' FATTA PESANTE E L’ITALIA PENSA DI CHIUDERE LA PROPRIA AMBASCIATA
da Dagospia del 2 dicembre 2014
L’elenco delle doglianze a stelle strisce sull’Italia è molto semplice: siamo accusati di non avere dispiegato nel Paese né uomini né soldi e di sottovalutare pesantemente i rischi di un’espansione del Califfato in Libia. Oltre a tutto, con l’Is che ha esplicitamente annunciato di voler arrivare a Roma, forse sarebbe il caso di prestare attenzione all’eventualità che le bandiere nere non passino proprio da Tripoli.
LIBIA OCCUPATO L AEROPORTO DI TRIPOLI
LIBIA OCCUPATO L AEROPORTO DI TRIPOLI
La novità è che il nostro governo sta pensando seriamente di chiudere anche l’ambasciata, affidata a Giuseppe Buccino Grimaldi. E anche le parole del neo ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ripetute due volte nelle ultime due settimane, sull’eventualità di un invio di militari come forza di “peace keaping” solo dietro preciso mandato Onu, sembrano confermare una certa volontà di lavarsene le mani.
La chiusura dell’ambasciata italiana sarebbe un altro segnale negativo anche per Washington e forse anche per questo l’ambasciatore preferirebbe evitarla. Almeno fin quando al Colle c’è Giorgio Napolitano, suo grande estimatore (era il suo secondo consigliere diplomatico).
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