PERCHÉ DARE SOLDI A CHI È PIÙ RICCO DI NOI? LONDRA TAGLIA GLI AIUTI VERSO INDIA E SUDAFRICA, L’ITALIA NO

Maurizio Stefanini per "Libero"

È almeno dal 2010 che si ripete come dovranno essere i Brics a mettere i soldi per salvare le economie di Europa e Nord America; la Cina è ormai la seconda economia del mondo, ha già superato gli Usa come prima potenza commerciale ed ha in mano la gran massa dei loro debiti; il Brasile è arrivato al sesto posto sorpassando Italia e Regno Unito; anche Russia e India ci hanno sorpassato, lasciandoci decimi; in particolare la Cina sta approfittando della crisi per fare shopping in lungo e il largo nel mondo, seconda solo al Qatar; e all'ultimo loro vertice di Durban del 26 e 27 marzo i Brics non solo si sono accordati per costruire una loro banca in grado di fare concorrenza a Banca Mondiale e Fmi, ma stando a quanto ha riferito Monti in Parlamento avrebbero addirittura minacciato l'Italia di sanzioni se i due marò non venivano riportati in India.

Va bene che come reddito pro capite resta ancora un abisso: ma ha ancora senso che i Paesi ormai ex-ricchi continuino a mandare soldi per lo sviluppo proprio di questi Paesi che ormai agiscono e ragionano come se fossero loro i nuovi padroni del mondo? No, ha deciso il governo britannico.

A un convegno sulla cooperazione in corso a Londra con ministri africani e uomini d'affari Justine Greening, Segretario (conservatore) allo Sviluppo Internazionale del governo Cameron ha annunciato che i programmi rivolti al Sudafrica, ormai ridotti rispetto al picco di 40 milioni di sterline del 2003 ma tuttora del valore di 19 milioni di sterline all'anno, cesseranno dal 2015.

Erano somme che servivano sia a ridurre la mortalità tra le partorienti che a promuovere imprenditoria locale ma a questo punto la Greening ha spiegato che «la relazione del Regno Unito col Sudafrica va basata sul commercio, non più sullo sviluppo».

Londra è «orgogliosa» del lavoro fatto per la sua ex-colonia, ma «ormai noi e le nostre controparti sudafricane siamo d'accordo che il Sudafrica è in condizioni di finanziare il proprio sviluppo da solo». D'altra parte, sempre la Greening lo scorso novembre aveva annunciato un'analoga evoluzione rispetto a un'altra ex-colonia. «L'India si sta sviluppando con notevole successo economico», aveva detto.

Anche lì, dunque, i 200 milioni di sterline stanziati tra oggi e il 2015 saranno gli ultimi. Ong come Oxfam hanno manifestato dubbi, ma il ministro degli esteri Salman Kurshid, lo stesso che i giornali italiani hanno ormai iniziato a conoscere per via della storia dei marò, aveva a sua volta convenuto: «l'aiuto è il passato, il commercio è il futuro». E non solo il commercio, visto che l'India è il terzo investitore straniero nel Regno Unito.

Prima ancora, nel febbraio del 2011 il governo aveva resa nota una nuova lista di 16 Paesi che pure sarebbero stati depennati dall'elenco di quelli da aiutare, in modo da poter concentrare le risorse sui 27 altri Paesi da cui proviene il 75% delle morti per parto e malaria. Tra i Paesi da togliere l'Angola, nuova potenza petrolifera che sta investendo massicciamente nell'ex-madrepatria Portogallo; la Cina; la Russia. Ricordiamo che Londra è più ricca dell'Italia e avrebbe anche più obblighi morali, visto che ai suoi tempi colonizzò un quarto del pianeta.

A parte che noi di responsabilità per il passato ne abbiamo molte di meno, si dà il caso che con due dei Brics abbiamo avuto recenti dissapori: con il Brasile per il caso Cesare Battisti e con l'India per il caso marò. Inoltre, come abbiamo visto, i Brics ci hanno minacciato come insieme. Ovviamente non si parla di fare guerre, e neanche di sospendere relazioni commerciali che sono fondamentali. Ma sarebbe interessante, per lo meno aprire un dibattito sul modo in cui a questi Paesi che ci sequestrano perfino l'ambasciatore continuiamo a dare aiuti?

All'India, ad esempio, nel 2010 abbiamo inviato 12 milioni di euro, e col Brasile c'è un programma triennale di aiuti all'agricoltura familiare da più di un milione e mezzo di euro, più una serie di aiuti per 800.000 euro proprio ai poveri che invece il governo locale ha sloggiato in vista della costruzione delle infrastrutture per Mondiali e Olimpidi.

Peraltro la Direzione generale della Cooperazione allo Sviluppo (Dcgs) segnala progetti anche in Sudafrica (55 milioni di euro tra 1985 e 2010) e perfino in Cina, anche se aggiunge che «è stata tuttavia avviata una riflessione sulla metodologia della nostra cooperazione in considerazione dell'andamento economico positivo che ha fatto registrare elevati indici di sviluppo nel Paese».

 

JUSTINE GREENING MINISTRA INGLESE ALLO SVILUPPO INTERNAZIONALE DAVID CAMERON E MANMOAN SINGH jpegDAVID CAMERON CON JACOB ZUMA MARIO MONTI MANMOAN SINGH jpegPRIMO SECONDO E TERZO MONDO